Sviluppo del pensiero creativo e cure parentali
8 Marzo 2011Il disturbo di personalità dei potenti
19 Marzo 2011Come abbiamo visto nell’articolo della scorsa settimana (L’influenza delle cure parentali nello sviluppo del pensiero creativo) è considerato creativo colui che possiede una capacità di pensiero divergente, è in grado di produrre idee nuove e originali, è anticonformista e possiede flessibilità e fluidità mentale.
Spesso al tratto della creatività vengono associate anche disposizioni caratteriali come scontrosità, eccessiva chiusura o al contrario eccessiva stravaganza e apertura verso l’esterno. Il pensiero creativo e lo sviluppo di esso è strettamente legato all’educazione e all’ambiente in cui il bambino cresce e si sviluppa. Determinante quindi è l’ambiente scolastico ma ancora più determinante l’ambiente familiare.
Vygotskij sostiene che: “La ricchezza degli stimoli che vengono dalla vita vissuta, l’accumulo di esperienze, la capacità di dominare i rapporti con i propri simili e con l’ambiente circostante , quella di elaborare i dati acquisiti dissociandoli, decontestualizzandoli, decodificandoli per poi combinarli in modo nuovo e in forme autonome, insieme con la padronanza dei mezzi espressivi e delle tecniche e la motivazione a comunicare, sono i principali terreni a cui si può esplicare un’opera di formazione che tenda al rafforzamento delle capacità creative” (Vygotshij 1930; trad.it. 1972 p. 50)
Le potenzialità creative dell’individuo sono promosse o inibite dal contesto sociale di riferimento, dalla facilità o difficoltà di accesso a una pluralità di stimoli e quindi l’ambiente familiare, in particolare lo stile educativo e la personalità dei genitori possono influire positivamente o negativamente sullo sviluppo delle capacità creative dei figli.
Indice contenuti
La creatività nell’infanzia
In età evolutiva la creatività si esprime principalmente attraverso il gioco e il disegno. Nei primi due anni di vita l’intelligenza si manifesta nell’azione, nelle attività pratiche e manipolative. Il gioco simbolico ha effetto liberatorio dei sentimenti e delle emozioni e assicura al bambino soddisfazioni e gratificazioni che vanno al di là dei limiti imposti dalla realtà quotidiana. Chi abitualmente deve sottostare al controllo dei genitori e aderire alle loro regole, diviene nel gioco un padre o una madre autorevole, mentre la bambola e l’orsacchiotto prendono il suo posto. Chi ha avuto paura di un intervento medico , lo fa subire nel gioco ad altri e identificandosi con il dottore sdrammatizza il ruolo di questa figura liberandosi almeno in parte dei timori associati ad essa. Così, di volta in volta, animali di pezza, fantocci, bambole o anche semplici pezzetti di legno rivivono con il bambino le scene della vita quotidiana che più lo hanno turbato o rallegrato. Le attività imitative, il gioco simbolico e soprattutto la drammatizzazione con lo scambio di ruoli, sembrano favorire notevolmente lo sviluppo di concetti e conoscenze.
L’attività creativa si esprime frequentemente anche attraverso il disegno; il primo contatto con la matita avviene attraverso lasuzione e manipolazione, fino a quando per caso o per imitazione traccia il primo segno : ciò gli da soddisfazione e lo spinge a ripetere il gesto. La ripetizione è utile al perfezionamento delle abilità e permette al bambino di sentire l’attività come qualcosa che gli appartiene ed è parte di lui. Nel tempo, ai fini della creatività , questo può essere più importante della semplice padronanza tecnica in quanto mette il bambino nella condizione di innamorarsi di ciò che sta facendo. (Cesa- Bianchi-Antonietti 2003)
L’atmosfera di casa
La creatività inizia nella famiglia e un ambiente familiare ricco influenza molto positivamente un incremento delle capacità mentali del bambino. Si provi ad immaginare una casa con la porta del soggiorno tutta coperta di graffiti, un’insegna al neon che lampeggia “Ah!”, le pareti del bagno tappezzate di cartoline strampalate e la porta di una camera da letto ricoperta di decalcomanie dai colori brillanti. Immaginate che questa casa contenga decine di giochi da tavolo, centinaia di libri, una lucertola, un pesce, un piano elettrico, una coppia di gatti e una di cani, un computer, una chitarra, quattro paguri e qualche serpente attorcigliato su se stesso.
Questo non è altro che un parziale inventario dell’ambiente in cui vive Jason Brown, autore di Tender Place, una commedia che vinse un concorso per giovani autori di testi teatrali. Jason la scrisse a 11 anni e in seguito fu prodotta dalla televisione. Tuttavia un ambiente fisico stimolante è solo una parte dell’equazione , molti ricercatori hanno identificato alcuni atteggiamenti specifici che contribuiscono ad alimentare lo spirito creativo dei giovanissimi. Nelle famiglie creative c’è un atmosfera diversa: i genitori dei bambini creativi concedono loro una libertà sorprendente che potrebbe anche includere, da parte dell’adulto, un’attiva collaborazione con il bambino nell’inseguimento di un impulso creativo.
Già alcuni studi svolti negli anni ’70 avevano individuato caratteristiche di personalità e stile cognitivo dei genitori che possono influire sullo sviluppo del pensiero creativo dei figli. (D’Alessio , Manetti 1976)
I genitori di soggetti creativi sembrano avere una maggiore varietà di interessi di tipo intellettuale e astratto, una maggiore apertura mentale e una chiara individualità.
L’importanza di tali tratti è stata sottolineata e confermata con particolare riferimento alle madri: minore ansia e compulsività, maggiore autonomia nelle decisioni, un livello relativamente più elevato di istruzione e un maggior egualitarismo sono caratteristiche sempre presenti nelle madri dei soggetti con più elevata produzione creativa. Le caratteristiche di personalità e di stile cognitivo comportano nei genitori un diverso modo di vedere il proprio ruolo , influenzando quindi, la qualità della relazione tra genitori e figli (Bishop 1971 ed Helson 1968). Gli aspetti caratterizzanti la relazione genitori-figli favorevoli allo sviluppo della creatività sono:
- rapporto di non dominanza che non tende a soffocare il figlio ma concede la più ampia autonomia,
- un atteggiamento nei confronti del bambino che evita minacce , premi e punizioni, ma fiducia nella capacità di autoregolarsi, ponendo l’accento prevalentemente su valori che hanno origine all’interno della persona e non alle regole esterne.
Questo tipo di rapporto comporta per il bambino opportunità concrete di espressione libera delle proprie opinioni e di attività di gioco non condizionate dalle teorie tradizionali e limitate all’uso di oggetti secondo modalità rigidamente definite, ma aperte alle possibilità più diverse e nuove.
Viceversa il genitore autoritario, dominatore e controllore di ogni cosa, tende a stabilire con i figli relazioni fondate soprattutto sull’imposizione del proprio punto di vista, inibendo lo sviluppo del pensiero divergente e favorendo lo sviluppo di quello convergente, portando così il bambino ad assumere un pensiero e un ruolo altamente stereotipato e conformista. Un certo tipo di rapporto genitori-figli quindi inibisce lo sviluppo creativo, dei figli in generale e , in misura maggiore delle figlie destinate tradizionalmente a ruoli sociali subalterni e ripetitivi, indipendentemente dalla loro estrazione sociale.
Una ricerca (D’Alessio , Manetti 1976 ) ha indagato l’effetto dell’atteggiamento dogmatico e non dogmatico sulla creatività dei figli mettendo in evidenza anche eventuali differenze di genere. Tale ricerca mette in evidenza come il dogmatismo educativo degli adulti ostacola la creatività dei bambini in particolare nelle femmine, vittime di stereotipizzazione di ruolo.
Bishop e Chance (1971) hanno trovato che bambini di madri “astratte” (caratterizzate da apertura mentale, adattabilità e capacità di entrare in diversi punti di vista) mostrano un maggior potenziale creativo rispetto ai bambini di madri “concrete” (caratterizzate da concretezza, chiusura di fronte alle novità e alto assolutismo).
Altri autori hanno evidenziato che le caratteristiche dell’ambiente familiare sono determinate oltre che dai genitori anche dai figli; in tal senso l’ambiente di vita di un bambino è influenzato dalla presenza dei fratelli, dal loro numero e dalle sua posizione in ordine di età rispetto ad essi. Ad esempio l’essere primogenito comporta avere più opportunità di stimolazione fisica e verbale, un maggiore apprezzamento e interesse nei riguardi del raggiungimento delle varie tappe dello sviluppo da parte dei genitori e, infine, una posizione di leader nei confronti de fratelli più piccoli.
L’insieme di questi fattori determinerebbe quindi la maggiore creatività dei primogeniti.
Conclusioni
Risulta evidente l’importanza e la rilevanza di un ambiente familiare adeguato a favorire lo sviluppo della creatività. Per rispondere alla domanda di partenza, la creatività non è solo una predisposizione innata ma ,come il corpo, ha bisogno di determinate condizioni per svilupparsi bene. Così anche la mente e le sue abilità necessita del “nutrimento” adeguato per potersi sviluppare al meglio.
Nel prossimo appuntamento affronteremo in modo più approfondito la stretta relazione tra apertura mentale dei genitori e creatività nei figli.
Riferimenti
- Bishop D. W., & Chace, C.A. . Parental conceptual systems, home play enviroment, and potential creativity in children. Journal of Experiment Child Psychology, 12(3), 318-338. 1971
- Bishop J Parental conceptual systems, home play enviroment, and potential creativity in children. Journal of Experiment Child Psychology, 1971 12(3), 318-338.
- M. Cesa-Bianchi A. Antonietti Creatività nella vita e nella scuola, Mondadori Università Milano 2003
- Vygotskij L.S Immaginazione e creatività nell’età infantile 1930 , Editori Riuniti, Roma 1972
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