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Come possiamo (VERAMENTE) controllare tutto!

Scritto da Dott. Davide Algeri il 19 Giugno 2022
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controllare tutto

controllare tuttoIl controllo fa riferimento alla capacità che una persona ha di influenzare, secondo le proprie aspettative, il proprio destino. In psicologia spesso di parla di locus of control per fare riferimento al “luogo attraverso cui si esercita il controllo” che può essere interno o esterno alla persona.

Indice dei contenuti

  • Il profilo di chi vuole controllare tutto
  • La consapevolezza dei limiti del nostro controllo
  • Come ridimensionare la tendenza a controllare tutto
  • Su cosa non abbiamo il controllo
  • 3 strategie per ridurre la tendenza a voler controllare tutto

Il profilo di chi vuole controllare tutto

Chi più chi meno punta a controllare ciò che accade o comunque l’ambiente in cui vive.

Spesso dietro la tendenza a voler controllare tutto (mania di controllo) si nasconde una bassa autostima e una difficoltà a gestire le proprie emozioni che spingono la persona a ricercare un’immagine perfetta di sé.

Il problema è che provare a controllare l’incontrollabile crea ansia e stress, portando a convincerci che non siamo in grado di controllare le cosa come vogliamo. Finiamo così per sviluppare uno stato di ansia costante che rischia di trasformarsi in sofferenza nella misura in cui pervade l’intera nostra giornata.

Ma fino a che punto possiamo esercitare il controllo su ciò che ci circonda? E quali possono essere gli effetti di un controllo ben riuscito o al contrario di un controllo che avviene in modo disfunzionale e che porta alla perdita di controllo?

La consapevolezza dei limiti del nostro controllo

Chi non mette limiti al proprio controllo rischia quindi di alterare il proprio umore creando dei picchi che variano tra la megalomania e la depressione.

Nel primo caso, la sensazione di avere tutto sotto controllo genera adrenalina e rilascio di dopamina, producendo uno stato maniacale che fa sentire galvanizzati e molto potenti.

Di contro, quando si ha la percezione che manca il controllo si avverte un forte senso di sconfitta e frustrazione che, se prolungato nel tempo, rischia di creare degli stati depressivi.

Diventa quindi necessario mettere un controllo al controllo.

Che significa questo? Fondamentalmente vuol dire imparare a limitare la tendenza a voler controllare tutto, differenziando ciò che è sotto il nostro controllo, da ciò che non lo è.

Come ridimensionare la tendenza a controllare tutto

Per imparare a fare ciò è utile provare a capire cosa di fatto si sottrae al nostro controllo.

Per cominciare prova a chiederti: cosa sfugge al mio controllo?

A questo punto:

  1. Fai una lista di situazioni, persone o cose che provi a controllare durante il tuo quotidiano.
  2. Spunta le voci dove fai più fatica o dove non riesci proprio ad ottenerlo.
  3. Scrivi accanto ad ogni risposta il tuo grado di controllo in percentuale.
Lettura di approfondimento:  Poliamore: motivazioni che spingono una persona a sceglierlo?

Già facendo questo semplice esercizio prenderai consapevolezza e potresti cominciare a lasciar andare delle cose dove ti accorgi di non avere il controllo.

Su cosa non abbiamo il controllo

Di seguito ho stilato una lista di situazioni che tendiamo spesso a voler controllare, ottenendo in cambio solo tanta ansia, stress e frustrazione.

controllo e perfezionismoQuesto perché sono situazioni che sfuggono di fatto al nostro controllo.

  1. Il grado di perfezione di un’attività o di un risultato: se hai la mania del controllo di sicuro questo aspetto ti riguarda. Ammettilo, hai mai raggiunto un livello di perfezione tale da provare soddisfazione per il risultato ottenuto? Personalmente credo di no o comunque se sei riuscito nell’impresa sarà stata un’eccezione. Controllare il grado di perfezione, infatti, è a dir poco impossibile, proprio perché l’uomo di base è un essere imperfetto. Come può quindi raggiungerla o riconoscerla?
    Smettila quindi di ostinarti a controllare qualcosa su cui non hai alcun potere come il grado di perfezione. Concentrati piuttosto sul diventare ogni giorno migliore di ieri.
  2. Il comportamento delle altre persone: quanto controllo pensi di avere sul comportamento degli altri? Te lo dico io lo 0%. Certamente il tuo approccio può influenzare le loro reazioni, ma parliamoci chiaro l’ultima scelta spetta solo e soltanto alla persona in questione. Ostinarsi quindi a controllare il comportamento degli altri con la forza del pensiero, con il terrorismo psicologico o con qualsiasi altra strategia non ti darà mai la certezza di poterlo fare in modo assoluto. Prima prendi consapevolezza di questo, prima inizierai a ridurre la tua ansia.
    Ricorda: un buon leader è quello che lascia sbagliare e non quello che si sostituisce. Se continui a sostituirti e a fare il lavoro degli altri, finirai per fare per dieci, mentre gli altri otterranno tutti i vantaggi restando a guardare.
  3. Il futuro/destino/fortuna/sfortuna e gli imprevisti: quante volte ti ritrovi a voler anticipare gli accadimenti del futuro? Magari devi fare un viaggio, o devi preparare un lavoro da presentare e sei lì che cerchi di prevenire tutte le disgrazie o gli imprevisti che potranno verificarsi. Nulla può creare più ansia di un comportamento di questo tipo. Questo perché il nostro cervello, a livello subconscio, sa che non saremo mai in grado di avere tutto sotto controllo. Quindi tutto quello che facciamo per evitare interruzioni o comunque per avere il controllo su una determinata cosa che dovrà avvenire, non ci potrà mai rasserenare completamente. In conclusione stiamo facendo fatica sprecata. Come fare quindi? Continua a leggere, ti darò qualche dritta alla fine.
  4. Le reazioni emotive e i sentimenti. Reazioni emotive quali rabbia, paura eccessiva, tristezza, etc, insieme ai sentimenti di amore, simpatia e antipatia, etc., non si possono controllare. Per questo cercare di farlo sforzandosi con la “forza del pensiero”, rischia di alterarli e di confermare la propria incapacità di controllarli. Risulta più funzionale imparare a gestirli o comunque a prevenire le esplosioni emotive. Ricorda che siamo responsabili delle nostre reazioni emotive, ma non di quelle degli altri.
  5. Lo stato di salute è qualcosa che possiamo controllare solo in parte facendo le visite di routine, moderando l’alimentazione e con l’esercizio fisico. La comparsa/scomparsa di problemi di salute, ahimè, non dipende da noi. Per questo motivo il controllo ossessivo dei sintomi, che spesso sfocia nell’ipocondria, un pò come per le reazioni emotive, finisce per procurare ansia, fino anche ad attacchi di panico.
  6. I pensieri sono ancora qualcosa su cui non possiamo esercitare il controllo. O meglio non siamo in grado di evitare che un pensiero arrivi alla nostra mente: più ce lo vietiamo, più questo arriva e fatichiamo a scacciarlo. L’unico modo che abbiamo per provare a controllarli è pensarli volontariamente.
Lettura di approfondimento:  Quando l'aiuto diventa necessario (ottavo incontro)

Credo di non essermi dimenticato nulla. Puoi comunque aggiungere a questa lista altre cose su cui ritieni di non avere il controllo e se vorrai segnalarmele mi aiuterai ad integrare l’elenco.

Ricorda, accettare di non avere il controllo su tutto è il primo passo per averlo.

Inoltre, comprendere dove effettivamente abbiamo il controllo, può servirci per potenziare il nostro investimento di risorse migliorando così il risultato. Almeno per quello che ci compete.

3 strategie per ridurre la tendenza a voler controllare tutto

Bene siamo arrivati alle strategie per costruire un controllo efficace.

Di seguito te ne indico tre:

  1. Riconosci ciò che non controlli: se sei un control freak e avverti una forte ansia, prova a domandarti: in questo momento, sto cercando di controllare qualcosa che effettivamente non posso controllare? Se la risposta è sì, allora saprai da dove partire.
  2. Punta al minimo per ottenere il massimo: come abbiamo visto, puntare ad ottenere la perfezione, ti servirà a costruire il futuro fallimento. Questo perché se parti dall’alto, potrai solo andare a scendere. Il suggerimento che ti dò, invece, è quello di partire dal basso, ovvero punta al minimo e una volta raggiunto, migliora sempre di più fino ad ottenere il massimo. Ad esempio, se devi fare una presentazione di lavoro, parti dai contenuti senza curarti della grafica, una volta scritti quelli, poi lavora sull’impaginazione, poi sulla grafica, etc. Cambiando approccio, scoprirai qualcosa di nuovo.
  3. Vaccinati all’imprevisto per risultarne immune. Vaccinarsi all’imprevisto significa non starci male quando questo si presenta. Per riuscire in questo, un utile esercizio consiste nel cominciare a vedere gli imprevisti come un’opportunità, invece che come una minaccia. Un’occasione per diventare più resistenti di fronte agli urti della vita. Prova ad immaginare quanto forte potresti diventare in un solo giorno.

Lettura di approfondimento:  Senso di colpa: come superare la manipolazione affettiva

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