Essere ipersensibile vuol dire, in sostanza, percezione di un numero maggiore di stimoli, e con maggiore intensità rispetto agli altri. L’ipersensibilità è una dote acquisita geneticamente (di solito, almeno uno dei genitori di un bambino ipersensibile, lo è anche lui) e che si sviluppa nell’arco della vita grazie alla concomitanza di eventi sociali, familiari e genetici.
L’ipersensibile non è affatto raro: gli studi di Jerome Kagan, negli ultimi anni, hanno attestato come circa il 20% della popolazione abbia questa qualità. Qualità, sì, perchè se è vero che una percezione più accurata ha bisogno di essere gestita nel modo migliore, è pur vero che, in passato, la comunità scientifica che tanto si affida ai manuali diagnostici ha confuso l’ipersensibilità con altre patologie.
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Il fatto che la psicologia abbia ignorato a lungo il fenomeno dell’ipersensibilità (e, in parte, continui ancora a farlo), impedisce all’ipersensibile di riconoscere la propria natura, producendo ulteriori danni nel momento in cui gli interessati decidono di prendere in considerazione un aiuto terapeutico.
Attenzione, quindi, se vi sentite formulare le seguenti diagnosi:
Una parola in più va spesa per la diagnosi di ADHD, innanzi tutto perchè attualmente è la più diffusa, e in secondo luogo perchè è quella più “a rischio”, in quanto solitamente accompagnata dalla prescrizione di psicofarmaci per diversi anni a venire. Una sindrome da deficit di attenzione può avere le cause più svariate: sovra-eccitamento dovuto a eccesso di informazioni, intolleranza agli additivi alimentari, elevato consumo di zuccheri collegato a sedentarietà, modalità percettiva falsata a causa dell’uso dei media, irretimento all’interno della famiglia, cause neuro-cerebrali. Possono essere diagnosticati erroneamente, come disturbi dell’attenzione, anche i vani tentativi di un bambino di sottrarsi alla monopolizzazione da parte di uno dei genitori. La descrizione dei sintomi dell’ ADHD ricorda molto quella di un ipersensibile che non ha ancora imparato a gestire la sua particolare predisposizione.
Se l’ipersensibilità si eredita geneticamente, lo stesso dicesi per questa particolare indole. Tipico di questa categoria è l’improvviso passaggio da “ipersensibile” a “rischioso e temerario”. Gli ipersensibili che rientrano nella categoria degli HSS, spesso, sono i primi a non capire il proprio comportamento, e chi vive con loro risente di questa natura contraddittoria. La maggior parte degli ipersensibili vive in generale un conflitto interiore tra una parte di sè che tende a chiedere troppo e una che tende a chiedere troppo poco. A volte, questo conflitto si ripercuote all’esterno, facendo apparire la persona interessata da un lato ipersensibile, dall’altra amante del rischio. Sono proprio gli HSS, quelli più esposti al rischio di ricevere diagnosi Borderline di personalità.
Provate a rispondere Sì/NO alle seguenti affermazioni.
Soluzione: contate le risposte affermative e quelle negative. Se più della metà delle affermazioni ha ricevuto la vostra condivisione, potreste appartenere alla categoria degli ipersensibili.
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