L’adozione mite è una forma intermedia di adozione che è stata ipotizzata per far fronte alle situazioni di incertezza che caratterizzano quegli affidamenti che nel tempo vengono periodicamente rinnovati trasformandosi in affidamenti cosiddetti “sine die”.
Questa forma di adozione non è, a tutt’oggi, espressamente disciplinata dalla legge, ma è stata oggetto di una approfondita sperimentazione nel distretto del Tribunale per i Minorenni di Bari.
L’adozione mite è un provvedimento che si propone di essere applicato in quei casi in cui:
Il Tribunale, in questi casi, valutato che tra il minore e gli affidatari si è instaurato un solido rapporto affettivo tale che l’allontanamento possa essere pregiudizievole al minore, può dichiarare giudizialmente lo stato di “semiabbandono permanente”, cioè una situazione nella quale la famiglia d’origine risulta inidonea a rispondere ai bisogni educativi del minore solo parzialmente, ma in modo continuativo.
Questa situazione non interrompe il rapporto di filiazione tra minore e genitore di origine, ma ne aggiunge un secondo, quello con gli adottanti, cui spetta naturalmente anche la potestà genitoriale.
Da un punto di vista giuridico l’adozione mite viene quindi considerata una variante dell’adozione in casi particolari, alla quale più di ogni altro istituto si avvicina. L’obiettivo è quello di creare uno stabile rapporto con il minore e la famiglia affidataria senza recidere i suoi rapporti con la famiglia di origine.
In particolar modo le sue caratteristiche sono:
Con la collaborazione della dott.ssa Chiara Cicchese e il dott. Lorenzo Lombardi
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Uomo con le dita incrociate | Autore: dolgacho