I problemi di coppia da cosa dipendono?
L’amore viene visto spesso come qualcosa di magico, che riesce a far stare bene sempre e comunque. Tutti desiderano innamorarsi e avere accanto una persona da amare.
Spesso si ha la credenza che un rapporto d’amore, se fondato su un sentimento d’amore vero e profondo, riesca a superare sempre qualsiasi ostacolo e che due persone innamorate non “si lasceranno mai”.
Questa sicuramente è una visione alquanto “romanzata” dell’amore e delle relazioni, ritroviamo dinamiche del genere nei film o nei libri.
Ma la realtà è veramente così?
Personalmente, sulla base della mia esperienza clinica con le coppie, ho potuto osservare come per ridurre i problemi di coppia è fondamentale operare una buona selezione del partner. Meglio, infatti, impiegare più tempo prima nella selezione, piuttosto che dopo per riparare quello che non va.
In tal senso ho creato un sondaggio su “Cosa influenza maggiormente la tua scelta del partner?” che potrà aiutarti ad avere maggiore consapevolezza sugli aspetti che operano quando scegli qualcuno che ti piace.
Indice dei contenuti
Scegliere bene è già un primo passo, ma in generale le relazioni amorose sono molto impegnative e richiedono tante capacità che vanno ben oltre il solo amore, per quanto intenso questo sia.
Nelle coppie reali, infatti, succede innumerevoli volte che vi siano litigi e vere e proprie rotture nonostante alla base ci sia un intenso sentimento amoroso.
I litigi rappresentano un elemento che può generare una crisi di coppia. In questi casi, più che il contenuto è fondamentale la modalità che si utilizza nel litigio, che influisce sulla buona o cattiva gestione.
John Gottman definisce i “Quattro cavalieri dell’Apocalisse” come i predittori delle rotture he si possono creare nel rapporto tra due partner.
In questo articolo parleremo di questi quattro cavalieri e dei comportamenti di riparazione che Gottman suggerisce per superare il problemi di coppia.
Il concetto dei quattro cavalieri dell’Apocalisse è presente nell’ultimo libro della Sacra Bibbia: durante il Giudizio Universale i quattro cavalieri sono stati inviati all’Umanità come un vero e proprio flagello e come punizione divina.
Nella Sacra Bibbia essi sono: Pestilenza, Carestia, Guerra e Morte.
E sono quattro flagelli che affliggono l’intera Umanità.
Quest’immagine molto forte viene ripresa dallo psicologo statunitense John Gottman il quale ha studiato e analizzato diverse coppie all’interno del suo laboratorio d’amore (Love Lab).
Gottman era interessato a capire se esistevano dei fattori predittivi che portavano alla rottura o meno, nello specifico voleva comprendere cosa spinge ad un divorzio o, al contrario, cosa permetteva di mantenere la continuità della relazione.
Dopo diversi anni, Gottman è arrivato alla conclusione che effettivamente esistevano dei dei fattori predittori, che definì appunto come i Cavalieri dell’Apocalisse.
Secondo Gottman questi quattro fattori si presentano in modo sequenziale in ogni coppia che vive un litigio o una crisi e possono effettivamente determinare il fallimento della coppia, e aiutano il clinico a predire la rottura.
Questi sono: la critica, il disprezzo, l’atteggiamento difensivo e l’ostruzionismo.
Il primo cavaliere che bussa alla porta della coppia è proprio la critica, che genera spesso molti problemi a livello di coppia.
Critiche o lamentale, in un certo senso, non vanno necessariamente a nuocere la coppia. Esistono, infatti, tantissime coppie che sopravvivono nonostante la presenza di qualche critica.
Esiste infatti una critica costruttiva, che aiuta a capire in cosa il partner sta effettivamente sbagliando. Questa di solito influisce poco sulla creazione di risentimenti o sentimenti negativi, al contrario aiuta a crescere.
La critica a cui si riferisce Gottman, però, è di un altro tipo.
Nelle coppie che vivono una crisi, infatti, sono presenti più critiche distruttive come “Non mi aiuti mai”, “Sei sempre pigro”, “Sei troppo geloso” o altre espressioni simili.
In questo caso siamo in presenza di critiche generalizzate e che si rivolgono alla persona nella sua totalità e, per questo, “distruttive”, perché non hanno lo scopo di mostrare all’altro l’errore fatto, ma hanno la finalità di attaccarlo e di ferirlo. Questo, spesso, fa stare male il partner.
E’ in casi come questi che la relazione rischia di andare alla deriva. (Leggi come si crea il triangolo drammatico)
Il secondo cavaliere che spesso nasce in chi riceve e subisce la critica, è l’atteggiamento difensivo.
Questo è sicuramente alquanto comune e frequente in chi si sente offeso e attaccato che, ritirandosi decide di non affrontare il litigio, pensando che le cose andranno meglio.
Inevitabilmente, in questi casi, chi si ritira assume il tipico atteggiamento della “vittima innocente”. (Leggi come si crea il ruolo della vittima nel triangolo drammatico)
E’ come se volesse mostrare all’Altro la posizione di “vittima che subisce”, ma in modo errato in quanto, ponendosi in posizione di difesa, l’altro si sentirà in colpa, interrompendo ulteriori critiche.
Ma è veramente così che accade?
Il partner che critica l’Altro, vedendolo in posizione di difesa, mentre si comporta da vittima innocente, quasi sicuramente vedrà questi comportamenti come un modo per non affrontare un problema di coppia e proverà ancora più disprezzo, transitando quindi sul terzo cavaliere.
Il terzo cavaliere, che probabilmente è anche quello più pericoloso, è il Disprezzo.
Questo sentimento è davvero molto pericoloso perché si manifesta nella superiorità che un partner mostra nei confronti dell’altro.
In questo caso uno dei due partner matura e sviluppa pensieri negativi nei confronti dell’altro in modo quasi automatico.
Tutto ciò, quindi, si traduce in comportamenti di disprezzo, di derisione e di svalutazione nei confronti dell’Altro. A ciò si aggiunge il cinismo e il sarcasmo che si manifestano tramite comportamenti non verbali quali smorfie ed espressioni del viso.
Questo atteggiamento porta il partner a concentrarsi sugli aspetti negativi dell’altro, senza vedere quelli positivi.
È come se in un certo senso la mente fosse oscurata.
Ecco perché questo atteggiamento è quello più distruttivo e pericoloso: un partner che prova disprezzo per l’Altro, molto probabilmente, conduce la relazione verso la sua naturale conclusione.
Capiamo il perché…
Il quarto cavaliere viene utilizzato da chi tendenzialmente assume una posizione di ostruzionismo che si sente totalmente schiacciato dalla situazione che sta vivendo.
Come il disprezzo rappresenta un aggravamento della critica,
così l’ostruzionismo, è l’esasperazione della difesa.
Chi attua l’ostruzionismo, semplicemente, si tira fuori dalla relazione e dalla circostanza che percepisce come opprimente. Adotta, quindi, questa strategia come un vero e proprio meccanismo di difesa.
E’ a questo livello che il partner potrebbe allontanarsi fisicamente ed emotivamente dalla relazione, creare un muro tra Sé e l’Altro, non rispondere alle sue domande o richieste e diventare, in un certo senso, una “statua senza espressione”.
Questa tecnica, spesso, viene messa in campo soprattutto durante i litigi. Capita, infatti, che uno dei due partner non partecipi più alla conversazione e al litigio e che si ritiri nel famoso “silenzio stampa”.
Questa può anche essere una strategia efficace se i due partner riescono a riparare a questo ostruzionismo e quindi iniziano a confrontarsi attivamente sulla tematica del litigio.
Può essere deleteria se manca un momento di “riparazione” e quindi la coppia resta bloccata nel silenzio e nella distanza.
Bene, abbiamo spiegato il funzionamento dei quattro cavalieri e il circolo vizioso che si crea in automatico spesso all’interno del litigio tra le coppie.
Evitiamo di preoccuparci però, perché per ogni problema c’è una soluzione.
Gottman ha infatti teorizzato anche quelli che possono essere dei “comportamenti di riparazione”, utili per ricostruire un rapporto in seguito a litigi e momenti di crisi.
Riparare, infatti, significa sicuramente affrontare il litigio e la crisi, evitando di soffocarla, e impegnarsi per cercare un compromesso o comunque una buona soluzione che riesca a “mettere d’accordo entrambi”.
Per fare questo sono fondamentali alcune capacità ossia:
“Ciò che conta, in un matrimonio che funziona, non è tanto quanto si è compatibili,
ma quanto si è in grado di gestire l’incompatibilità.”(George Levinger)
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