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Il bullismo al femminile
Da qualche tempo l’attenzione clinica e mediatica si è focalizzata su un fenomeno in forte espansione: il bullismo al femminile. Sono sempre maggiori, infatti, i casi di cronaca che vengono alla luce riguardanti questa forma di violenza che riguarda il sesso femminile.
E’ doverosa una premessa: sentiamo spesso parlare di bullismo, ma che cosa è nello specifico?
Per prima cosa è bene sottolineare che non tutte le forme di violenza rientrano sotto questa definizione. Esso, infatti, si esplica come comportamento aggressivo con alcune caratteristiche peculiari, tra cui l’intenzionalità dell’aggressore, la sistematicità con cui vengono perpetuati gli attacchi e l’asimmetria di potere tra il bullo e la vittima.
Bullismo al femminile: come si manifesta?
Non vi è un’unica modalità, ma bensì esistono diverse forme che può assumere il bullismo; tra queste, si pensa che la più comune sia quella fisica, ma non solo: sono frequenti anche casi di violenza verbale e indiretta, altrettanto pericolosi e deleteri. Il bullismo femminile, ad esempio, raramente assume la forma di violenza fisica, ma si avvale prevalentemente di quella psicologica.
Gli strumenti preferiti dalle bulle, infatti, sono il pettegolezzo e la critica contro la vittima, fino all’esclusione sociale; si tratta di una forma di violenza subdola che mira a distruggere l’altro, isolandolo e privandolo di contatti sociali. Essa si esprime attraverso minacce, sia orali che tramite messaggi telefonici o mediante l’utilizzo di social network, strumenti che possono essere usati per denigrare le vittime, per deriderle e prenderle in giro.
Come accade per il bullismo al maschile, la bulla si circonda da un certo numero di amiche, su cui ha pieno potere. Le vittime, contrariamente a ciò che si può pensare, non sono scelte a caso: esse, infatti, sono selezionate accuratamente per alcuni tratti che permettono di instaurare le dinamiche tipiche di questa forma di violenza. Solitamente le vittime sono persone sensibili e insicure, che reagiscono alle provocazioni ritirandosi e chiudendosi in se stesse.
Cosa si può fare, dunque, per arginare questo fenomeno?
Sicuramente uno dei maggiori consigli che può essere dato è quello di lavorare in ottica preventiva. Sarebbe opportuno attivare dei progetti di prevenzione all’interno delle scuole, in grado di coinvolgere i ragazzi, ma anche gli insegnati e genitori. E’ importante sensibilizzare a questa tematica, i cui numeri stanno aumentando in maniera esponenziale negli ultimi anni. E’ importante lavorare sull’educazione emotiva, al fine di sviluppare strategie funzionali per riconoscere e imparare a gestire le proprie ed altrui emozioni. E’ importante lavorare con il gruppo classe, anche al fine di creare un’identità di gruppo forte e costruttiva.
Quando, invece, il bullismo ha già preso piede, è opportuno, muoversi prendendo tutti i provvedimenti opportuni. Insegnanti e genitori devono sviluppare una particolare sensibilità per riconoscere il problema, in modo da arginarlo il prima possibile. E’ molto importante attivarsi il prima possibile, per evitare che la situazione possa portare a conseguenze ancor più pericolose.
Quale percorso può essere utile, sia per la vittima che per la bulla?
Alcune ricerche mettono in evidenza come un intervento di terapia familiare sia spesso la scelta migliore di fronte a questi situazioni. E’ importante aiutare le vittime di bullismo a lavorare sul riconoscimento e sulla gestione delle emozioni, sia proprie che altrui, insieme ad un percorso finalizzato ad elaborare i propri vissuti, aumentando la propria autostima e sviluppando strategie utili.
Per quanto riguarda le bulle, i dati mostrano l’efficacia dell’intervento breve strategico, realizzato insieme alle famiglia. Dopo questo tipo di intervento familiare, infatti, si sono notati miglioramenti a livello interpersonale delle bulle, sia con il parentado che con l’ambiente esterno, con un conseguente miglioramento della qualità della vita.
L’importanza della terapia familiare come forma di supporto in caso di bullismo mette in evidenza come i genitori siano fondamentali in questa delicata e complessa situazione. Un percorso di terapia familiare, dunque, è molto importante perché sostiene anche i genitori nel difficile compito di aiutare i propri figli, sia che essi siano vittime, che bulle.
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