Alcuni esempi di dipendenti con la tendenza a lavorare meno
Laura lavora in una grande azienda di consulenza informatica. All’inizio della sua carriera era molto motivata e appassionata del suo lavoro, ma col tempo ha cominciato a sentirsi sempre più frustrata, insoddisfatta e a lavorare meno. Per un po’ di tempo, Laura ha cercato di ignorare questi sentimenti, continuando a svolgere il suo lavoro come se nulla fosse. Tuttavia, col passare dei mesi, Laura ha cominciato a ridurre gradualmente l’impegno e l’attenzione al lavoro, evitando di fare ore extra o di partecipare a progetti che richiedevano un impegno maggiore. Inoltre, ha cominciato ad assentarsi più spesso dal lavoro, senza fornire giustificazioni mediche o utilizzando tutti i giorni di ferie a sua disposizione. Inoltre, Laura ha smesso di partecipare alle riunioni di lavoro, alle iniziative organizzate dall’azienda e alle pause caffè con i colleghi, dimostrando un generale disinteresse per la vita aziendale. Infine, ha smesso di cercare di migliorare le sue competenze professionali e di partecipare a corsi di formazione o a programmi di sviluppo professionale.
Per un po’ di tempo, l’azienda non ha notato questi comportamenti, in quanto Laura continuava a svolgere il suo lavoro con discrezione. Tuttavia, col passare del tempo, il suo rendimento ha iniziato a diminuire, e si è manifestata una certa tensione tra Laura e i colleghi. L’azienda ha cercato di capire il motivo di questa situazione e, grazie a un’attenta analisi della situazione, ha individuato il quiet quitting come causa principale della situazione. Dopo aver parlato con Laura, l’azienda ha cercato di trovare una soluzione che potesse motivare nuovamente la dipendente e creare un ambiente lavorativo più collaborativo e stimolante.
Indice contenuti
Quello appena descritto è un esempio di quiet quitting, ovvero una forma di “dimissione silenziosa” che porta i dipendenti di un’azienda a lavorare meno e che sta diventando sempre più diffusa nel mondo del lavoro. Si tratta di una modalità di abbandono dell’azienda che prevede un allontanamento graduale del dipendente dall’ambiente lavorativo senza dare troppo nell’occhio.
Il quiet quitting può essere considerato un’evoluzione del concetto di “burnout“, ovvero la sindrome da esaurimento professionale, che si verifica quando un lavoratore sperimenta una grande quantità di stress, frustrazione e disillusione, che possono portare a una perdita di motivazione e di entusiasmo per il proprio lavoro.
Il quiet quitting, dunque, si manifesta attraverso una riduzione graduale dell’impegno e dell’entusiasmo per il lavoro, senza che vi sia una vera e propria rinuncia o un abbandono esplicito del posto di lavoro.
Ecco alcuni esempi di comportamenti che indicano la tendenza a lavorare meno e che possono essere considerati forme di quiet quitting:
Le cause alla base del quiet quitting sono molteplici e spesso sono legate a un malessere lavorativo che si accumula nel tempo. Il dipendente si sente poco valorizzato e poco ascoltato dai propri superiori, il lavoro diventa ripetitivo e poco gratificante, il clima lavorativo è teso e poco sereno. In alcuni casi, il dipendente può avere difficoltà a relazionarsi con i propri colleghi o a comprendere gli obiettivi dell’azienda.
In ogni caso, la tendenza a lavorare meno è spesso il risultato di un accumulo di insoddisfazioni dove il dipendente fatica a percepirsi come parte del team e a vedersi in futuro in quell’ambiente lavorativo.
Tra le altre cause che spingono a lavorare meno vi sono quindi:
Le conseguenze per il dipendente che comincia a lavorare meno possono essere molteplici.
In primo luogo, il dipendente rischia di perdere la possibilità di ricevere feedback costruttivi sul proprio lavoro e di migliorare le proprie competenze. Inoltre, potrebbe perdere la possibilità di mantenere contatti professionali importanti per la propria carriera; potrebbe sentirsi isolato e poco supportato, senza trovare il coraggio di confrontarsi con i propri superiori per risolvere i problemi che hanno portato alla decisione di abbandonare l’azienda.
Inoltre, il quiet quitting può avere un impatto negativo sulla carriera del dipendente. Abbandonare un lavoro senza dare spiegazioni o senza cercare soluzioni ai problemi può essere considerato un comportamento poco professionale, che potrebbe compromettere la reputazione del dipendente e la sua possibilità di trovare lavoro in futuro.
Il quiet quitting può avere quindi numerose conseguenze negative per i dipendenti, ecco le principali:
Anche per l’azienda le conseguenze del quiet quitting possono essere molteplici. In primo luogo, l’azienda potrebbe non accorgersi subito della mancanza del dipendente, ma a lungo termine rischia di perdere un elemento importante del proprio team. Il dipendente che ha fatto quiet quitting potrebbe avere competenze e conoscenze uniche che l’azienda non potrà facilmente sostituire. Inoltre, il quiet quitting potrebbe influire sulla motivazione degli altri dipendenti e sul clima lavorativo generale, creando un senso di insicurezza e di incertezza.
Inoltre, il quiet quitting potrebbe avere un impatto negativo sulla reputazione dell’azienda. Se il dipendente ha abbandonato il lavoro senza dare spiegazioni o senza cercare di risolvere i problemi, potrebbe diventare un’esperienza negativa per il dipendente che potrebbe condividere la sua esperienza negativa con altri potenziali dipendenti o clienti dell’azienda, compromettendo così la sua immagine.
In generale, le conseguenze negative del quiet quitting per l’azienda sono:
Per evitare l’insoddisfazione che porta a lavorare meno determinando il quiet quitting, è importante che l’azienda si impegni a creare un ambiente lavorativo sano e sereno, in cui i dipendenti si sentano valorizzati e ascoltati e si possano confrontare apertamente sui problemi al fine di trovare insieme le soluzioni migliori.
Inoltre, l’azienda dovrebbe impegnarsi a fornire un feedback costruttivo ai propri dipendenti, in modo che possano migliorare le proprie competenze e sentirsi supportati nell’ambiente lavorativo. Ancora, dovrebbe incentivare la formazione continua dei propri dipendenti, in modo che possano crescere professionalmente e rimanere motivati a lungo termine.
Infine, l’azienda dovrebbe cercare di individuare precocemente eventuali segnali di insoddisfazione o di disconnessione da parte dei propri dipendenti, in modo da poter intervenire tempestivamente per risolvere i problemi e mantenere il dipendente all’interno dell’azienda.
Per prevenire la tendenza a lavorare meno che porta al quiet quitting, è importante che l’azienda preveda delle iniziative mirate che puntino a:
Ecco alcune curiosità sul quiet quitting:
Scopri il primo libro pratico che ti dà strumenti utili per sopravvivere nella “giungla” delle relazioni difficili in azienda.
Guida pratica per sopravvivere in ambienti di lavoro tossici
Per fissare un primo appuntamento puoi scrivermi un'e-mail all'indirizzo davide.algeri@gmail.com o contattarmi al numero +39 348 53 08 559.
Se ti è piaciuto questo articolo puoi seguirmi sul mio account personale di Instagram, sulla Pagina Ufficiale Facebook di Psicologia Pratica o nel Gruppo di Psicologia Pratica. © Copyright www.davidealgeri.com. Tutti i diritti riservati. E’ vietata la copia e la pubblicazione, anche parziale, del materiale su altri siti internet e/o su qualunque altro mezzo se non a fronte di esplicita autorizzazione concessa da Davide Algeri e con citazione esplicita della fonte (www.davidealgeri.com). E’ consentita la riproduzione solo parziale su forum, pagine o blog solo se accompagnata da link all’originale della fonte. E’ altresì vietato utilizzare i materiali presenti nel sito per scopi commerciali di qualunque tipo. Legge 633 del 22 Aprile 1941 e successive modifiche.