Già verso i due anni di età si assiste ad un cambiamento nella modalità comportamentale dei propri figli: anche bambini tranquilli si trasformano spesso in dissidenti e ribelli di fronte a genitori che spesso si sentono impotenti o permissivi.
In questa fase avviene la comparsa dei NO e all’antagonismo dei bambini nei confronti delle regole educative. La comparsa dei no permette al bambino di giungere alla completa distinzione tra lui e l’altro (in modo particolare l’oggetto materno) e gli permette l’accesso alle relazioni sociali e al riconoscimento di sé.
Infatti verso i 2 anni il bambino comincia ad affermare la propria autonomia attraverso l’attività esplorativa, curiosità e richieste che spesso entrano in contrasto coi limiti stabiliti in famiglia.
Compito dei genitori è far rispettare il bisogno di sperimentarsi tenendo conto sia di preservare dai possibili pericoli sia di lasciare il giusto spazio esplorativo.
I No hanno la stessa funzione anche nell’età adolescenziale, ossia di differenziarsi dalla figura genitoriale per riuscire a costruire una propria identità autonoma, fatta di proprie scelte e propri gusti.
Per tutto il ciclo delle elementari i bambini imparano ad autoregolarsi, perciò, se pur i limiti vanno allargati e cambiano a seconda delle competenze dei figli, cosa si può e cosa non si può fare viene ancora deciso dai genitori, gettando le basi per il sistema valoriale personale che si forma e consolida.
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Senza “no” e senza regole possono essere:
L’esistenza di confini coerenti permette ai bambini di acquistare la sicurezza necessaria per allontanarsi e sperimentare la propria curiosità, accettando contemporaneamente la disciplina, l’amore e la sicurezza offerti dai genitori. In assenza di limiti precisi, i bambini non conosceranno i loro confini, diventando spesso insicuri sui loro rapporti con gli adulti e con il loro ambiente.
La “regolamentazione” del comportamento dei bambini impone loro piccole frustrazioni e sacrifici che però producono nel tempo effetti positivi sul suo sviluppo quali:
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