Chi non ha paura del giudizio degli altri alzi la mano
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26 Gennaio 2013Molto di ciò che ci trattiene dal vivere una vita appagante risiede nella paura.
Facciamo molta fatica ad ammettere a noi stessi di avere paura (o paure), perché veniamo cresciuti con l’idea che sia qualcosa di negativo, da nascondere. Così viviamo negando la paura, ignorandola, tentando di superarla o compensarla.
La paura è forse la più umana delle emozioni. A seconda della storia personale di ognuno può esprimersi con sfumature diverse: paura del giudizio e delle critiche, del rifiuto, del fallimento, dell’abbandono, del successo, della perdita e della solitudine, della punizione, dell’intimità, del confronto, della rabbia, di perdere il controllo…
La paura risiede nel nostro nucleo più profondo, per questo è così difficile contattarla ed esserne consapevoli. Quando è negata e non riconosciuta, viene cacciata negli scantinati della coscienza e da lì esercita un’influenza potente e spesso invalidante sulle nostre vite.
Terri Cole parla della Mente Mafia, intendendo con ciò che la paura opera sulla nostra mente allo stesso modo della mafia, ma anziché estorcere denaro, ci priva di gioia e libertà, con la minaccia di ciò che potrebbe succedere. Così facendo, tocca e spesso domina tutti gli aspetti del quotidiano – il modo in cui parliamo, lavoriamo, ci poniamo in relazione, respiriamo, o quando non facciamo nulla di tutto questo, sempre per paura.
Finché rimane una forza nascosta può renderci rigidi, sospettosi e ossessionati dalle sicurezze. Può sabotare la nostra creatività e renderci critici e perfezionisti. Può ostacolarci nelle nostre relazioni: sta dietro ai conflitti e all’elusione dell’intimità.
Ci induce a evitare le novità, le persone nuove, le modalità di pensiero diverse e i differenti stili di vita. È alla base di pregiudizio e violenza. Può essere all’origine di molti disturbi fisici – ansia, attacchi di panico, eruzioni cutanee, problemi di digestione, dolore e affaticamento cronici.
Sono le paure che ci impediscono di riconoscere le nostre doti essenziali e di aprirci a ciò che la vita ha da offrire.
2 modi per avvicinarci alle nostre paure
Il problema non sta, però, nell’avere paura (o paure): le nostre ferite non sono un ostacolo. Come afferma Thomas Trobe, sono riti di passaggio. I veri guai sorgono quando non ne siamo consapevoli, non siamo in contatto con le nostre sensazioni o tentiamo di affrontarle in modi poco efficaci che finiscono col creare ancor più dolore.
Una strada alternativa a quella generalmente intrapresa è quella di avvicinarsi alle proprie paure con amore e compassione, in un percorso di risanamento.
Innanzi tutto, teniamo a mente due aspetti:
- La paura è di tutti ed è una componente inevitabile del vivere. Ricordare questo può aiutarci a trasformare la paura da qualcosa di terrificante in qualcosa di normale, seppur sgradevole.
- La paura è un’emozione e non un fatto o una realtà ed, in quanto tale, possiamo esplorarla e modificarla. L’unica paura con una base di realtà è la paura della morte. Ma la maggior parte delle volte in cui proviamo paura, non siamo in pericolo di morte.
Dopo di che, possiamo interrogarci con molta onestà su quali siano le nostre più profonde paure. Ognuno ha una storia particolare e personale che può aver lasciato crescere certi timori e non altri. Diamoci del tempo per riflettere. Pensare alle aree della nostra vita in cui ci sentiamo “bloccati”, colpevoli e spaventati è un buon modo per arrivare alle nostre paure. La paura frena, blocca, toglie libertà e movimento, ci priva di agilità e iniziativa, coraggio e creatività. Dovunque sentiamo queste sensazioni, è molto probabile che la paura stia agendo da dietro le quinte.
Sapere quali sono le nostre paure più profonde ci permette, innanzi tutto, di sapere quali forze stanno guidando i nostri comportamenti. È la motivazione che sta dietro alla scelta che spesso ne detta l’esito. Se le nostre decisioni sono basate sulla paura, inevitabilmente creeranno risentimento ed emozioni negative, perché dentro di noi sappiamo che stiamo dicendo “No!” alla vita per paura.
Questa nuova consapevolezza ci permetterà di fare scelte più informate.
Accettarsi, completi di paure, è il primo passo. Più giudizio e autocritica esercitiamo su noi stessi e più la paura si intensifica dentro di noi. Maggiore è la nostra capacità di accettare le nostre paure e lavorarci sino in fondo e meglio siamo in grado di vivere nel modo più gratificante e completo possibile.
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