Uno dei quesiti che sicuramente suscita più discussioni, riguarda il rapporto che intercorre fra la ricchezza e la felicità e cioè, i soldi fanno la felicità degli individui?
A questa domanda si potrebbero aggiungere anche altri due quesiti su questo argomento: un aumento delle entrate economiche corrisponde ad un aumento della felicità? E di conseguenza: le persone che vivono nei Paesi ricchi sono più felici di quelle che vivono nei paesi poveri?
La risposta alla prima domanda è senza dubbio positiva, anche se con delle doverose precisazioni: le persone con un alto reddito hanno più possibilità di ottenere ciò che vogliono potendosi permettere di comprare più beni materiali, avere uno standard di vita più elevato, cibo migliore, case più confortevoli, possibilità di ottenere livelli di istruzione più elevati, hanno hobby e divertimenti, ma soprattutto hanno un maggior accesso alle medicine, aspetto determinante per migliorare il proprio stato di salute e di conseguenza la propria qualità della vita.
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Numerose ricerche hanno dimostrato che negli Stati Uniti cosi come in Europa le persone con un reddito più elevato sono più felici delle altre. Possiamo quindi dire che almeno in parte, il detto che i soldi fanno la felicità, è veritiero, ma si deve comunque aggiungere che la relazione tra reddito e felicità non è lineare (cioè all’aumentare del reddito aumenta anche la felicità e viceversa) bensì curvilinea: ad un aumento di reddito corrisponde un aumento della felicità solo nelle fasce più povere della popolazione. Questi due fenomeni sono direttamente proporzionali quando il reddito è molto basso o nullo, ma ad elevati livelli di entrate economiche la relazione è debole o addirittura nulla. Una spiegazione di questa evidenza è che i soldi fanno una grande differenza quando vengono spesi per generi di prima necessità come il cibo e l’alloggio, ma non quando vengono utilizzati per una seconda macchina, gioielli od oggetti di antiquariato. Le persone infatti amano possedere oggetti futili, ma quando si rendono conto che essi sono superflui, si rendono conto anche che non riempiono la loro vita.
Si può quindi affermare che un’entrata economica maggiore fornisca in un primo momento un certo grado di felicità, ma che si rivela transitoria.
Questo fenomeno si può spiegare con la teoria dell’adattamento: l’effetto piacevole di uno stimolo si riduce se questo stimolo viene ripetuto in modo frequente e costante. È il processo di adattamento che porta le persone ad aumentare le proprie aspirazioni.
Secondo la teoria delle aspirazioni, la felicità è determinata dalla differenza esistente tra aspirazione e raggiungimento degli obbiettivi, in questo modo:
Questo ultimo punto sposta la discussione sulla risposta alla terza domanda: le persone che vivono nei paesi ricchi sono più felici di quelle che vivono nei paesi poveri?
Diversi studi mettono in luce che la risposta a questa domanda è positiva, ma per analizzare questo fenomeno bisogna tenere in considerazione anche altri fattori. In particolare, i paesi con elevato reddito pro capite hanno governi democratici stabili, a differenza dei paesi poveri e la felicità potrebbe essere influenzata da questo, piuttosto che dalla quantità di introiti, inoltre nei paesi ricchi c’è un maggiore rispetto dei diritti umani, altro aspetto che favorisce la soddisfazione per la propria vita. Altri studi evidenziano che le persone che vivono nei paesi sviluppati sono in effetti, mediamente più felici degli altri, ma una volta raggiunto un “reddito soglia”, il livello di reddito ha un effetto minimo sulla soddisfazione e sulla qualità della vita. Tutti questi fattori, in aggiunta al reddito, sono cruciali nell’influenzare la differenza di felicità nei vari paesi.
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