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Chiunque genitore si è trovato di fronte al cruciale dilemma: “Lettone sì o lettone no?”.
Spesso è difficile resistere a due occhioni imploranti, soprattutto se durante il giorno, magari per lavoro, non si è potuto dedicare il tempo che si voleva per stare con i propri figli. D’altronde, dormire nel lettone sembra un’abitudine innocua, che non porta con sé conseguenze nocive. A volte, però, quando si radica quest’abitudine, possono risentirne due aspetti molto importanti: la vita di coppia e il sonno.
Il letto matrimoniale è un luogo proprio della coppia, dove si passano momenti di intimità, che possono venir meno nel momento in cui il bambino dorme con i genitori. Allo stesso tempo, spesso il sonno notturno può essere disturbato dalla presenza del bambino, soprattutto se fatica ad addormentarsi o si muove durante la notte.
E’ anche vero che soprattutto oggi, dove per diversi motivi i genitori passano meno tempo con i propri figli, il bedsharing diventa un modo per trascorrere qualche momento di coccole e vicinanza in più, spesso più legato più al senso di colpa che al desiderio in sé di addormentarsi insieme.
Per i bambini, inoltre, andare a dormire rappresenta il momento di separarsi più delicato, che spesso porta con sé sentimenti di ansia: proprio per questo i bambini diventano così insistenti nel fare questa richiesta ai genitori, i quali spesso non riescono a non cedervi.
Sicuramente la cosa migliore da fare sarebbe quella di far prendere l’abitudine al bambino di addormentarsi nel suo lettino fin da piccolo, magari dopo aver passato del tempo insieme prima di prendere sonno.
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Diversi punti di vista sul bedsharing
Le ricerche sul bedsharing, però, sembrano essere discordanti: alcuni studiosi sostengono che l’abitudine di dormire insieme nel lettone può rivelarsi dannosa, mentre altri evidenziano alcuni vantaggi che deriverebbero da questa pratica. I primi, infatti, ne sottolineano la pericolosità: bisogna usare alcune accortezze per evitare la possibilità di schiacciare il bambino, soprattutto se molto piccolo. I sostenitori del bedsharing, invece, evidenziano come esso non solo rafforzerebbe il rapporto tra genitori e figli, ma avrebbe ripercussioni benefiche anche a livello fisiologico.
Bedsharing: qualche strategia per intervenire
Come fare, dunque, se il bambino ha adottato questa abitudine e ora, che è più grandicello, si rifiuta di addormentarsi da solo?
Il primo aspetto molto importante è quello di spiegare al bambino, in base all’età e al livello di sviluppo, la regola del dormire nel proprio letto. Deve essere trasmesso il messaggio che addormentarsi nella propria cameretta non è una punizione, ma è una buona abitudine, che deve diventare per il bambino qualcosa di positivo e gratificante.
Prima di addormentarsi può essere una buona pratica quella di leggere una storia insieme, cantare una filastrocca o passare un po’ di tempo con il proprio figlio. E’ importante mantenere delle abitudini rispetto alle cose da fare prima di addormentarsi: mettersi il pigiama insieme, lavarsi i dentini e così via. In questo modo il bambino si abitua mentalmente all’idea che è il momento di andare a nanna.
Se dormire nel proprio letto è un incubo per il piccolo, rassicuratelo, spiegandogli che terrete una lucina accesa o la porta aperta. In questo modo, mamma e papà possono sentire se ha bisogno e rassicurarlo di fronte a qualsiasi domanda.
E’ importante, inoltre, cercare di rendere questo luogo accogliente, trasformandolo nel suo porto sicuro: scegliete insieme il lettino e le lenzuola, in modo che il bambino senta quel luogo come un suo spazio.
Se il bambino dovesse alzarsi per venire nel lettone, la cosa migliore è quella di riportarlo subito nella sua stanza, prendendosi un po’ di tempo per stare ancora insieme, magari leggendo un’altra favola; è importante non cedere nella tentazione di accettare di farlo venire nel lettone. Spesso ci si dice che è “solo per questa volta”, ma il messaggio che viene trasmesso al bambino è che, insistendo, può ottenere di non dormire da solo.
Non è semplice, soprattutto dopo una giornata stancante o davanti agli occhi imploranti di proprio figlio, non cedere alla tentazione di accettare, ma è davvero molto importante se si pensa a lungo termine.
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