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La cybercondria
La Cybercodria fa riferimento a “una persona che cerca compulsivamente in Internet informazioni su particolari sintomi reali o immaginari di un malattia”. Traduzione da Oxford Dictionary
Molto spesso, la Cybercondria può essere accostata a quel fenomeno, che prende il nome di overloading information. Quante volte infatti vi sarà capitato di “sentire” un dolore anche piccolo o semplicemente un fastidioso mal di testa o ancora un dolore muscolare, per il quale non valeva la pena chiamare il medico. E quante altre invece vi è capitato di avere la sensazione di avere una malattia grave fisica o psichica, e anche lì, piuttosto che chiamare il medico, per paura che confermasse la vostra ipotesi diagnostica, avete scelto la via dell’auto-diagnosi andando sui motori di ricerca per trovare una spiegazione o sui forum alla ricerca di un vissuto simile al vostro.
L’overloading information
L’overloading information, denominato anche sovraccarico cognitivo, è una delle nuove addiction (dipendenze) presenti nella nostra società, che consiste nella ricerca irrefrenabile ed estenuante di informazioni, notizie, via internet, passando in continuazione da un sito all’altro, cosa che va a rafforzare il problema della cybercondria.
Chi ne soffre non è mai soddisfatto del materiale che trova, e perpetua la propria incessante ricerca, fino al punto in cui questa si trasforma in ossessione.
L’esito di questa ricerca, di solito si conclude con l’incapacità di prendere una decisione o scegliere una specifica informazione sulla quale focalizzare l’attenzione, a causa della confusione tra pareri discordanti e del sovraccarico di informazioni che si viene a creare.
Tale ricerca inoltre, in molti casi tende a divenire invalidante, a tal punto che chi ne è coinvolto spesso finisce per esaurire completamente il tempo libero a disposizione, ed in casi più gravi, anche quello lavorativo.
Oggi siamo terribilmente attenti alla salute e non è un caso che molte persone stanno diventando cybercondriache per paura delle malattie. Solo che con la continua ricerca, nella maggior parte dei casi, l’effetto che si ottiene è l’aumento dell’ansia e della preoccupazione. Quindi si continua a cercare per disconfermare il problema, con l’effetto paradossale, di confermarlo sempre più e finendo per scegliere, tra le varie diagnosi proposte, quella peggiore, almeno apparentemente. Infatti, i continui pareri differenti aumentano spesso i dubbi di chi cerca, andando a generare appunto ansia e forti angosce tipiche proprio della cybercondria.
Purtroppo, molta gente non sa che su google, spesso è l’utente comune a scrivere di malattie. Su Wikipedia, ad esempio, chiunque può registrarsi e scrivere di un problema.
Per fronteggiare questo gap, la Health on the Net Foundation (HON) ha stilato un codice di condotta in base al quale i siti iscritti hanno accettato di diffondere informazioni responsabili, rendendo note le fonti.
E’ stato anche introdotto Medhunt, un motore di ricerca che diffonde risultati provenienti soltanto da siti di fiducia. Anche qui, però il rischio è che una iniziale ricerca di rassicurazioni possa trasformarsi, se reiterata nel tempo, in una ricerca ossessiva e irrefrenabile, che può contribuire a peggiorare il problema, piuttosto che risolverlo.
Di seguito 14 segnali che ti aiuteranno a capire se soffri di cybercondria:
Cosa fare quando si soffre di cybercondria? Può essere utile intervenire, rivolgendosi ad uno psicoterapeuta, che possa aiutare ad interrompere questo circolo vizioso.
La Terapia Breve Strategica si mostra particolarmente adatta a questo tipo di problematiche, fornendo strategie per gestire l’ansia e sbloccare il circolo vizioso disfunzionale della cybercondria.
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