Ottimismo o pessimismo: tu cosa hai scelto per la tua vita?
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11 Settembre 2018Mai avere rimpianti. Se è andata bene, è meraviglioso,
se è andata male, è esperienza.
Ogni volta che cadi, raccogli qualcosa.
(Oswald Avery)
Ma è davvero possibile vivere senza rimpianti? E senza rimorsi? E’ vero il detto secondo il quale è meglio vivere di rimorsi piuttosto che di rimpianti?
Nella vita di tutti giorni è abbastanza comune prendersi degli spazi per ripensare al passato. Il passato, esattamente come il presente e l’immaginato futuro, ha la capacità di suscitare in noi un ventaglio molto ampio di emozioni e sentimenti, sia positivi sia negativi.
Cosa accade quando rimuginiamo incessantemente su alcune scelte compiute o non compiute nel passato e si fa forte in noi il desiderio di riscrivere un pezzo della nostra storia? Come ci sentiamo quando realizziamo che una nostra decisione ha comportato tristi conseguenze per gli altri o magari per noi stessi?
Probabilmente stiamo sperimentando rimpianto o rimorso.
Nel corso di questo articolo cercheremo di analizzare a fondo questi due sentimenti, che, al pari di altri, fanno parte della psicologia umana e che spesso influenzano e condizionano la nostra capacità di scegliere e agire.
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Origini di rimorso e rimpianto
Quando percepiamo il rimorso e il rimpianto? Qual è, per così dire, il loro terreno fertile?
Come abbiamo già detto in precedenza, lo stimolo o, se vogliamo, la scintilla che innesca la miccia è la volontà e/o la necessità di riflettere sul nostro passato.
La capacità di analizzare ciò che è stato, la possibilità di ricordare gli eventi e di valutarne le conseguenze personali e interpersonali è ciò che ci permette di apprendere. Grazie a questa capacità tramutiamo le scelte passate e perfino gli errori, in esperienza.
Accanto alla valutazione strettamente cognitiva degli eventi, non possiamo non tenere in considerazione le emozioni e i sentimenti che entrano in gioco. Ecco che qui, possono muovere i loro primi passi il rimorso e il rimpianto.
A tutti sarà capitato almeno una volta nella vita di rimuginare così tanto e così a lungo su ciò che è successo, da rimanere quasi schiacciati dalla frustrazione di non poter tornare indietro e agire diversamente. Oppure, quante volte non siamo riusciti a chiudere occhio ripensando alle persone che abbiamo fatto soffrire a causa di decisioni sbagliate e non siamo stati capaci di trovare rimedio a quel pesante macigno poggiato sullo stomaco.
Che ci piaccia oppure no, rimpianto e rimorso sono potenzialità insite in ogni scelta: ciò che fa davvero la differenza è quanto siamo in grado di accoglierli e accettarli nella nostra vita, riflettendo su come vogliamo usufruire degli spunti di riflessione che ci offrono. Ma prima di arrivare a questo punto, è importante saperne di più.
Cosa cambia tra rimorso e rimpianto
Nel linguaggio comune le parole rimorso e rimpianto vengono spesso utilizzate quasi indistintamente; in realtà pur originandosi da una sorgente comune, ossia il passato, rimorsi e rimpianti si distinguono per sentimenti ed emozioni diverse.
Significato di rimpianto
Il termine rimpianto rimanda ad un ricordo nostalgico e malinconico di persone o cose perdute e di occasioni mancate.
Questo vissuto di perdita si accompagna spesso al desiderio irrefrenabile di un ritorno al passato: immaginiamo così di poter riavvolgere il nastro della nostra vita per riavere ciò che di bello è andato perso o sogniamo la possibilità di compiere scelte differenti, ottenendo così esiti migliori.
Possiamo, ad esempio, rimpiangere una decisione passata, quando realizziamo che questa ha ferito un’altra persona (“se solo non avessi usato quelle parole per esprimere il mio disappunto, Lucia non si sarebbe arrabbiata così tanto con me”) o semplicemente quando capiamo che l’aver agito in un determinato modo ci è costato molto a livello emotivo, economico e in termini di tempo (“se solo avessi avuto il coraggio di ribellarmi alle imposizioni dei miei genitori, avrei scelto un altro tipo di scuola e ora sarei più sereno e soddisfatto”).
Insieme al rimpianto spesso si manifestano altre emozioni come il dispiacere, l’amarezza, la frustrazione e la rabbia, ma generalmente sono emozioni che sentiamo e proviamo per noi stessi, più che in relazione agli altri.
Significato di rimorso
La parola rimorso invece rimanda al tormento e al dolore suscitati dalla consapevolezza di aver commesso un’azione moralmente deprecabile, secondo la nostra scala di valori e di aver causato, con questa, una sofferenza a qualcun altro.
Proviamo rimorso perché noi esseri umani siamo in grado di provare empatia rispetto al dolore e alla sofferenza delle altre persone, perché riusciamo quindi a metterci nei loro panni.
Il rimorso porta con sé un’ammissione di colpa e richiede perciò la capacità di assumersi le proprie responsabilità di fronte ad un errore commesso.
Bussano alla porta anche un forte senso di colpa e di dispiacere: queste emozioni favoriscono una concreta presa di coscienza e accendono nella persona “colpevole” la volontà di scusarsi e di fare ammenda.
A volte il rimorso sincero è così doloroso da spingerci a non compiere altre azioni simili in futuro; rimane infatti attivo e pulsante nella memoria il ricordo delle conseguenze provocate dalle nostre azioni e delle emozioni negative esperite in seguito.
Dubbio e senso di responsabilità: il nutrimento di rimorso e rimpianto
Il sentimento del rimpianto sembra nutrirsi del dubbio di ciò che poteva essere e che invece non è stato; rimuginiamo sulle nostre scelte e ci convinciamo che se solo avessimo agito in maniera differente, le cose avrebbero preso un’altra piega (Leggi cosa è il dubbio patologico).
È ragionevole aspettarsi che ad azioni diverse corrispondano esiti diversi; al contrario non sembra invece ragionevole convincersi che tali esiti sarebbero stati sicuramente migliori. Scegliere una direzione piuttosto che un’altra o non agire affatto rispetto ad alcune situazioni in cui la vita ci pone, comporta anche la capacità di assumersi la responsabilità dei risultati ottenuti tramite il proprio comportamento (Ti senti di fronte ad un bivio? Scopri come imparare a scegliere).
Accanto a questa consapevolezza è rischioso però persuadersi che tutto ciò che accade, dipenda esclusivamente da noi. Nell’illusione di poter controllare tutti gli aspetti della nostra vita ci dimentichiamo di essere inseriti in un sistema in cui anche gli altri agiscono, pensano e sentono.
Immaginando perciò infinite possibilità e opzioni, è bene tenere a mente che alcune di queste avrebbero potuto sicuramente portare ad esiti migliori, ma tante altre agli stessi risultati e altre addirittura a conseguenze peggiori.
La capacità di provare rimorso invece è strettamente connessa al senso di responsabilità percepito. È impossibile provare rimorso per qualcosa di cui non ci si senta direttamente – o anche indirettamente – responsabili.
È invece possibile provare rimpianto per alcune situazioni in cui siamo stati costretti, in cui non c’era un grande margine d’azione.
Ad esempio, un padre o una madre potrebbero rimpiangere il poco tempo passato con i figli a causa di gravosi impegni lavorativi, essenziali però per il mantenimento degli stessi.
In definitiva potremmo quindi affermare che mentre il rimorso rimane legato indissolubilmente alla consapevolezza che ciò che si è fatto/detto è “sbagliato”, il rimpianto possa invece essere esperito anche rispetto alle conseguenze delle proprie scelte, nonostante la decisione presa sia stata valutata come “giusta” o come unica opzione possibile.
Sara dopo cinque anni di relazione, decide di lasciare il suo fidanzato perché si rende conto che insieme non sono più felici e che lei ha bisogno di altro: sa che la decisione è quella giusta, perché altrimenti dovrebbe fingere un sentimento che non prova. Tuttavia, rimpiange il tempo in cui tutto andava bene e in cui non faceva del male alla persona che amava. Luca che non accetta la fine della relazione, si arrabbia e insulta Sara; con il tempo proverà rimorso rispetto alle parole dette e chiederà scusa.
Curiosità: rimorso e rimpianto li provano tutti?
Sembra perciò che i termini rimorso e rimpianto facciano inevitabilmente parte della nostra psicologia… ma è proprio vero che tutti quanti siamo in grado di sentirli?
Una delle caratteristiche distintive delle persone affette da Disturbo narcisistico della personalità è proprio la mancanza di sentirsi sinceramente dispiaciuti. Queste persone sono in grado di rimpiangere una loro azione, ma è veramente difficile scorgere nelle loro risposte un sincero rimorso (Approfondisci il tema dell’anestesia emotiva).
Come abbiamo già detto, il rimorso implica la capacità di autocritica, di ammettere i propri errori e di prendersi la responsabilità per ciò che si è fatto o detto. I narcisisti imparano raramente a non ferire i sentimenti delle altre persone e a non oltrepassare i limiti imposti dagli altri, in quanto vivono nella convinzione che tutto ciò che loro fanno, dicono o pensano sia causato direttamente dai comportamenti delle altre persone. Possono quindi imparare nel tempo ad evitare azioni deplorevoli per non incorrere in punizioni o risentimenti, ma è difficile che comprendano realmente la sofferenza che causano nelle altre persone, vista la loro scarsa empatia.
Non è raro infatti che si arrabbino quando chi li circonda reagisce malamente ai loro modi di fare, arrivando a sminuire il loro punto di vista e il valore delle loro rimostranze.
Quando ci si rapporta con questo tipo di personalità, è sensazione comune sentirsi sempre dalla parte del torto, nonostante le evidenze dicano il contrario: così, quando ci si lamenta rispetto al loro umore altalenante o per i loro atteggiamenti meschini, non è raro sentirsi rispondere “è colpa tua perché sei troppo sensibile” oppure “ecco, vedi … non mi ami abbastanza”.
Il rischio di queste manipolazioni sta nel rinunciare gradualmente al proprio punto di vista e convincersi che tutto quanto, i sentimenti, le reazioni e perfino i comportamenti irrazionali del nostro partner piuttosto che della nostra amica siano una nostra responsabilità.
Vi potrete ritrovare, senza accorgervene, in un mondo del tutto diverso in cui passerete le vostre giornate a cercare di analizzare ogni piccolo sbalzo d’umore, ogni parola, il tono della voce, le espressioni facciali del vostro interlocutore per determinare quale vostro atteggiamento è in grado di scatenare le sue ire e il suo sdegno.
Come possiamo quindi, all’interno di queste relazioni, distinguere tra debole rimpianto e sincero rimorso? Innanzitutto, ricordiamoci che oltre alle parole, esistono le emozioni. Nel caso del rimorso la preoccupazione emotiva per l’altra persona è visibile e molto più profonda. Inoltre, è tangibile la volontà di fare ammenda per l’errore commesso; il rimpianto spesso invece appare debole, senza emozioni ed esprime il desiderio di superare il problema alla svelta, il desiderio “di andare oltre”.
Consigli per gestire al meglio rimorso e rimpianto
- Accettare che rimorsi e rimpianti fanno parte della nostra esperienza di vita.
Tutte le emozioni e i sentimenti, così come il rimpianto e il rimorso, bussano alla porta della nostra coscienza per richiedere il loro diritto di cittadinanza: concediamoglielo. Gestire le emozioni non significa reprimerle con la forza della razionalità; significa ascoltare il messaggio che portano con sé, dotarle di senso e significato rendendole così strumenti di apprendimento.
- Riconoscere negli altri la capacità di perdonare e sviluppare la capacità di perdonarsi.
Essere umani per definizione ci rende fallibili. Nessuno è immune dalla possibilità di commettere degli errori nel corso della propria esistenza.
È importante riconoscere che ci sono stati dati gli strumenti per rimediare alle nostre cadute: con questa consapevolezza sarà più facile perdonarsi, e riconciliarsi con il proprio passato e sarà più probabile ricevere il perdono delle altre persone. Tutto ciò non solo ridurrà la nostra sofferenza, ma migliorerà anche la nostra autostima.
- Cercare di immaginare i benefici che derivano dall’andare avanti, lasciandosi il dispiacere alle spalle.
Ogni cosa ha bisogno del suo tempo. Se è vero che è importante prendersi del tempo per riflettere sul proprio passato, è altrettanto vero che non è saggio indugiarvi più del dovuto. Rimanendo ancorati a ciò che riteniamo di aver sbagliato, vincolati dalla paura di sbagliare ancora, perdiamo gradualmente le nostre risorse, la nostra capacità di scegliere e decidere nuovamente (magari con più consapevolezza!).
Approfondimenti
- Cogito ergo soffro. Quando pensare troppo fa male, di Giorgio Nardone, Giulio De Santis.
- La paura delle decisioni. Come costruire il coraggio di scegliere per sé e per gli altri, di Giorgio Nardone.
- Questo amore fa male. Come salvarsi dalle relazioni distruttive e tornare a vivere, di Jackson MacKenzie
- Castellan, E, Come capire se e’ meglio il rimpianto o il rimorso, Grazia.
- Fjelstad, M. (2015). “Regret vs. Remorse. Only remorse leads to a real apology and change”. Pychology Today
- Erwin, N. (2013). “What is the difference between regret and remorse?”. Quora Forum
- Rubano, C. “La psicologia del rimpianto”. Crescita-personale.it
- Smith, M. (2017). “The Difference between Regret and Remorse”. OneHowTo
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