Quando parliamo di disturbi d’ansia è doveroso far riferimento alle fobie e più in generale ai disturbi fobici.
Le fobie presentano delle caratteristiche specifiche che metteremo in rilievo e che le contraddistinguono da una normale paura che può essere temporanea.
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I disturbi fobici consistono in intense paure, dette appunto fobie, che sono persistenti e irragionevoli e che possono riguardare diverse situazioni o specifici oggetti.
Una fobia è una paura irrazionale che si prova verso una particolare situazione od oggetto.
Chi ne soffre è consapevole che il proprio timore è eccessivo, ma questo impedisce comunque di farlo sparire o di metterlo a tacere.
Il termine fobia deriva dal greco phobos, che significa panico, terrore, fuga e indica proprio la paura spropositata e la grande angoscia da cui la persona cerca di fuggire.
Le tentate soluzioni nel disturbo fobico
Chi soffre di una fobia mette in atto delle strategie di difesa o “tentate soluzioni” che spesso contribuiscono a peggiorare la situazione.
Tra queste abbiamo:
Queste strategie sembrano apportare al momento un certo sollievo, in realtà peggiorano la situazione e la persona finisce spesso per ritrovarsi incastrata in un circolo vizioso dal quale può risultare difficile uscire.
Vediamo meglio e nel dettaglio quali sono gli aspetti che accomunano le fobie.
Nello specifico in tutte le fobie:
Esistono diverse fobie in base all’oggetto o alla situazione temuta.
Abbiamo quelle legate alle varie situazioni sociali, dette fobie generalizzate, che sembrano colpire il 13% delle donne e il 4% degli uomini.
E poi abbiamo le fobie specifiche, tra cui le più diffuse sono:
Queste fobie, insieme a molte altre, possono essere suddivise nelle seguenti categorie:
L’età tipica in cui può comparire un disturbo fobico varia tra le diverse forme.
Se facciamo riferimento, per esempio, alla claustrofobia, questa tende a svilupparsi dopo l’adolescenza, le altre prima o durante l’adolescenza.
Le fobie verso gli animali, invece tendono a svilupparsi intorno ai 7 anni, quella del sangue intorno ai 9.
A tal proposito va detto che si è potuto osservare che le fobie specifiche situazionali tendono a manifestarsi successivamente rispetto alle fobie specifiche per l’ambiente naturale, gli animali o il sangue.
Perché una persona può arrivare a soffrire di una fobia?
Alla base dell’insorgenza di un disturbo fobico spesso c’è una situazione traumatica vissuta in passato: dunque la fobia nasce e può nascere nei confronti dell’oggetto o della situazione che ci ricordano un evento traumatico vissuto.
Tra le altre cause ritroviamo quelle che possono essere definite le fissazioni.
Da bambini tutti noi abbiamo avuto delle paure che se non abbiamo elaborato possono trasformarsi in vere e proprie fobie.
Alla base di un disturbo fobico possono esserci anche dei fattori ambientali, ovvero il luogo in cui cresce e si sviluppa un bambino.
Spesso sono gli stessi genitori che presentano reazioni eccessive di allarme verso situazioni od oggetti, trasmettendo il messaggio che deve averne paura.
Prendiamo ad esempio le fobie sociali: queste spesso si sviluppano quando i genitori paragonano il proprio figlio con le qualità di altri fratelli o di altri ragazzi, poiché hanno come scopo spronarlo a far di più.
Purtroppo a volte accade l’esatto opposto: il bambino finisce per sentirsi inadeguato rispetto agli altri e dunque tenderà ad evitare le varie situazioni di confronto.
Se questo viene fatto in modo sistematico, si potranno sviluppare varie fobie: quella di parlare in pubblico, ad esempio, o situazioni sociali in generale.
Infine, alla base di una fobia ritroviamo infine i fattori genetici: da alcuni studi si è scoperto che chi ha familiari di primo grado che soffrono di una fobia specifica, quella degli animali, per esempio, ha maggiore probabilità di soffrirne.
Oltre all’angoscia e all’ansia, chi soffre di un disturbo fobico può arrivare a sperimentare i seguenti sintomi a livello fisico:
Tutto ciò si sperimenta perché il cervello invia questi messaggi quando la persona percepisce un’emozione di paura che sia reale o immaginata. In questo modo il corpo si prepara alla fuga.
Cosa fare a questo punto quando ci si rende conto di soffrire di una fobia?
Sicuramente prima di tutto è utile riconoscere di avere un disturbo. È importante infatti, evitare di confondere una paura temporanea o reale con una fobia che è irrazionale, incontrollabile e persistente.
Una volta fatto ciò è molto utile imparare ad approcciarsi in modo graduale a ciò che spaventa, piuttosto che evitare completamente. Questo al fine di abituare la mente a tollerare l’ansia connessa allo stimolo ansiogeno.
Affrontare significa banalmente cominciare anche dalla conoscenza attraverso la lettura di ciò che spaventa, fino ad avvicinarci dal vivo.
Alla fine se ci abituiamo ad evitare, finiremo per scappare, se ci abituiamo ad affrontare, troveremo il coraggio di affrontare.
Se la paura è troppo invalidante e interferisce con le attività del quotidiano, il suggerimento rimane sempre quello di rivolgersi ad uno psicologo psicoterapeuta che possa fornire anche strumenti e strategie per affrontare le paure evitando che si tramutino in panico. A maggior ragione, questo consiglio è valido se sono presenti traumi legati al passato.
Attraverso un percorso psicologico infatti si interviene su quei processi che mantengono la fobia, al fine di interrompere il circolo vizioso che tende ad alimentare il problema.
La terapia breve strategica risulta molto efficace per i disturbi fobici intervenendo in modo efficace con una media di 8-10 incontri all’interno dei quali la persona impara ad affrontare e a gestire la propria fobia, fino a superarla.
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