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22 Agosto 2014Parliamo del disturbo oppositivo provocatorio
Il Disturbo Oppositivo Provocatorio (DOP) è presente in quei bambini con livelli di rabbia persistente (almeno 6 mesi) ed inappropriata, irritabilità, comportamenti provocatori e oppositività, che generano problemi nell’adattamento e nel funzionamento personale e sociale.
I comportamenti negativistici ed oppositivi vengono espressi con resistenza alle direttive, vi è una scarsa disponibilità al compromesso, ad arrendersi o a negoziare con gli adulti e/o coi coetanei. Spesso i bambini oppositivi mettono alla prova dei limiti, ignorano gli ordini e non accettano i rimproveri, mostrando anche disturbi della condotta (disturbano deliberatamente gli altri o li aggrediscono verbalmente).
Lo psicologo scolastico può intervenire per meglio indirizzare gli insegnanti con alunni che hanno caratteristiche del disturbo oppositivo provocatorio.
Indice contenuti
Disturbo oppositivo provocatorio: cosa può fare l’insegnante
- incoraggiare spesso il bambino quando manifesta comportamenti socialmente accettabili;
- mantenere la massima coerenza nel modo di reagire ai comportamenti dell’alunno;
- date agli alunni l’opportunità di guadagnarsi meriti e riconoscimenti;
- mantenere il più possibile una certa calma e pazienza;
- assicurarsi che l’alunno comprenda ciò che ci si aspetta da lui;
- porre i limiti in modo fermo;
- in caso di inaccettabili eccessi verbali da parte degli alunni, è bene cercare di reagire alle loro emozioni, non alle parole pronunciate;
- favorire negli alunni l’interesse per il ragionamento e il problem-solving;
- stimolare l’apprendimento cooperativo;
- sviluppare accorgimenti per ridurre la tensione che può crearsi in certe situazioni;
- favorire relazioni strette e di collaborazione tra genitori ed insegnanti;
- coinvolgere gli alunni nella determinazione delle norme di comportamento da osservare;
- aiutare gli alunni a scegliere meglio il comportamento che soddisfa le loro esigenze;
- organizzare gruppi di discussione su come risolvere i problemi di rapporto tra compagni;
- usare in modo strategico tutto ciò che può funzionare come rinforzo;
- evitare di lasciarsi manipolare attraverso adulazioni e lacrime;
- evitare rimproveri prolungati e “prediche”;
- rendere gli alunni consapevoli di quali azioni possono causare loro la perdita di amici;
- procedere con gradualità per perseguire cambiamenti comportamentali;
- concedere agli alunni più turbolenti la possibilità di dare qualche contributo utilizzando
- le proprie doti personali e i propri talenti (tutti ne hanno);
- quando i genitori sono abbastanza collaborativi è utile comunicare giornalmente l’andamento del comportamento dell’alunno, in modo che questi riceva un feedback in famiglia.
Come l’insegnante può andare incontro ai bisogni emotivi dell’alunno:
- essere abbastanza controllati da assorbire un po’ dell’ostilità di questi alunni;
- stabilire e mantenete dei limiti;
- evitare le moralizzazioni;
- mostrare calore umano e pazienza;
- offrire opportunità di riconoscimento;
- alcuni ragazzi potrebbero aver bisogno di stabilire un rapporto con una figura maschile di riferimento;
- aiutare l’alunno a sentirsi accettato e rispettato come persona;
- evitare di svalutare l’alunno, ma limitarsi a evidenziare i suoi comportamenti indesiderabili;
- adottare un approccio positivo per modificare il comportamento attraverso la lode, dimostrando fiducia nelle capacità dell’alunno.
Come l’insegnante può venire incontro ai bisogni scolastici dell’alunno:
- modificare il curriculum e abbassare gli obiettivi didattici, se necessario. Portare avanti
- il lavoro in altre aree, se possibile;
- ripetere spesso le istruzioni;
- dare più tempo per eseguire le istruzioni
- dare la possibilità di fare pratica ripetutamente;
- fare in modo di controllare il lavoro;
- dare più aiuto individuale possibile;
- permettere agli alunni di dare e ricevere aiuto reciproco.
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