La nostra vita è caratterizzata da due elementi che possiamo definire essenziali: l’amore e il lavoro. Entrambi, oltre a rappresentare dei pilastri, sono fondamentali per la costruzione della nostra personalità.
Spesso sentiamo dire che sarebbe bene evitare di “mescolarli”; la regola principale è che, quando si inizia una nuova esperienza lavorativa è meglio evitare di creare relazioni d’amore con il proprio capo. Sappiamo bene, però, che spesso questo principio viene meno. Sicuramente si tratta di un cliché molto comune che siamo abituati a vedere nei film romantici, ma bisogna ammettere che sovente si manifesta anche nella realtà.
In aggiunta a questo, spesso accade che il capo di cui ci infatuiamo è un narcisista.
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Alcune domande che molti si pongono sono: com’è lavorare con un narcisista? Quali sono i segnali che ci fanno capire che il nostro capo è un narcisista?
È importante prima di tutto evitare di generalizzare, in quanto ogni contesto va analizzato e pensato come a sé stante. Da qui, però, bisogna anche precisare che tendenzialmente i narcisisti hanno dei tratti in comune che li caratterizzano.
Riconoscere questi tratti è importante per evitare di legarsi ad un capo narcisista, così da ridurre il rischio di intossicarsi sul piano relazionale.
Uno di questi è il bisogno di stare al centro dell’attenzione e di ricevere apprezzamenti continui da chi sta loro intorno.
Il capo narcisista, quindi, tende a voler essere adulato dai suoi sottoposti e punta ad ottenere gratificazioni e riconoscimenti dai suoi superiori. Per questo motivo si comporta spesso in un modo da ottenere lodi e approvazioni.
Un capo narcisista punta inoltre ad avere il controllo su tutto, spesso occupandosi di più cose insieme ed evitando di delegare. Ciò gli serve ad ottenere tutti i meriti per sé.
Di contro lascia gli insuccessi agli altri o attribuisce la responsabilità dei sui fallimenti a fattori esterni.
Se da un lato legarsi ad un capo narcisista può portare a dei vantaggi, dall’altro, nel tempo, può dimostrarsi controproducente.
Ciò che crea maggiori difficoltà, infatti, è il cambiamento che avviene a livello comportamentale; all’inizio può risultare molto gentile, adulare chi gli sta accanto, elogiandolo di continuo o utilizzando tecniche di manipolazione quali il love bombing. Questa fase, però, ben presto termina e viene soppiantata da una leadership disfunzionale e soffocante nei confronti del dipendente: può manifestare attacchi di ira incontrollata di fronte ad errori futili o atteggiamenti svalutanti verso il suo lavoro.
Legarsi ad un capo narcisista significa anche dover sottostare alla credenza che tutti possano stare ai suoi “comodi” o seguire le sue regole. Ciò lo spinge ad avanzare richieste assurde e irrealizzabili come turni di lavoro invadenti e massacranti o progetti da concludere in tempi eccessivamente brevi.
A questo punto è utile comprendere quali possano essere i segnali di love bombing così da capire quale sarà la fase successiva.
Partiamo col dire che il love bombing è una vera e propria forma di manipolazione che il narcisista attua verso il dipendente.
Tra questi, in un primo momento, potrebbe:
La risposta è semplice: il capo narcisista attua questa forma di manipolazione perché vuole diventare un punto di riferimento e creare un legame di dipendenza dalla sua persona.
In tal senso cerca di creare una relazione forte che possa essere la base di un rapporto lavorativo lungo e duraturo, affinché l’altro rimanga vincolato da un legame che nel tempo si rivela “tossico”.
Come possiamo difenderci da tutto questo? Di seguito qualche consiglio pratico.
La prima regola da attuare è quella di adulare il proprio capo.
Il narcisista ama ricevere apprezzamenti quindi, ove possibile, fornire apprezzamenti e feedback positivi servirà a metterlo al centro dell’attenzione e a fare in modo che venga rivalutata la vostra figura professionale.
Un capo narcisista pretenderà quanto più possibile e forse anche di più.
Dato che è estremamente importante evitare i conflitti con un narcisista, è utile, per quanto possibile, cercare di reggere i ritmi e soprattutto evitare di creare situazioni spiacevoli.
La cosa importante è proporre modifiche ragionevoli cercando sempre di coinvolgerlo affinché percepisca che le modifiche siano farina del suo sacco.
Reggere ritmi impossibili e un contesto di lavoro così malsano non è semplice. Ecco perché è importante crearsi una via d’uscita da percorrere prima che la situazione degeneri. Questo perché il narcisista al lavoro difficilmente lascerà andare le sue prede. Cercherà invece di approfittare e di “succhiare” tutte le energie dei suoi dipendenti.
Cerca, quindi, un modo per fuggire e stare bene.
Guida pratica per sopravvivere in ambienti di lavoro tossici
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