Il gruppo del Mandala-Lab ormai sa che le parole, per quell’ora a settimana, non sono necessarie. Le lasciano fuori dalla porta, nelle tasche dei cappotti o nelle pieghe degli ombrelli. Una volta entrati, si lasciano scegliere da qualche colore e dal giusto intarsio di linee o dal foglio bianco su cui prenderà forma qualche parte del Sé…Nel silenzio, ogni volta, colori e linee bastano a portare sollievo, a rallentare i pensieri, a ricominciare ad ascoltarsi…
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Il mandala è uno strumento antico che proviene dalla cultura buddhista, ma si ritrova nella maggior parte delle religioni, ed ha trovato forte diffusione nel mondo occidentale anche grazie a C. G. Jung, che ne ha studiato per oltre vent’anni la valenza archetipica. Secondo Jung, infatti, il mandala rappresenta la personalità nella sua interezza, è uno specchio dell’ordine interiore che si sviluppa a partire da un nucleo di base e da una cornice che tenta di abbracciare e contenere il tutto. Nei momenti di maggiore inquietudine o disorientamento emotivo, è frequente che il mandala appaia spontaneamente come immagine in un sogno o nei disegni liberi (soprattutto negli ‘scarabocchi’ fatti senza troppa attenzione per ingannare il tempo): il mandala è, infatti, un archetipo compensatorio capace di portare «ordine nel disordine» o, almeno, di mostrare che l’ordine è possibile.
La valenza terapeutica del mandala consiste nella possibilità di utilizzare l’intrico di linee come schermo su cui proiettare le proprie paure e preoccupazioni o come contenitore di emozioni e pensieri. In questo modo la mente può liberarsi o, almeno, alleggerirsi dalle sue catene abituali, può ritrovare la capacità di concentrazione per applicarla al meglio alla propria vita, riscoprendo una nuova e più profonda motivazione con cui orientare le proprie scelte.
Disegnando un mandala, si compie un rito simbolico: si traccia un cerchio sacro che rappresenta la parte più intima della personalità e lo si protegge con linee e spazi per evitarne l’invasione o la dispersione all’esterno. Dato che nel mandala tutte le parti sono connesse le une con le altre, in una successione armonica di pieni e di vuoti, esso aiuta la capacità di integrazione psichica, facilitando la comprensione delle proprie emozioni o tratti caratteriali come pura conseguenza di esperienze di vita, non da giudicare, ma da capire e contenere in un metaforico abbraccio rappresentato dalle linee circolari.
La modalità di sviluppo grafico porta a «fare il punto» più e più volte, fino a raggiungere il ‘centro della psiche profonda’. È la centratura resa possibile dal mandala, infatti, che apre la strada alla guarigione delle piccole e grandi ferite che risalgono alla primissima infanzia, nel momento in cui i bisogni fisiologici/affettivi non sono stati compresi o soddisfatti nel modo ideale. Guarendo queste ferite si cresce e ci si scopre più forti e sicuri nelle relazioni interpersonali, più consapevoli di quello che si prova e del perché lo si prova: non è mai «colpa» degli altri, ma mera conseguenza di esperienze pregresse.
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