Parliamo del disturbo oppositivo provocatorio
Il Disturbo Oppositivo Provocatorio (DOP) è presente in quei bambini con livelli di rabbia persistente (almeno 6 mesi) ed inappropriata, irritabilità, comportamenti provocatori e oppositività, che generano problemi nell’adattamento e nel funzionamento personale e sociale.
I comportamenti negativistici ed oppositivi vengono espressi con resistenza alle direttive, vi è una scarsa disponibilità al compromesso, ad arrendersi o a negoziare con gli adulti e/o coi coetanei. Spesso i bambini oppositivi mettono alla prova dei limiti, ignorano gli ordini e non accettano i rimproveri, mostrando anche disturbi della condotta (disturbano deliberatamente gli altri o li aggrediscono verbalmente).
Lo psicologo scolastico può intervenire per meglio indirizzare gli insegnanti con alunni che hanno caratteristiche del disturbo oppositivo provocatorio.
Disturbo oppositivo provocatorio: cosa può fare l’insegnante
- incoraggiare spesso il bambino quando manifesta comportamenti socialmente accettabili;
- mantenere la massima coerenza nel modo di reagire ai comportamenti dell’alunno;
- date agli alunni l’opportunità di guadagnarsi meriti e riconoscimenti;
- mantenere il più possibile una certa calma e pazienza;
- assicurarsi che l’alunno comprenda ciò che ci si aspetta da lui;
- porre i limiti in modo fermo;
- in caso di inaccettabili eccessi verbali da parte degli alunni, è bene cercare di reagire alle loro emozioni, non alle parole pronunciate;
- favorire negli alunni l’interesse per il ragionamento e il problem-solving;
- stimolare l’apprendimento cooperativo;
- sviluppare accorgimenti per ridurre la tensione che può crearsi in certe situazioni;
- favorire relazioni strette e di collaborazione tra genitori ed insegnanti;
- coinvolgere gli alunni nella determinazione delle norme di comportamento da osservare;
- aiutare gli alunni a scegliere meglio il comportamento che soddisfa le loro esigenze;
- organizzare gruppi di discussione su come risolvere i problemi di rapporto tra compagni;
- usare in modo strategico tutto ciò che può funzionare come rinforzo;
- evitare di lasciarsi manipolare attraverso adulazioni e lacrime;
- evitare rimproveri prolungati e “prediche”;
- rendere gli alunni consapevoli di quali azioni possono causare loro la perdita di amici;
- procedere con gradualità per perseguire cambiamenti comportamentali;
- concedere agli alunni più turbolenti la possibilità di dare qualche contributo utilizzando
- le proprie doti personali e i propri talenti (tutti ne hanno);
- quando i genitori sono abbastanza collaborativi è utile comunicare giornalmente l’andamento del comportamento dell’alunno, in modo che questi riceva un feedback in famiglia.
Come l’insegnante può andare incontro ai bisogni emotivi dell’alunno:
- essere abbastanza controllati da assorbire un po’ dell’ostilità di questi alunni;
- stabilire e mantenete dei limiti;
- evitare le moralizzazioni;
- mostrare calore umano e pazienza;
- offrire opportunità di riconoscimento;
- alcuni ragazzi potrebbero aver bisogno di stabilire un rapporto con una figura maschile di riferimento;
- aiutare l’alunno a sentirsi accettato e rispettato come persona;
- evitare di svalutare l’alunno, ma limitarsi a evidenziare i suoi comportamenti indesiderabili;
- adottare un approccio positivo per modificare il comportamento attraverso la lode, dimostrando fiducia nelle capacità dell’alunno.
Come l’insegnante può venire incontro ai bisogni scolastici dell’alunno:
- modificare il curriculum e abbassare gli obiettivi didattici, se necessario. Portare avanti
- il lavoro in altre aree, se possibile;
- ripetere spesso le istruzioni;
- dare più tempo per eseguire le istruzioni
- dare la possibilità di fare pratica ripetutamente;
- fare in modo di controllare il lavoro;
- dare più aiuto individuale possibile;
- permettere agli alunni di dare e ricevere aiuto reciproco.
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1 Comment
Buongiorno, il ragazzo non ha assolutamente la consapevolezza della paura/ azione degli insegnanti.
Con i compagni ovviamente non si comporta allo stesso modo ma sa bene con chi può agire e con chi no.
Oggi nonostante ripetuti richiami in modo garbato le assicuro che ha ribaltato l’astuccio della compagna (la più debole della classe) al mio intervento secco, ho tentato di spiegare che se io prendo il suo zaino e lo ribalto, ovviamente così ho fatto lui inizialmente, lui ha capito ma dopo 5 minuti, ha sbattuto tutti i miei libri sulla cattedra per terra, io ho ignorato il tutto continuando a fare le lezione, e dopo due minuti non avendo avuto nessuna reazione da parte mia ha preso la mia bottiglia dell’acqua e l’ha travasata in aula davanti a tutti.
Li allora sono andata piangendo (ovviamente non facendomi vedere dai ragazzi) in direzione.
Il ragazzo ha detto al direttore di non aver assolutamente paura di lui e che se gli creiamo una guerra, allora guerra sia.
Il ragazzo è stato sospeso per un giorno ma non credo che al ritorno ci siano dei cambiamenti.
È la prima volta che chiedo consigli…. Sono anzi siamo perché tutto il CDC ha PAURA in una fase disastrosa.
Grazie mille se avete qualche consiglio in merito!!