Disturbo post-traumatico da stress
Il Disturbo Post-traumatico da Stress si presenta successivamente ad una esperienza traumatica (incidente, lutto, etc.) e in base a come la persona reagisce di fronte all’evento traumatico.
Il trauma crea di solito una frattura tra un prima e un dopo, all’interno della quale la persona si trova come “bloccata” ed ogni ricordo può diventare diventare fonte di angoscia, panico e di disagio psicologico, nel tentativo vano di “resettare” o ancora meglio di “provare a cancellare” quanto accaduto.
Tutto si trasforma quindi in una battaglia in cui si cerca di controllare il ricordo traumatico convinti che ciò possa aiutare a “dimenticare” e a controllare le sensazioni dolorose correlate. Il non riuscire a venirne fuori crea dolore, frustrazione, paura, angosciae a volte senso di colpa e rabbia, con un conseguente peggioramento del problema, non permettendo allo stesso tempo l’elaborazione dei ricordi connessi al passato traumatico.
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Per il DSM-IV-TR il Disturbo Post-traumatico da Stress si presenta con i seguenti criteri:
A. La persona è stata esposta ad un evento traumatico nel quale erano presenti entrambe le caratteristiche seguenti:
Nota: Nei bambini questo può essere espresso con comportamento disorganizzato o agitato.
B. L’evento traumatico viene rivissuto persistentemente in uno (o più) dei seguenti modi:
C. Evitamento persistente degli stimoli associati con il trauma e attenuazione della reattività generale (non presenti prima del trauma), come indicato da tre (o più) dei seguenti elementi:
D. Sintomi persistenti di aumentato arousal (non presenti prima del trauma), come indicato da almeno due dei seguenti elementi:
E. La durata del disturbo (sintomi ai Criteri B, C e D) è superiore a 1 mese.
F. Il disturbo causa disagio clinicamente significativo o menomazione nel funzionamento sociale, lavorativo o di altre aree importanti.
Esistono protocolli specifici di trattamento, che sono stati applicati a numerosi casi con la terapia breve strategica e che permettono un intervento efficace per questa tipologia di problema. Nello specifico, lavorando sulle coping reactions (F. Cagnoni, R. Milanese, 2009), ovvero interrompendo le tentate soluzioni (soluzioni che non funzionano), utilizzate per fonteggiare il problema, si ottiene di solito lo sblocco immediato del disturbo.
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