In questo articolo cercherò di approfondire il tema dei tic nei bambini, per provare ad inquadrarli e a comprendere come approcciarsi al meglio da genitori.
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Iniziamo con il dire che il “tic nervoso” è una patologia neuro-psichiatrica che si evidenzia attraverso movimenti involontari del corpo che si ripetono in modo meccanico e allo stesso modo.
Quando queste manifestazioni interessano i bambini, creano ansia e angoscia sia negli stessi bambini che nei loro genitori, dal momento che non sanno come comportarsi in determinati casi.
La scienza non è riuscita ancora a capire fino in fondo le cause precise di questo fenomeno, ma è sicuramente certo che tende ad aumentare quando il bambino si trova in situazioni stressanti.
Il tic rappresenta infatti quel modo che il bambino trova per riuscire a sfogare la sua tensione emotiva.
In merito alle cause la dott.ssa Giovanna Tripodi, neuropsichiatra infantile presso l’Unità Operativa Complessa di Pediatria dell’Azienda Ospedaliera Bianchi-Melacrino-Morelli di Reggio Calabria afferma che “i meccanismi di insorgenza dei tic sono ancora poco chiari, ma si è visto che vi è innanzitutto una predisposizione familiare, per cui se un parente stretto ne ha sofferto da piccolo è più facile che si manifestino”.
Dunque esisterebbe una componente ereditaria del fenomeno.
Possono insorgere a partire dai 5-6 anni di età, con una prevalenza nei maschi rispetto alle femmine.
Tra questi troviamo:
Sembra che un almeno un quinto dei bambini manifesti nel corso dello sviluppo questi tic, ma alcuni esperti sono concordi nell’affermare come siano transitori nella maggior parte dei casi e di come nel tempo tendono a regredire in modo spontaneo.
Sicuramente in questi casi l’approccio che utilizzano i genitori è fondamentale.
Partendo dal presupposto che il tic è comunque la manifestazione di un disagio, è necessario che in casa si respiri un clima di serenità.
In generale è importante evitare di:
Può essere utile tenere un diario sul quale annotare i momenti in cui si manifestano i tic, descrivendo quali e quanti. Questo per capire quando ed eventualmente a quali situazioni si legano. Avere maggiore consapevolezza di questo può aiutare a capire anche come comportarsi in quelle specifiche situazioni.
Rivolgersi ad un esperto. Se i tic non spariscono o non si attenuano entro un anno, allora è il caso di contattare un neuropsichiatra infantile che potrà visitare il bambino, analizzare la storia clinica, al fine di escludere eventuali patologie e dunque capire cosa fare, se richiedere un supporto psicologico e dunque come proseguire.
Le nostre riflessioni conclusive: che cosa abbiamo detto sinora?
Come si evince da quello che abbiamo detto sinora, da genitori, in questi casi, non è utile né benefico per il bambino lasciarsi andare ad allarmismi inutili, quanto al contrario mantenere alta la capacità di ascolto, di attenzione e concentrazione, rivolgendosi se è il caso a degli specialisti.
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