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L’aumento della dipendenza dalla tecnologia
Le ricerche cliniche rilevano che oltre alle vecchie dipendenze patologiche, oggi ne esistono delle nuove come lo shopping compulsivo, la dipendenza tecnologica, il gioco d’azzardo.
Queste nuove dipendenze non sono facilmente riconoscibili perché sono associate ad attività che solitamente a livello sociale sono considerate accettabili come navigare in internet.
La dipendenza dalle tecnologie è caratterizzata dall’utilizzo assiduo del cellulare, di Facebook, di internet, del computer e dal guardare la televisione. Attualmente ancora pochi genitori chiedono aiuto se il proprio figlio passa giornate intere su internet, a scuola fatica a concentrarsi, a stare attento, diminuendo la qualità della prestazione scolastica, andando poi a letto molto tardi la sera.
La dipendenza patologica passa attraverso due fasi, in una prima fase c’è un aumento dell’attività con i prodotti tecnologici e una seconda fase in cui c’è una compromissione della vita sociale (Couyoumdjan, Baiocco, Del Miglio, 2006).
Questo significa che c’è una fase iniziale in cui l’aiuto psicologico potrebbe essere più efficace.
Le persone con dipendenza tecnologica spesso tendono a costruire relazioni amicali o amorose con persone incontrate on-line e si rivolgono ad uno specialista perché hanno instaurato delle relazioni di dipendenza affettiva sulla rete. Questi rapporti vanno a minare e a compromettere la vita lavorativa, sociale, famigliare della persona.
In generale può essere utile svolgere nelle scuole interventi informativi ed educativi sulla Media Education, svolti da professionisti psicologi e informatici, sui punti di forza e di debolezza dell’utilizzo della tecnologia e sulle misure preventive adottare per diminuire i rischi della dipendenza.
Come intervenire sulla dipendenza dalla tecnologia
Nel caso dei genitori con un figlio alle prese con la tecnologia, sarebbe indicato:
- mettere il computer in una sala centrale, in modo da poterne controllare l’utilizzo, o chiedere al ragazzo di utilizzarlo in presenza dei genitori;
- dare dei limiti d’orari in cui poter dedicarsi al computer, in genere un tempo di 30/40 minuti al giorno può essere accettabile, proprio per evitare che si arrivi ad un graduale aumento che finisca per compromettere la vita sociale;
- se il bambino si mostra triste o vulnerabile emotivamente è bene dargli attenzione, dedicargli degli spazi di ascolto in modo accogliente così che possa sentirsi libero di comunicare il proprio disagio;
- chiedere aiuto ad uno psicologo/psicoterapeuta, quando la dipendenza tecnologica porta ad una compromissione a livello sociale, scolastico o lavorativo.
Sdoppiamento di personalità e l’EMDR
In particolare, tra i giovani si evidenzia una dipendenza dal computer, una tendenza al coinvolgimento in giochi virtuali interattivi in cui il soggetto si costruisce una identità fittizia partecipandovi. In alcuni casi si può verificare uno sdoppiamento di personalità, con gravi conseguenze a livello psicopatologico, come nel caso degli Hikikomori. La persona può fare fatica a separare la personalità reale da quella virtuale. In particolare queste persone hanno alle spalle relazioni affettive traumatiche, soprattutto nei primi anni di vita. Dal lavoro clinico è emerso che spesso la dipendenza dalle tecnologie si sviluppa in seguito ad un evento critico come la perdita del lavoro o problematiche familiari. In tutti questi casi può essere utile un approccio con EMDR, attraverso questa tecnica si possono andare ad elaborare i traumi del passato che si sono riattivati con eventi scatenanti nella realtà quotidiana.
Approfondimenti
- Couyoumdjan, R. Baiocco, C., Del Miglio, La Terza Editore, 2006, Adolescenti e nuove dipendenze. Le basi teoriche, i fattori di rischio, la prevenzione
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