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28 Agosto 2022Vi siete mai sentiti come se stavate perdendo la ragione al lavoro perché qualcuno insisteva sul fatto che avevate avuto una conversazione che proprio non ricordavate?
O magari avevate l’impressione che una o più persone giudicavano il vostro operato sempre e comunque cercando di sminuire il vostro lavoro e quindi la vostra persona?
Se vi ritrovate in queste descrizioni è possibile che siate stati vittime di un tentativo di gaslighting in azienda da parte di un collega o capo narcisista psicopatico.
Tra i comportamenti manipolatori utilizzati da un narcisista in azienda, infatti, uno di questi è il gaslighting, ovvero una forma di manipolazione psicologica che viene attuata in genere da un narcisista nei confronti del gaslightee, ovvero la vittima per costringerla a mettere in discussione la propria versione dei fatti e in alcuni casi anche la propria sanità mentale.
Wikipedia lo definisce come “una forma di manipolazione psicologica in cui una persona o un gruppo semina segretamente semi di dubbio in un individuo o gruppo mirato, facendoli mettere in discussione la propria memoria, percezione o giudizio”.
Il termine gaslighting proviene da un’opera teatrale del 1938 chiamata “Gaslight”, in cui il marito della protagonista la convince poco a poco che sta impazzendo e il tutto viene eseguito in modo consapevole e volontario.
Questo fenomeno può verificarsi anche a lavoro da parte di un manager o di un collega che sceglie di mettere in atto questo comportamento manipolatorio per esercitare il suo controllo sull’altro.
Indice contenuti
I segnali del gaslighting in azienda
Per evitare che ciò possa ostacolare lo svolgimento del proprio lavoro e il benessere psicofisico è importante riconoscere i segnali di questo comportamento disfunzionale.
Tra i campanelli d’allarme da tenere in considerazione abbiamo:
- Resoconti negativi persistenti circa le prestazioni della vittima o feedback negativi ambigui e difficili da analizzare, al fine di creare confusione, soprattutto se provenienti dal proprio manager.
- Sospetto che il fautore della manipolazione dica pubblicamente cose negative sul proprio conto, mettendo anche i colleghi contro, attraverso pettegolezzi negativi e falsi.
- Messa in discussione della percezione della realtà dell’altro al lavoro per creare dubbi: un esempio è gioire del proprio progetto appena terminato e avere qualcuno che tenta di farci sentire come se avessimo dovuto farlo meglio.
- Tendenza sminuite le emozioni, gli sforzi o le percezioni della vittima.
- Esclusione da riunioni o eventi rilevanti facendo sentire la vittima inferiore. Questo punto va considerato se tale esclusione avviene regolarmente e da parte della stessa persona.
- Persistente umorismo negativo e sarcasmo volto a provocare, deridere, sminuire ed emarginare il gaslightee.
Come affrontare il gaslighting al lavoro
Se pensiamo di essere vittime di questa tipologia di manipolazione, può essere mettere in pratica le seguenti azioni per tutelarsi:
- Provare a parlare con chi agisce tali comportamenti per capire se ci sono stati dei fraintendimenti, prima di decidere di segnalarlo.
- Prendere nota di ogni conversazione verbale avuta con il proprio carnefice, anche attraverso un’email in cui si ricapitola quanto detto.
- Cercare di capire se anche qualche altro collega è vittima dello stesso trattamento, scegliendo di confidarvi con le persone giuste.
- Se avete la prova che siete vittima di questa manipolazione seguite le procedure previste dall’azienda per segnalare tali molestie. Portate quindi tutta la documentazione che avete raccolto e, se anche altri sono vittime dello stesso carnefice, provate a chiedere loro di unirsi a voi.
- Nel caso in cui l’azienda non supporti tale richiesta è opportuno prendere in considerazione l’idea di cambiare lavoro, perché lavorare in un ambiente tossico non è salutare né da un punto di vista fisico né da un punto di vista psicologico.
- Se vi sentite smarriti, potete anche chiedere aiuto ad un esperto per aiutarvi a gestire tale situazione.
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