
La vergogna nelle truffe sentimentali online
1 Maggio 2025Non puoi curare una ferita mentre chi te l’ha inflitta ti tiene il bisturi!
Ciò che non riusciamo a vedere in uno specchio rotto
è spesso la nostra immagine più autentica.
Il paradosso dell’amore tossico
Amare un narcisista è come cercare di dissetarsi con l’acqua salata: più bevi, più ti asseti. All’inizio ti fa sentire l’unico al mondo, poi ti fa dubitare di esserlo davvero. L’abuso narcisistico è una trappola dorata: si presenta con fascino, parole perfette e attenzioni travolgenti, salvo poi trasformarsi in una spirale di svalutazione, manipolazione e dipendenza affettiva.
Il vero problema, tuttavia, non è l’altro, ma ciò che ci fa restare. Per questo, il processo per superare un abuso narcisistico non è una semplice uscita da una relazione tossica, ma un percorso di liberazione interiore.
È meglio a volte arrendersi che ricominciare.
Tentate soluzioni: quando il rimedio alimenta il veleno
Chi vive un abuso narcisistico spesso mette in atto strategie che, paradossalmente, rinforzano la gabbia. Come il criceto nella ruota, più si sforza di uscirne, più resta intrappolato.
Cercare di “farsi capire”
“Se gli spiego meglio come mi sento, forse cambierà”. È la prima illusione. Ma il narcisista non vuole capire: vuole dominare la narrazione, deformarla a proprio favore, spingendo l’altro a giustificare il carnefice e a colpevolizzare la vittima.
Accumulare prove
“Ho salvato tutti i messaggi per mostrargli che si contraddice”. Chi ha subito abuso narcisistico si trasforma spesso in un investigatore della verità. Ma il narcisista è un maestro della distorsione: ti farà sentire pazza anche davanti all’evidenza.
Chiedere conferme esterne
“Ma secondo te, sono io che esagero?”. La vittima cerca sponde, ma finisce spesso con l’essere fraintesa o sminuita da chi non conosce la dinamica. Questo non fa che alimentare il senso di isolamento e la sfiducia in sé.
La dinamica dell’abuso narcisistico
Il narcisista seduce, svuota, confonde. Alterna idealizzazione e disprezzo, amore apparente e gelo strategico. È il regista di una pièce teatrale dove l’altro recita senza copione, sempre in bilico tra speranza e angoscia.
Il ciclo: love bombing, svalutazione, scarto, ritorno
Come in un incantesimo maligno, tutto inizia con un bombardamento d’amore. “Sei unica, non ho mai incontrato nessuno come te.” Poi, lentamente, si insinua il dubbio: “Forse sei troppo sensibile.” Fino ad arrivare alla svalutazione: “Con te non si può mai parlare.” Segue lo scarto: sparizioni improvvise, freddezza chirurgica. E infine il ritorno: “Mi manchi, sono cambiato.” Ma è solo l’inizio di un nuovo giro nella giostra.
La trappola del doppio legame
Come ci insegna la teoria della comunicazione paradossale, il narcisista invia spesso messaggi doppi e contraddittori: “Voglio solo il meglio per te” – mentre distrugge la tua autostima. Ogni mossa è una strategia, ogni silenzio un atto di potere. Chi subisce resta intrappolato in un conflitto insolubile: se resta soffre, se fugge si sente in colpa.
Testimonianze: voci dalla gabbia invisibile
Chiara, 35 anni
“Mi aveva convinta che senza di lui non avrei combinato nulla. Ogni mia conquista era merito suo, ogni mio errore solo colpa mia. Quando mi ha lasciata, mi sono sentita morire. Eppure, solo allora ho iniziato a respirare davvero.”
Luca, 42 anni
“Con lei sembrava tutto perfetto, poi di colpo ero sempre io quello sbagliato. Ma se provavo a parlarne, mi diceva che ero troppo fragile. Un giorno ho letto una frase: ‘Non puoi curare una ferita mentre chi te l’ha inflitta ti tiene il bisturi’. Ho chiuso ogni contatto.”
Elena, 27 anni
“Ogni volta che provavo a lasciarlo, mi cercava con frasi dolcissime. Poi, appena cedevo, tornava il gelo. Un giorno ho fatto qualcosa di semplice: ho smesso di rispondere. Non ho più spiegato nulla. E mi sono risparmiata mesi di agonia.”
Superare abuso narcisistico
Superare abuso narcisistico non è un processo lineare. È un’uscita da un labirinto fatto di specchi deformanti. Ma proprio perché la trappola è strategica, anche la liberazione deve esserlo.
La tecnica del silenzio terapeutico
Non cadere nella trappola della provocazione è il primo passo per evitare di perpetuare su di sé un abuso narcisistico.
Una prima mossa strategica consiste nel recidere ogni canale comunicativo. Il cosiddetto “no contact” non è fuga, è difesa. Come un ferito che si allontana da chi continua a colpirlo. Il silenzio diventa uno scudo.
Il narcisista non sopporta l’indifferenza,
perché è l’unico specchio in cui non riesce a riflettersi.
Il diario strategico
Tenere un diario non per raccontarsi, ma per mappare la manipolazione. Ogni volta che il dubbio s’insinua – “forse esagero” – tornare a leggere episodi annotati a freddo: “Cosa è successo? Come mi ha fatto sentire? Qual era il messaggio implicito?”
Scrivere in modo chirurgico, senza autocommiserazione. Il diario diventa il filo di Arianna per uscire dal labirinto emotivo.
La tecnica del “come se”
Quando l’autostima è a terra, serve un atto di finzione strategica. Agire come se si fosse già liberi, forti, consapevoli. Non è ipocrisia, è una profezia che si autoavvera. Camminare a testa alta anche se dentro si trema. Parlare con calma anche se si ha paura. In breve tempo, il corpo insegna alla mente.
Riconoscere il proprio ruolo per spezzare il ciclo
La vittima non è colpevole, ma è parte della danza. Riconoscere perché si è restati è più importante che capire perché l’altro è così.
Non puoi spezzare una catena se non conosci l’anello che ti lega.
Spesso si tratta di copioni antichi, ovvero schemi relazionali interiorizzati nell’infanzia o nell’adolescenza, che agiscono come piloti automatici emotivi. Sono come lenti deformanti attraverso cui interpretiamo le relazioni, anche quando sono chiaramente disfunzionali.
Il narcisista li intercetta e li usa, ma sono lì da prima. Lavorare su questi nodi, anche in terapia, permette di non replicare lo schema con nuovi volti.
Primo copione: “se mi sacrifico abbastanza, verrò amat*”
È il mito del salvatore. La persona si convince che, dando tutto di sé – tempo, energia, libertà, dignità – riuscirà a “guarire” l’altro. Ma l’amore, quando diventa espiazione, si trasforma in dipendenza.
Se continuo a dare, prima o poi si accorgerà di quanto valgo.
Questo copione è spesso figlio di esperienze precoci in cui l’amore era condizionato alla prestazione e nasconde spesso il bisogno di approvazione.
Strategia anti-copione: interrompere il tentativo di salvare l’altro.
Secondo copione: l’amore inteso come sofferenza
Molti sono cresciuti vedendo relazioni piene di litigi, gelo, tensione. Così imparano che l’amore non può essere sereno, ma deve includere tormento. Quando trovano una relazione sana, spesso la considerano “noiosa”.
Se non soffro, non è vero amore.
Il narcisista, con la sua alternanza di dolcezza e crudeltà, si inserisce perfettamente in questa coreografia già conosciuta.
Strategia anti-copione: il malessere non è passione. Impara ad apprezzare la quiete.
Terzo copione: del/la bambino/a invisibile
Chi è stato ignorat* emotivamente da piccolo può sviluppare la convinzione che i propri bisogni non contano. Così, in età adulta, tollera abusi psicologici, umiliazioni e trascuratezza senza ribellarsi, perché inconsciamente si sente abituat* a non esistere.
Non voglio disturbare, l’importante è che l’altro stia bene.
Questo rende la persona facilmente manipolabile da partner egocentrici.
Strategia anti-copione: impara a disturbare, per riuscire a brillare.
Quarto copione: dell’autosvalutazione cronica
Alcuni interiorizzano fin da piccoli il messaggio: “non sei abbastanza”. In età adulta, finiscono con lo scegliere partner che confermano quella svalutazione, instaurando relazioni in cui vengono sminuiti, criticati, ignorati.
Forse ha ragione, forse sono davvero troppo insicuro/a.
Il narcisista, con la sua attitudine svalutante, appare inizialmente come colui che “vede il potenziale” – salvo poi distruggerlo lentamente.
Strategia anti-copione: impara a riconoscere il tuo valore indipendentemente dal giudizio altrui.
Quinto copione: il bisogno di controllo mascherato da bisogno d’amore
Talvolta restare in una relazione tossica diventa un modo inconscio per evitare di perdere il controllo emotivo. Meglio una sofferenza nota, che un vuoto ignoto. Così, si resta anche quando tutto dentro urla di scappare.
Soffrire per lui/lei è sempre meglio che affrontare il nulla.
Il narcisista, maestro del controllo emotivo, attira proprio chi non sa tollerare l’incertezza del dopo e chi ha paura dell’abbandono.
Strategia anti-copione: fai della solitudine la tua miglior amica. Di dolore non si muore.
Sesto copione: della colpa appresa
Chi è cresciuto in ambienti manipolatori, può sviluppare un senso di colpa automatico, come se fosse sempre lui/lei il problema. Questo porta la persona a chiedere scusa anche quando viene ferita, a giustificare chi la fa soffrire, a minimizzare ogni abuso.
Forse ho davvero esagerato, anche lui/lei ha le sue difficoltà.
Il narcisista fiuta la colpa come un predatore fiuta il sangue e impatta sulla scarsa autostima.
Strategia anti-copione: impara l’arte dell’assertività.
Strategie pratiche per superare abuso narcisistico
- Blocca ogni canale: social, email, contatti in comune. Il narcisista è un esperto del rientro in scena.
- Scrivi ogni giorno come stai, senza censura. Rileggi dopo settimane: scoprirai di più sui passi che ti hanno portato/a a crescere.
- Frequenta persone sane, che ti ascoltano senza giudicare. La tua mente ha bisogno di esempi di relazione diversa.
- Agisci anche senza motivazione. Non aspettare di sentirti pronto/a: cammina anche se tremi.
- Cerca supporto strategico: non tutti i percorsi terapeutici sono adatti. Servono approcci brevi, focalizzati sul fare prima che sul capire.
La libertà come atto strategico
Superare abuso narcisistico significa scegliere, ogni giorno, di non essere più una comparsa nel teatro altrui. Significa smettere di chiedere amore dove non c’è, e iniziare a dare valore dove c’è ascolto, rispetto, presenza.
Non si tratta di vincere una guerra con il narcisista, ma di cessare di combatterla. È allora che si vince davvero.
La vera forza non sta nel resistere a un uragano,
ma nel decidere di non abitarci più.
Bibliografia
- Algeri, D., Di Pietrangelo, M. (2022). Genitori e figli imperfetti. Guida pratica per famiglie in difficoltà. Epc.
- Young, J., Klosko, J., & Weishaar, M. (2018). Schema therapy. La terapia cognitivo-comportamentale integrata per i disturbi della personalità. Eclipsi.
- Alonzi, M. B (2023). Tu non sei i tuoi genitori. Sperling & Kupfer
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