Riprendendo il discorso sui passaggi mentali che vanno a determinare le nostre emozioni ed i comportamenti (entriamo in punta di piedi nella MENTE – parte prima) andiamo a vedere cosa accade al punto cinque del nostro modellino.
Il punto cinque consiste nell’attribuzione di valore a ciò che abbiamo stabilito al punto quattro a proposito di (A) l’evento dato. In altre parole: si è manifestato un evento (1); la nostra attenzione lo ha colto (2); la mente lo ha riconosciuto (3); lo abbiamo descritto ed inferito di significato (4) ed ora gli conferiamo valore (5).
L’attribuzione di valore si muove all’interno delle due grandi categorie qualitative: buono-cattivo.
Generalmente negli stati di sofferenza (ansia, colpa, depressione, rabbia) l’attribuzione di valore è di tipo estremizzante-negativa: è insopportabile, è terribile, è drammatico, è catastrofico ed è proprio la valutazione che facciamo in questo passaggio che determinerà il nostro comportamento soprattutto in termini emotivi (5).
La valutazione che operiamo al punto cinque in realtà è un’operazione del tutto arbitraria e soggettiva, ma con effetti determinanti in noi stessi poichè, come detto in altra occasione, il nostro io è una dimensione bambina e crede ciecamente a ciò che pensiamo; quindi (6) emettiamo un comportamento manifesto all’ambiente esterno.
Siamo al punto sei del processo mentale il momento in cui evince ciò che pensiamo e ciò che proviamo sotto forma di comportamento manifesto. Detto nostro comportamento- definibile anche evento attivante per l’osservatore esterno- va ad innescare nelle persone che ci circondano un loro ABC, nel senso che esse reagiranno al nostro “fare” in maniera consequenziale es: se sono aggressivo, risponderanno aggressivamente; se sono sgarbato, risponderanno sgarbatamente e cosi via cioè l’ambiente- e siamo al punto (7) – emette un suo comportamento/reazione nei nostri confronti che generalmente e nevroticamente noi leggiamo come conferma (8) di quanto stabilito al punto quattro, conferma del tipo: vedi ,avevo ragione, e proprio così!. Siamo quindi al punto otto del nostro processo mentale cioè il punto in cui rafforziamo e consolidiamo le convinzioni irrazionali innescando cos’ il circolo vizioso della nevrosi che si autoperpetua e dal quale è difficile uscire.
Facciamo un esempio: la ragazza complessata che va ad una festa.
Maria 19 anni si sente brutta, grassa e assolutamente non interessante. In seguito all’insistenza della sua amica che compie gli anni accette di andare alla sua festa. Ora esamineremo insieme gli otto punti della cellula comportamentale applicandola al complesso di inferiorità di Maria.
Da questo piccolo esempio è forse possibile cogliere l’inevitabilità della sofferenza di Maria che ha prima costruito il suo problema e poi passa la sua vita ad autoconfermarselo e perpetuarlo.
Elisabetta Vellone
Per fissare un primo appuntamento puoi scrivermi un'e-mail all'indirizzo davide.algeri@gmail.com o contattarmi al numero +39 348 53 08 559.
Se ti è piaciuto questo articolo puoi seguirmi sul mio account personale di Instagram, sulla Pagina Ufficiale Facebook di Psicologia Pratica o nel Gruppo di Psicologia Pratica. © Copyright www.davidealgeri.com. Tutti i diritti riservati. E’ vietata la copia e la pubblicazione, anche parziale, del materiale su altri siti internet e/o su qualunque altro mezzo se non a fronte di esplicita autorizzazione concessa da Davide Algeri e con citazione esplicita della fonte (www.davidealgeri.com). E’ consentita la riproduzione solo parziale su forum, pagine o blog solo se accompagnata da link all’originale della fonte. E’ altresì vietato utilizzare i materiali presenti nel sito per scopi commerciali di qualunque tipo. Legge 633 del 22 Aprile 1941 e successive modifiche.