Parliamo di infanzia paranoidea
Come già precedentemente accennato negli articoli sulle infanzie perturbate (borderline e antisociale), i maltrattamenti o più in generale le infanzie infelici creano adulti problematici. Oggi parliamo dell’infanzia paranoidea.
Storie di bambini paranoidei arrivano ai servizi, in genere, sulla base di segnalazioni che giungono dalla scuola o, occasionalmente dai vicini di casa. E’ difficile che arrivino segnali direttamente dai bambini, che tendenzialmente si chiudono in un muro di omertà. Il silenzio è generato dalla paura verso una figura genitoriale idealizzata e viene in qualche modo alimentata dal genitore più debole.
Alla luce di queste caratteristiche è possibile individuare alcuni tratti tipici dell’adulto con disturbo paranoideo di personalità e trovare una correlazione con la storia della sua infanzia.
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Il controllo degradante dei genitori, percepiti come adulti fondamentalmente ostili porta l’adulto paranoide ad aspettarsi un attacco di cui teorizza le ragioni (su temi persecutori) oppure può portarlo ad esercitare su altri lo stesso controllo umiliante sperimentato durante l’infanzia.
Il bambino con un’infanzia paranoidea, abituato a ricevere punizioni e impegnato a controllare le sue reazioni, diventerà con molta probabilità un adulto che tenderà ad evitare l’intimità, a non confidarsi con nessuno e a mostrarsi indipendente dall’altro.
Solo quando situazioni di questo genere vengono alla luce, e la difesa del genitore debole viene svolta da qualcuno che interviene dall’esterno, può venir meno lo sviluppo paranoideo, poiché c’è un ridimensionamento delle figure genitoriali.
La tutela del minore che ha vissuto un’infanzia paranoidea e un sostegno alla parte genitoriale debole permetterà al bambino nuove esperienze per percepirsi altro da quello che, fino ad allora, gli adulti avevano proposto.
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