Casi di esibizionismo
Simone viaggia spesso per lavoro e trascorre molto del suo tempo in hotel. Non importa in quale città si trovi, ma a volte avverte un forte bisogno di attirare l’attenzione che lo spinge a mettersi nudo, in piedi, nelle camere d’albergo dove ci sono grandi finestre. Mentre sta lì, spera che qualcuna passi e si accorga di lui.
Francesco, è un business manager e, finito il lavoro, spesso si reca in auto fuori dalle palestre della città. Ogni volta ne sceglie una diversa e sta lì in attesa che passino le ragazze all’uscita della lezione, sperando che lo vedano mentre si masturba nella sua auto.
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I due casi sopra descritti rientrano nella descrizione di una perversione sessuale o parafilia definita come esibizionismo, che consiste nell’esposizione dei propri genitali ad estranei non consenzienti e in situazioni inappropriate. L’uomo o la donna esibizionista in alcuni casi potrebbe anche masturbarsi (o fantasticare sulla masturbazione) mentre espone i propri organi sessuali, ma senza alcuna intenzione di attività sessuale verso l’estraneo. L’individuo è spesso consapevole del suo desiderio di spaventare e/o di turbare la vittima e in alcuni casi può arrivare a fantasticare che l’osservatore si ecciterà sessualmente.
Dietro il comportamento dell’esibizionista si può nascondere il desiderio di imporre le proprie condizioni e le proprie regole alla vittima designata. Ciò porta l’esibizionista a trasformare la persona in un “oggetto” verso cui proiettare i propri impulsi mentre dall’altro lato, la vittima subisce e avverte l’atto del parafiliaco come un’imposizione, come un atto violento in quanto non ricercato, non scelto e non voluto.
L’esibizionista è tipicamente di sesso maschile, e la vittima di solito è una femmina (adulto o bambino) che non conosce, spesso ignara. Esistono però anche casi di donne esibizioniste. In alcuni casi, il comportamento dell’esibizionista può diventare la principale pulsione sessuale nella vita dell’individuo.
L’insorgenza del problema avviene generalmente prima dei 18 anni, anche se può manifestarsi successivamente.
Si può parlare di esibizionismo quando:
Per fare una diagnosi clinica è necessario che il problema si manifesti per un periodo di almeno sei mesi, e che siano ricorrenti comportamenti sessualmente eccitanti che coinvolgono l’esposizione dei genitali a uno o più sconosciuti ignari. Inoltre la persona che mette in atto questi impulsi sessuali deve causare notevole disagio o difficoltà relazionali sul posto di lavoro o in situazioni sociali quotidiane. In ogni caso per una diagnosi più accurata è opportuno rivolgersi ad un esperto in questo tipo di problematiche.
Nella mia esperienza clinica, ho potuto notare che chi soffre di questo disturbo, raramente chiede aiuto, perchè si vergogna e tende a farlo solo nei casi in cui questo comportamento crea conflitti con il proprio partner o genera conseguenze penali (denunce, querele, etc.).
Il comportamento dell’esibizionista potrebbe derivare da modelli comportamentali inappropriati legati alla sfera sessuale, di cui si è stati vittima o a cui si è assistito nell’infanzia. In questi casi il bambino potrebbe aver imparato ad imitare il comportamento e ricevuto successivamente un rinforzo per quel comportamento.
Anche l’abuso emotivo nell’infanzia e le disfunzioni familiari sono entrambi fattori di rischio significativi nello sviluppo dell’esibizionismo.
In molti casi sono state trovate anche delle cause biologiche associate ad insoliti livelli di testosterone che possono portare a sviluppare comportamenti sessuali devianti.
Esistono vari tipi di comportamento classificati come esibizionismo, di seguito i più frequenti:
In diversi casi ho avuto modo di trattare dei casi di esibizionismo con risultati soddisfacenti attraverso la psicoterapia breve strategica mediante prescrizioni che hanno permesso di contenere il disturbo, insegnando a gestire le pulsioni e spostandole verso altre forme meno dannose.
In una ricerca condotta su un campione di 185 esibizionisti è stato chiesto: “Come vorresti che reagisse una persona nel momento in cui esponi i tuoi genitali a lui o lei?”. Le risposte più comuni sono state “Che mi chiedesse di avere rapporti sessuali”, seguito da “Nessuna reazione”, “Che mi mostrasse a sua volta le sue parti intime”, “Con ammirazione”, e “Con qualsiasi reazione”. Solo pochissimi esibizionisti hanno scelto “Con rabbia e disgusto” o “paura”. Questo dimostra, come chi adotta comportamenti di questo tipo, ha difficoltà ad empatizzare con l’altro/a. Per questo motivo, il trattamento, si basa anche sul cercare di potenziare l’identificazione empatica, al fine di rendere consapevole l’esibizionista del punto di vista della vittima e ad identificarsi con questa per capire il danno.
In fase di terapia viene quindi insegnato come i loro pensieri hanno effetto sulle loro emozioni, e come le emozioni negative possono portare a comportamenti sessuali devianti. Inoltre, si lavora sulle giustificazioni che spingono a far perdurare il comportamento inappropriato.
Anche la terapia di gruppo può essere molto di aiuto, grazie all’esperienza di confronto con altri che soffrono dello stesso problema. In questi casi spesso si fa riferimento ai gruppi di sostegno dei dodici-passi (come per i Dipendenti da Sesso Anonimi).
Per cominciare ad affrontare concretamente il problema:
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