Basta ascoltare una sola conversazione di pochi minuti tra marito e moglie per prevedere se quella coppia è destina a finire.
E’ questo il risultato cui è arrivato John Gottman dopo una serie di ricerche che lo hanno portato ad osservare oltre settecento coppie, i loro comportamenti e le reazioni fisiologiche.
Nello specifico Gottman ha individuato la presenza di alcuni comportamenti disfunzionali che all’interno di una interazione, possono contribuire ad accrescere il conflitto, fino a generare una sensazione di soffocamento e oppressione, che può portare alla fine di una relazione. L’inasprirsi delle critiche e del disprezzo possono generare nel tempo il fallimento dei tentativi di riparazione, portando la coppia a separarsi per non vivere più la sensazione di essere sopraffatti dall’altro.
Al contrario, l’utilizzo di “tentativi di riparazione”, volti a smorzare i toni, può contribuire a riportare i livelli di tensione emotiva nella norma, abbassando il conflitto e contribuendo a creare una relazione di coppia stabile e felice.
Uno dei motivi più tristi per cui un matrimonio finisce è che i coniugi capiscono che non funziona solo quando ormai è troppo tardi.
Diversi studi dimostrano come un matrimonio infelice abbassa le difese immunitarie e aumenta la capacità di ammalarsi del 35%. In questi casi, infatti, oltre che perdere di vista l’altro, si perde di vista se stessi. Mancano infatti i controlli, non vengono prese le medicine e rispettate le cure. Per non parlare di tutto lo stress che si viene a creare nel rapporto di coppia.
Un tranquillo divorzio è meglio di un matrimonio conflittuale.
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La chiave è un rapporto di amicizia che crea una “prevalenza del sentimento positivo”, ovvero rispetto e compagnia reciproca. Conoscersi intimamente l’uno con l’altro rispetto a ciò che piace e a ciò che non piace. Può sembrare monotono e poco romantico, ma è un atteggiamento positivo. Prendersi cura dell’altro e dei suoi bisogni aumenta il livello di piacere e benessere dell’altro e di conseguenza l’attrazione e le fiamme dell’amore. I pensieri positivi annullano quelli negativi e rendono più ottimisti nei confronti del matrimonio.
Quando vi è una prevalenza di sentimenti negativi, invece, ogni affermazione viene percepita come un attacco personale, anche se detta in tono neutro.
Diventa quindi fondamentale, per la creazione di un rapporto felice, riuscire a stabilire questo rapporto di amicizia e mantenerla nel tempo.
E’ possibile individuare all’interno di un rapporto di coppia dei fattori predittivi della rottura di un matrimonio. (Scopri i 5 ingredienti che non possono mancare in un rapporto di coppia)
L’indicatore più ovvio di una che non andrà bene è nel modo in cui la coppia inizia il conflitto. Se uno o entrambi i partner saranno immediatamente negativi e accusatori, useranno il sarcasmo o la critica, molto probabilmente la conversazione sarà caricata in negativo.
Soluzione: meglio lasciar perdere, prendersi una pausa e riprovarci.
All’interno di un avvio difficile spesso si insinuano quelli che Gottman definisce i “4 Cavalieri dell’apocalisse”:
L’ostruzionismo è la strategia utilizzata per difendersi da soffocamento che arriva dalle continue critiche e puntualizzazioni che spesso finiscono in esplosioni. E’ così che la persona diventa ipervigile e si distacca emotivamente dalla relazione, spesso fino ad arrivare gradualmente alla separazione. Sensazioni frequenti di soffocamento spingono il partner a prendere le distanze (almeno emotivamente parlando). Questo porterà la coppia che non chiede aiuto a divorziare o ad abituarsi al gelo emotivo, svuotando di senso la relazione e conducendo una vita parallela, fingendo di vivere insieme e occupandosi dei figli. Arrendendosi insomma.
Soluzione: annuire, usare il contatto oculare, dare feedback (già, certo)
Quando siamo all’interno di un litigio, spesso capita che il nostro corpo reagisce. Inizia a battere forte il cuore, aumenta la pressione sanguigna e viene rilasciata adrenalina. Il corpo si prepara quindi al combattimento e di contro perdiamo la lucidità. Non è un caso che spesso si creino delle esplosioni di ira, non giustificabili, ma inevitabili. E ‘in questi casi che si crea inoltre l’attacco, attraverso la critica, il disprezzo e l’atteggiamento difensivo o la fuga, mediante l’ostruzionismo.
La presenza dei 4 cavalieri dell’apocalisse permette di prevedere correttamente il divorzio nell’82% dei casi. Se a questi si aggiunge anche il fallimento dei tentativi di riparazione, si arriva ad una previsione del 90%.
Ciò che fa la differenza nelle coppie sono i “tentativi di riparazione”.
Marco e Giovanna litigano aspramente perché lui le dice che è esagerata, perché si preoccupa per le banalità. Lei se la prende sul personale e si chiude in sé. Marco dopo un pò capisce di aver esagerato, si mette davanti a Giovanna e le fa un sorriso. Lei che aveva il muso lo guarda e sorride. Tutto torna come prima.
E’ dal grado di efficacia di questi tentativi di riparazione che si struttura una coppia felice. Se i tentativi di riparazione risultano efficaci, nonostante i 4 cavalieri, la coppia risulterà stabile. I tentativi di riparazione, infatti, oltre a diminuire la tensione, contribuiscono a mantenere la coppia stabile e ad evitare che si crei costantemente il senso di soffocamento.
Quando la storia del passato viene riscritta in negativo, ovvero quando tutto ciò che riguarda il passato viene ricordato in chiave negativa, a quel punto siamo molto vicini alla fine del rapporto. Lo stesso vale anche quando si fatica a ricordare il passato, considerandolo poco importante o doloroso.
Arrivati a questo punto, spesso le coppie si costruiscono vite parallele che rappresentano il sintomo di un matrimonio asfissiante, pieno di critiche, disprezzo, ostruzionismo, del fallimento dei tentativi di riparazione, di continue attivazioni fisiologiche e della presenza costante di un pensiero negativo.
Direi di no. Almeno questo invita a fare Gottman, ovvero ad evitare di lasciar andare la speranza, ma al contrario lottare per ridurre intanto il tentativo di sopraffazione e dall’altro, darsi da fare per costruire il nucleo dell’amicizia.
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