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23 Ottobre 2015Con il termine “arto fantasma” si fa riferimento alla sensazione anomala di presenza di un arto seguito della sua amputazione.
La sindrome dell’arto fantasma è un fenomeno comune e può manifestarsi in svariati modi diversi:le sensazioni possono essere di natura tattile, motoria e dolorifica; in quest’ultimo caso, il dolore dolore all’arto fantasma è difficile da combattere e può risultare invalidante dal punto di vista psicologico.
Negli anni ’90 Il neurologo indiano Ramachandran mise a punto un metodo sperimentale per curare i paziente con sindrome dell’arto fantasma: costruì una scatola semplice dotata di uno specchio che separa in due metà la scatola stessa e due fori su un lato che permettono di inserire all’interno l’arto. Costruita in questo modo, la scatola da al soggetto l’impressione di vedere l’arto fantasma nell’immagine riflessa dell’arto sano.
Secondo il neurologo i pazienti avevano la sensazione di stare compiendo movimenti con l’arto amputato: in altre parole avevano la sensazione cosciente che il braccio perduto obbedisse ai propri comandi volontari. Dagli esperimenti compiuti emerse che tre settimane di esercizio quotidiano con lo specchio portarono alla completa scomparsa del braccio fantasma, che si è accompagnata all’estinzione del dolore al all’arto mancante. In conclusione, l’illusione visiva sembra aver corretto quella tattile ed essere riuscita ad abolire la percezione del dolore.
In questo video (in inglese) un esempio di come funziona il mirar box (Ramachandran)
Come può essere utile il mirar box in psicoterapia?
La sindrome dell’arto fantasma non ha una valenza solo in neurologia per lo studio dei centri corticali dedicati al dolore, ma anche in psicologia in quanto sono presenti alcuni elementi che vanno ad inficiare sulla vita quotidiana della persona e sul suo benessere psicologico.
- Dolore: esso può essere talmente intenso da essere debilitante e portare a una diminiuzione della disposizione della persona verso la vita sociale, le attività lavorative e i momenti di svago;
- Ansia: il livello di ansia varia a seconda del grado di compromissione dello stato psichico generale per effetto della patologia, dell’intervento di amputazione e dell’esperienza della perdita di una parte di sé e della sua funzione. Studi psicologici hanno cercato di capire le ragioni della presenza di stati ansiosi acuti in chiave psicodinamica secondo cui l’elaborazione del lutto per l’oggetto perduto sarebbe ostacolata dal suo ritorno in forma di “fantasma” e resa conflittuale dal dolore;
- Correlazione con altri disturbi: presenza di altri sintomi fisici e psichici.
L’utilizzo del Mirror box all’interno di un setting psicoterapeutico non necessariamente interessa ogni approccio e ad oggi, risulta essere comunque poco sperimentato. Considerando il metodo Psicodrammatico, il mirror box può rappresentare un oggetto di aiuto a favorire una ristrutturazione, ossia una nuova visione della situazione. Conseguentemente a ciò l’individuo sarebbe stimolato a provare nuove emozioni e sensazioni derivanti dall’illusione di tornare ad avere l’arto mancante. Inoltre, potrebbe essere funzionale invitare il paziente a verbalizzare parlando con il “nuovo arto”.
Sitografia:
http://www.brainmindlife.org/lartofantasmaincorso.pdf
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