Migliorare la relazione con un ossessivo-compulsivo di personalità.
Quante volte avete sentito parlare di disturbo ossessivo-compulsivo di personalità (DOC)?
In questo articolo vi parlerò di come individuarlo e di come provare a migliorare la relazione con partner che soffre di DOC.
Indice dei contenuti
Il nucleo principale del DOC di personalità è la preoccupazione eccessiva per il controllo che viene percepito come l’unico modo per poter rendere tutto perfetto e in ordine.
Il disturbo ossessivo-compulsivo di personalità (DOC) porta quindi la persona ad avere un pensiero rigido, ad essere ossessionata dai dettagli e a puntare alla perfezione in molte attività che si ritrova a svolgere: nel lavoro, nelle pulizie, nell’ordine, etc.
Il disturbo ossessivo-compulsivo, come anche il disturbo di personalità è caratterizzato da ossessioni e compulsioni. La persona mostra una fissazione per l’ordine e per il perfezionismo che si riversano sugli oggetti materiali, oltre che sulla vita personale e sulle relazioni.
A differenza del disturbo ossessivo-compulsivo, dove la persona soffre e vorrebbe non possedere ossessioni e compulsioni (si para di egodistonia), nel disturbo ossessivo-compulsivo di personalità queste vengono vissute come in linea con il proprio modo di essere (si parla di egosintonia).
Lo scopo ultimo di chi soffre di questa tipologia di disturbo è quello di voler avere tutto sotto controllo e di fare in modo che tutta la propria vita sia programmata. Ecco perché tendenzialmente la persona presenta un pensiero rigido orientato all’attenzione per le regole, ai programmi e a tutto ciò che serve a dare un ordine al mondo.
Per quanto siano ancora poco chiare le cause del disturbo, esistono evidenze che affermano come alcune esperienze educative e familiari possano portare all’insorgenza di tale disturbo.
Differenti fattori, infatti, sembrano essere implicati nella sua genesi:
Aspetti ereditari e influenze ambientali possono ricoprire un ruolo importante nella genesi del disturbo-ossessivo compulsivo di personalità.
Tra le caratteristiche dell’ambiente familiare possiamo ritrovare alcuni fattori di rischio per tale disturbo, quali:
Quello che viviamo da bambini, quindi, può fortemente influenzare la nostra personalità.
La relazione con un ossessivo-compulsivo di personalità può essere molto complicata da gestire: tutto ciò che fa il partner, non va mai bene, manca sempre qualcosa, si può fare meglio e solo il partner con il DOC è in grado di farlo nel “modo giusto”.
Quindi si crea una relazione dove da un lato vi è il partner (con DOC) che fa sempre le cose bene e dall’altro il partner che sbaglia.
Ma come comprendere se il proprio partner soffre di questo disturbo?
E quali segnali bisogna considerare?
Eccone alcuni di seguito.
Due primi segnali sono la rigidità e l’intransigenza.
Detta così può apparire come un “tutto o niente” perché spesso accade di conoscere e di essere in relazione a persone che sono piuttosto rigide e che seguono dei propri schemi nella vita di tutti i giorni.
Sicuramente, però, ciò che fa la differenza è proprio la frequenza con cui queste si manifestano.
Rigidità e intransigenza, infatti, possono essere tratti comuni e diventano segno di tale disturbo quando caratterizzano tutte le situazioni e i contesti di vita della persona.
Nel caso di un partner che sta in relazione con un ossessivo-compulsivo di personalità, quello si può notare è la presenza di questa rigidità nelle azioni e nei pensieri che non lascia spazio al compromesso e alla reciprocità. Tutto viene programmato e deciso e l’imprevisto non può è non deve esistere.
Entrambi gli elementi possono rendere la coppia debole perché non viene dato spazio al nuovo e all’ignoto.
Altro segnale è il bisogno di controllo che risulta eccessivo in chi soffre di questo disturbo di personalità. Spesso, quindi, può accadere che la persona debba agire in modo compulsivo per fare in modo che tutto sia esattamente come l’aveva programmato.
Tutte le attenzioni del partner sono quindi rivolte all’esecuzione del proprio progetto e delle compulsioni e ciò lascia poco spazio all’altro e all’instaurarsi di una relazione intima.
Questo bisogno di controllo si manifesta in molte situazioni della vita: ad esempio quando si esce, tutto deve essere progettato nei minimi particolari e si deve fare in modo che le cose vadano come sono state pensate. Viene data inoltre eccessiva importanza anche ai dettagli trascurabili che non meriterebbero attenzione.
Il controllo eccessivo riguarda anche le emozioni e le sensazioni provate: tendenzialmente vengono nascoste o si evita di esprimere ciò che si prova per paura che l’altro possa rimanere deluso o addirittura possa “punire” o interrompere la relazione. Ciò porta a controllarsi e ad una forma di inibizione emotiva.
Altro elemento da notare è la chiusura in se stessi.
Tendenzialmente sono persone assorte nei loro pensieri intrusivi e ossessioni che si trasformano in compulsioni volte ad abbassare l’ansia. Lo scopo è quello di cercare la perfezione per poter stare bene. Il problema è che tale perfezione è irraggiungibile e diviene un’eterna lotta da combattere che inevitabilmente toglie attenzioni al partner.
Vivere una relazione con un ossessivo-compulsivo di personalità può portare a demoralizzarsi e a pensare che forse stare insieme è impossibile.
Il rapporto a tratti può risultare complesso in quanto bisogna partire dalla consapevolezza che il partner sarà estremamente preso da ciò che vive all’interno della sua mente.
Di seguito riposto alcuni suggerimenti utili per affrontare la relazione.
Il primo livello su cui intervenire è quello della comunicazione emotiva.
Potrebbe essere importante quindi comunicare l’interesse verso le sue emozioni e i suoi sentimenti ed esortare alla condivisione.
Importante è deludere le aspettative che la persona potrebbe avere sulle reazioni: ad esempio è importante reagire con gioia quando queste vengono condivise o apprezzare e riconoscere, tramite la verbalizzazione, lo sforzo fatto.
Il doc di personalità nutre un forte desiderio di avere ragione.
Mettere da parte il proprio ego durante le discussioni e cercare di puntare a risolvere i conflitti piuttosto che “vincerli” può aiutare ad evitare l’escalation del conflitto.
Usare affermazioni quali: “IO mi sento così”, invece di “TU mi fai sentire così”, per esprimere la propria prospettiva, evita di attribuire all’altro la colpa e di metterlo in una posizione di difensiva.
A volte è facile per chi soffre di doc finire nell’eccessivo criticismo e lo stesso può accadere al partner, in quanto si finisce per concentrarsi solo sugli aspetti negativi. Ciò genera una rigidità da entrambe le parti che può essere smontata spostando il focus sugli aspetti che apprezziamo dell’altro come l’etica del lavoro e l’affidabilità. Questo aiuta a creare un senso di sicurezza.
Chi soffre di doc spesso mostra fastidio o frustrazione, miste a sentimenti di ansia o impotenza quando vede che qualcosa non va come immaginato.
Riconoscere questi vissuti ed essere disponibili ad aiutare per alleviarli può migliorare la relazione.
Se la relazione romantica non funziona, la terapia di coppia può aiutare a comprendere le dinamiche in atto e a trovare strategie utili per il miglioramento di alcune situazioni complicate o difficili da gestire.
A livello di coppia, inoltre, il terapeuta può aiutare i partner a comprendere le dinamiche che si attivano in alcuni casi nella relazione. Ad esempio le ossessioni possono riguardare la relazione stessa come la sua durata e l’andamento; questo, ovviamente, può opprimere l’altro partner.
Tramite la terapia di coppia, quindi, si possono palesare i pensieri intrusivi, si possono condividere con il partner e ci si può lavorare insieme.
Anche un percorso individuale può aiutare a prendere consapevolezza e a comprendere come relazionarsi con personalità di questo tipo o a far comprendere a chi soffre di doc quanto i pensieri intrusivi caratterizzino e invalidino la loro vita.
Molto utile per questo scopo è la psicoterapia breve strategica.
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