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La seduzione è un gioco basato sulla psicologia, non certo sulla bellezza, sul carisma o sul denaro, anche se, indubbiamente, sono fattori che possono giocare un ruolo non indifferente. Ciò che seduce una persona, in realtà, è lo sforzo che viene fatto per conquistarla, perché questo le si mostra di averla a cuore e di ritenerla importante. Questo ragionamento è valido in qualsiasi ambito, dall’amore all’amicizia, dalle dinamiche sociali a quelle economiche.
Giocare il ruolo del seduttore è una prospettiva allettante pressoché per chiunque, ma tendenzialmente ci risulta meno gradevole l’idea di essere ‘vittime’ o ‘prede’ delle strategie di altre persone, soprattutto quando non sono spontanee, ma costruite ad hoc per farci cadere nella loro rete.
Proviamo, allora, a conoscere meglio i principali archetipi della seduzione in modo da avere qualche strumento in più per difenderci dai seduttori e dagli antiseduttori strategici.
Il seduttore – uomo o donna, amante, amico o venditore – non è mai troppo assorbito o ripiegato su se stesso perché questo è indice di insicurezza, e l’insicurezza è antiseducente. Ovviamente, chiunque ha le sue piccole e grandi fragilità, ma il seduttore impara ad ignorarle e a superare i momenti di dubbio lasciandosi coinvolgere e trasportare dal mondo. Di conseguenza, risulta una compagnia gradevole e ricercata.
Raramente un seduttore si lancia in un’impresa giocandosi mosse o strategie banali, perché così facendo metterebbe in allarme la sua preda, o, quanto meno, susciterebbe sospetto.
Robert Green descrive nove tipologie di seduttore, a seconda che prevalgano energie e desiderio sessuali, sensibilità estetica, attenzione alla propria immagine, apertura e spontaneità, fascino e freddezza, desiderio di piacere e di circondarsi di persone, spiccata sicurezza di sé o un etereo alone di mistero.
Ecco i nove archetipi principali:
Se i seduttori sono capaci di attrarre grazie all’attenzione individuale ed esclusiva che dedicano agli altri, gli antiseduttori sono l’opposto: insicuri, egoisti, incapaci di comprendere a fondo l’Altro. Avendo scarsa consapevolezza di sé, difficilmente capiscono quando molestano, infastidiscono o parlano troppo. Non sono in grado di creare la ‘promessa del piacere’ sulla quale verte la seduzione. Insomma, se il seduttore attrae, l’antiseduttore respinge!
Sappiamo tutti che alcune nostre azioni risultano indubbiamente e naturalmente piacevoli agli altri, qualsiasi sia il contesto in cui ci troviamo. I problemi nascono, invece, quando ci concentriamo troppo su noi stessi e cominciamo a pensare più a ciò che vogliamo dagli altri, piuttosto che a quello che gli altri vorrebbero da noi.
Per questo motivo può capitare che una nostra azione gradevole – spontanea o voluta – sia spesso inconsapevolmente seguita da un’altra più egoista, talvolta quasi aggressiva, spinti come siamo dalla fretta di ottenere ciò che desideriamo.
‘Purtroppo’ la seduzione si basa sulla costanza e sulla pazienza, non bastano gesti carismatici o modi affascinanti da snocciolare ogni tanto. Pensate, per esempio, al vostro bar di fiducia, quello dove prendete il caffè o l’aperitivo di solito, il locale in cui vi sentite a casa: se il barista fosse gioviale e sorridente solo un paio di giorni a settimana, quanto ci mettereste a cambiare bar? Ecco, la seduzione funziona nello stesso modo!
Anche in questo caso, l’antiseduttore si esprime in tanti modi e con tante caratteristiche diverse, ma quasi tutte le tipologie condividono un attributo che sta alla base della repulsione che ispirano: l’insicurezza. L’antiseduttore è insicuro al punto tale da non riuscire a farsi coinvolgere nel gioco della seduzione perché i suoi bisogni, le sue ansie e l’eccessivo ripiegamento su se stesso glielo impediscono. È il caso di chi interpreta la minima ambiguità come una mancanza di rispetto nei suoi confronti e magari vede un tradimento in una semplice e casuale assenza di disponibilità, lamentandosene amaramente.
Nonostante sembri facile tenersi a distanza di sicurezza da questi tristi e sfortunati personaggi, spesso non si rivelano subito, ma appaiono come individui bisognosi e può capitare di trovarsi invischiati in una relazione per nulla gratificante. Ci sono alcuni indizi che denotano insicurezza e chiusura in se stesso: la poca generosità, la tenacia nel portare avanti una discussione, un’eccessiva criticità… oppure, al contrario, lodi immeritate e dichiarazioni premature… o, ancora, l’incapacità di prestare attenzione ai particolari.
Ecco le tipologie principali di antiseduttori:
Ovviamente, in tutti noi sono presenti dei tratti di questi archetipi. Se impariamo a riconoscerli sarà più semplice metterli da parte e risultare, di conseguenza, più gradevoli e carismatici agli occhi altrui.
Pur sfoderando tecniche e strategie, anche il più abile seduttore può imbattersi in persone che risultano più diffidenti, chiuse o difficili da sedurre. Una reazione comune in questi casi è cercare di affrettare i tempi, di ‘abbattere il muro’ con modalità più dirette e incisive. Niente di più sbagliato! Così facendo non si ottiene altro che un allontanamento e un’ulteriore chiusura della ‘preda’. L’approccio vincente, in queste circostanze, è la via della lentezza, scegliendo di porre, prima di tutto, le basi per un rapporto incentrato su fiducia e amicizia.
Le uniche persone che reagiscono positivamente ad un approccio più strong sono quelle annoiate e in cerca di stimoli. Immaginate di entrare in un negozio per far passare il tempo durante un’estenuante attesa: una commessa ‘commercialmente seducente’ sa che può azzardare qualcosa di più del solito «Posso esserle utile?», catturando il vostro interesse con segnali contrastanti («Questo abito le starebbe molto bene, ma temo non sia il suo genere») o dandovi l’impressione di avere concorrenza («Ne abbiamo venduti così tanti che temo non mi sia rimasta la sua taglia, devo controllare»). Una volta conquistato l’interesse del potenziale acquirente, ecco che questo viene trasformato in desiderio, meglio ancora se preceduto da una sensazione di vuoto o di mancanza. Facile trasporre il concetto in ambito amoroso, vero?
Tutto, nella quotidianità odierna, è permeato dalla fretta e dall’improvvisazione, quindi soltanto offrendo qualcosa di diverso, ovvero prendendosi il tempo che occorre, si può risultare davvero ‘seducenti’, in ambito amoroso, sociale o economico.
Ciascuno di noi vive nel suo mondo, rincorrendo impegni, svaghi, ansie e preoccupazioni quotidiane. Chiusi in noi stessi, sappiamo bene che nulla è più esasperante che sentirsi ignorati e la disattenzione prolungata può suscitare amarezza, collera e persino odio. Non esiste nulla di più antiseducente della sensazione di essere dati per scontati o di essere continuamente paragonati ad altri per poi ricevere copiosi inviti a correggerci e cambiare.
La persona che riesce a interrompere questo meccanismo per operare una lenta separazione da quel mondo chiuso e fare in modo di ottenere la nostra attenzione o suscitare il nostro interesse è, di fatto, un seduttore.
Per fare ciò, occorrono tre requisiti fondamentali, che ciascuno può facilmente sviluppare: tatto, stile e attenzione.
Prima di lanciarsi alla conquista del mondo intero, vale la pena domandarsi: impiego altrettanto tatto, stile e attenzione per conquistare me stesso o mi do per scontato?
R. Greene, L’arte della seduzione, B.C.Dalai editore, Milano (2008).
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