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17 Aprile 2012È quello che si instaura con l’ambiente che abitiamo fin dalla nascita e nel quale passiamo i momenti più importanti della nostra vita. Fermatevi un attimo e pensate a un luogo del vostro passato: qual è il primo che vi viene in mente? La risposta è il luogo con cui abbiamo instaurato un primo legame e che, solitamente, è la casa d’infanzia.
Molti di noi, infatti, ricorderanno con nostalgia e affetto la casa dove siamo cresciuti, il parco dove giocavamo da bambini, il luogo del primo bacio. Momenti impressi nella nostra memoria, carichi emotivamente tanto da creare un legame anche con la “cornice ambientale” entro la quale si sono realizzati.
Nello scorso articolo ho menzionato le due aree di studio più importanti della Psicologia Ambientale: da una parte essa si occupa di trattare gli aspetti cognitivi e percettivi legati allo spazio, dall’altra gli aspetti più affettivi ed emotivi, sempre in rapporto all’ambiente. In questa puntata tratteremo un argomento che rientra nella cosiddetta “categoria affettiva” della Psicologia Ambientale, che è il Legame d’Attaccamento ai Luoghi.
Indice contenuti
Che cos’è il legame d’attaccamento?
Parlando di attaccamento non si può evitare di menzionare il “padre” della teoria di riferimento e cioè John Bowlby. L’autore, tra gli anni ’70 e ‘ 80 elaborò una teoria secondo la quale, il neonato, instaura un forte e innato legame con la persona che si prende cura di lui; il più delle volte la madre.
Questo legame svolge prima di tutto un ruolo funzionale, garantendo al bambino il contatto con la madre e di conseguenza la sopravvivenza e protezione dai possibili pericoli ambientali.
Di questa relazione d’attaccamento sono stati identificati tre “stili” [Ainswort et al. 1987], che si riflettono anche nei comportamenti di esplorazione dell’ambiente:
- sicuro, quando il bambino è in grado di separarsi temporaneamente dalla madre riaccogliendola poi con tranquillità dopo la separazione;
- insicuro-ansioso ambivalente, quando il bambino, in assenza della madre, si dimostra poco attivo nell’esplorare l’ambiente e al suo ritorno manifesta sia desiderio di riavvicinamento a lei sia resistenza;
- insicuro-ansioso evitante, quando il bambino mostra indifferenza alla presenza della madre come alla sua assenza.
La qualità della prima relazione con la madre tende a ripetersi anche nelle relazioni dell’età adulta, così che, anche con il futuro partner, si avrà un attaccamento di tipo sicuro, insicuro ansioso-ambivalente o insicuro- ansioso evitante. [Baroni, 2008]
E il legame d’attaccamento ai luoghi?
Dagli studi degli ultimi decenni è emerso che la tipologia di attaccamento esperita durante l’infanzia si verifica anche con i luoghi. Sono molte, infatti, le analogie tra l’attaccamento affettivo alle persone e l’attaccamento ai luoghi [Giuliani 2004] come la ricerca di vicinanza, l’unicità e insostituibilità della persona e del luogo di attaccamento principale, il senso di perdita in seguito all’allontanamento che può trasformarsi in un vero e proprio lutto.
L’aspetto affettivo dell’attaccamento ai luoghi, non è necessariamente solo positivo: può accadere, infatti, di sentirci legati a un luogo perché teatro di molti ricordi della nostra vita, ma allo stesso tempo, essere vissuto come spiacevole a causa della connotazione emotiva negativa di cui è permeato, o di bisogni insoddisfatti e frustrati o di ricordi negativi.
L’esistere di un legame d’attaccamento nella relazione con uno spazio, è ciò che rende l’ambiente stesso la nostra casa, ovvero, un luogo dove ci sentiamo a nostro agio, al sicuro e protetti, non solo un tetto sopra la testa o quattro mura, ma un luogo dove si svolgono molte delle nostre attività quotidiane, dove si cristallizzano i ricordi e le emozioni e dove è maggiore l’attività di personalizzazione [Costa, 2010]. Questo spiega perché a volte pronunciamo la frase “in questo posto mi sento come a casa” anche in riferimento ad ambienti che non sono realmente la nostra abitazione.
L’attaccamento ai luoghi è promosso dal possedere una casa propria e individuale; coloro che sviluppano un forte attaccamento curano maggiormente la proprietà, sono più vigilanti e difensivi e mettono in atto più comportamenti diretti alla salvaguardia dell’ambiente come la raccolta differenziata dei rifiuti. Un altro segnale di attaccamento è la “vitalizzazione” degli spazi ovvero la modifica e personalizzazione dell’ambiente al fine di sentirlo maggiormente nostro lasciando, quindi, una “traccia” di noi stessi.
E’ interessante anche osservare che l’attaccamento ai luoghi è cumulativo, cioè non va a sostituirsi a un legame precedente ma si aggiunge ad esso, per questo possiamo sentirci ancora molto legati ai luoghi del passato.
Tipologie di attaccamento ai luoghi
L’attaccamento ai luoghi può assumere diverse forme [Gallino, 2007]. La forma più forte è quella emotivo-familiare, come già accennato all’inizio dell’articolo, è il legame che riguarda i luoghi della nostra infanzia o dove hanno avuto luogo avvenimenti importanti con una forte carica emotiva.
Un secondo tipo di attaccamento è quello estetico, e avviene verso quei luoghi preferiti per la loro bellezza, indipendentemente dall’avervi vissuto momenti straordinari.
Un terzo tipo di attaccamento è quello funzionale, legato cioè, a luoghi che offrono opportunità pratiche per lo studio, il lavoro, il tempo libero ecc.
Il quarto tipo di attaccamento è, invece, di ordine socio emotivo, riferito cioè a tutti gli ambienti in cui, abitualmente, socializziamo: locali, luoghi di divertimento, luoghi in cui incontriamo gli amici.
In ultimo è stato classificato un quinto tipo di attaccamento che può essere definito cognitivo-culturale; questa tipologia fa riferimento al legame con luoghi non reali ma immaginari come i luoghi dei romanzi o del cinema o delle rappresentazioni teatrali.
L’attaccamento ai luoghi è un tema molto vasto e sarebbero ancora molte le cose da dire: ad esempio che cosa succede quando il luogo a cui noi siamo legati viene distrutto o siamo costretti ad abbandonarlo? Oppure, possono sviluppare un legame d’attaccamento anche i senzatetto?
Bibliografia
- Ainsworth, M.D.S., Blehar, M.C, Waters, E. e Wall, S. (1978) Patterns of attachment. A psychological study of the Strange Situation, Hillsdale, N.J., Lawerence Erblaum.
- Baroni M.R (2008), Psicologia ambientale. Il Mulino, Bologna
- Costa. M. (2010) Psicologia ambientale e architettonica, Come l’ambiente e l’architettura influenzano la mente e il comportamento. Franco Angeli, Milano.
- Gallino T.G. (2007). Luoghi d’attaccamento. Milano. Raffaello Cortina Editore
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