Convenzione con Università eCampus
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Un pizzico d’ironia per il benessere delle relazioni
20 Settembre 2013
Spesso di fronte a questo evento i genitori sono impreparati, manifestando reazioni diverse rispetto l’accettazione e il superamento dell’evidenza.
In alcuni casi si possono generare sentimenti di colpa, inadeguatezza e tristezza profonda. Ci si domanda che cosa sia successo e perché, ci si colpevolizza pensando a quello che si sarebbe potuto fare per evitare che il bimbo nascesse così presto. La donna, in particolare, può sentire il peso di non essere stata in grado di portare a termine un disegno biologico, a cui le altre donne sono riuscite a realizzare in modo naturale. Il padre, dal canto suo, vive la frustrazione di colui che non è riuscito a impedire che tutto ciò accadesse. In questi casi la rabbia viene diretta interiormente, sotto forma di sensi di colpa e biasimo di se stessi. Le persone che difficilmente esprimono la rabbia, talvolta interiorizzano i loro sentimenti trasformandoli in depressione, uno stato emotivo caratterizzato da sintomi come crisi di pianto, inappetenza, insonnia, letargia, mancanza di concentrazione, difficoltà nella digestione, cefalee o dolori al torace. Se invece la rabbia è diretta verso l’esterno, può essere rivolta verso chi viene percepito come più fortunato o verso l’équipe medica.
Diventare genitori di un bambino prematuro in condizioni di alto rischio, che necessita l’intervento costante del personale medico e di tecnologie sofisticate, comporta situazioni di elevato stress. Il parto pre termine è spesso un trauma che mette in crisi la coppia. La madre si trova ad essere separata dal proprio figlio per un tempo che può andare da pochi giorni a qualche mese, a seconda del grado di maturità e delle condizioni di salute del neonato. In questo arco di tempo le necessità del bambino prematuro non vengono soddisfatte dai genitori, bensì da medici, infermieri e apparecchiature che lo mantengono in vita, esperienza che per i neo-genitori può essere deprimente e frustrante. Il padre, oltre a condividere le ansie della mamma, spesso è anche preoccupato per lo stato di salute della sua compagna ed è maggiormente gravato a dover provvedere agli aspetti pratici.
Nonostante le difficoltà iniziali che comporta una nascita prematura, è di fondamentale importanza guardare alle risorse che si hanno a disposizione e ricercare aiuto laddove si ritenga di non poterne avere a sufficienza all’interno della rete familiare.
Consigli pratici:
- Imparare a gestire le emozioni e lo stress per favorire un miglior adattamento.
- Parlare e confrontarsi con altri genitori di bambini prematuri: è molto utile per scambiarsi le proprie esperienze e uscire dall’isolamento.
- Accettare l’aiuto e il supporto sia del personale medico che delle persone significative che fanno parte del vostro contesto di vita per sentirsi accolti e sostenuti nelle difficoltà quotidiane.
- Fare domande, osservazioni, sollecitazioni al personale medico stabilendo una relazione di fiducia: più informazioni otterrete sullo stato del bambino prematuro, più vi sarà facile accettarlo e affrontare i problemi che potrà presentare. Meno saprete, maggiori saranno le paure e i timori.
- Annotare su un quaderno e fotografate i progressi del bambino prematuo: vi aiuterà a restare obiettivi qualora la guarigione fosse lenta o procedesse per piccole tappe. Il ritmo “due passi avanti e uno indietro” diventa rassicurante.
- Creare un legame prima possibile con il bambino attraverso un tocco della pelle costante e amorevole e facendogli sentire la vostra voce.
Approfondimenti
Coppola G., Cassibba R. (2004). La prematurità. Fattori di protezione e di rischio per la relazione madre-bambino, Carocci Editore.
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