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Dipendenza da gioco: cos’è e come affrontarla

Scritto da Dott. Davide Algeri il 22 Dicembre 2021
Categorie
  • Dipendenze
Tags
dipendenza da gioco

dipendenza da giocoDipendenza da gioco: cos’è, come si manifesta e come affrontarla.

Quando si parla di dipendenza, sicuramente si fa riferimento ad una situazione patologica che va affrontata e non minimizzata.

Qui di seguito parleremo di una specifica forma di dipendenza, quella da gioco: sono tante le persone che ne soffrono e che vorrebbero uscirne per riprendere a vivere serenamente.

Pensate che solo in Italia questo fenomeno nel 2015 era già inarrestabile: da un articolo si evince come ci fossero ben 900 mila persone affette da Gioco d’Azzardo Patologico.

Ma in cosa consiste questa dipendenza e cosa bisogna fare per affrontarla?

Proviamo a sviscerare meglio l’argomento nei prossimi paragrafi

Indice dei contenuti

    • Cos’è la dipendenza da gioco: prima domanda da porsi
    • Quali sono le caratteristiche principali di questa dipendenza da gioco?
  • Le fasi dello sviluppo di una dipendenza
  • Cause della dipendenza dal gioco
  • Sintomi e conseguenze della dipendenza da gioco
    • Chiedere aiuto: l’importanza di farlo
  • Consigli da seguire durante o dopo la terapia
    • Riflessioni conclusive: cosa abbiamo detto sinora

Cos’è la dipendenza da gioco: prima domanda da porsi

Sarà capitato a tutti voi, almeno una volta nella vita, di andare dal tabaccaio e vedere qualcuno con in mano un gratta e vinci o giocare alla macchinette.

O magari è capitato proprio a voi di fare questo: certo, se messi in atto questo in modo sporadico, non c’è nulla di male.

Possiamo parlare invece di dipendenza dal gioco se si manifestano specifici sintomi e comportamenti in uno specifico arco di tempo.

Cerchiamo ora di definire meglio cos’è la dipendenza dal gioco. 

La ludopatia è una situazione patologica che si manifesta col desiderio irrefrenabile di giocare, anche scommettendo grandi somme di denaro.

La persona tende a mettere in atto questi comportamenti che gli danno eccitazione ed è proprio in virtù di questa che continua a scommettere. Ciò, a lungo andare, produce delle conseguenze spiacevoli sulla vita della persona e di chi gli sta vicino.

Questa dipendenza è conosciuta anche sotto il nome di ludomania o ludopatia e rientra nell’ultima versione del Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM-5), tra le dipendenze da sostanze.

Quali sono le caratteristiche principali di questa dipendenza da gioco?

  • Lo scopo, ovvero la ricompensa di denaro;
  • Il rischio legato all’investimento di una somma più o meno grande di denaro;
  • Il caso che è svincolato dalla volontà e dalle caratteristiche de

Chi diventa dipendente dal gioco e quindi investe somme di denaro sempre più ingenti si ritroverà a spendere sempre più tempo, oltre che soldi, per recuperare le perdite e poi per vincere eventualmente.

Nel giocatore dunque si manifestano quelle che sono poi le vere e proprie caratteristiche di una dipendenza, i cosiddetti sintomi, che vedremo successi

Le fasi dello sviluppo di una dipendenza

Focalizziamoci ora sulle fasi attraverso le quali si costruisce questo tipo di dipendenza: a tal proposito si è espresso lo studioso Custer, il quale nel 1982 ha messo a punto un modello delle fasi che il giocatore dipendente si ritrova ad attraversare.

Lettura di approfondimento:  I videogiochi sono davvero dannosi per la salute dei bambini?

Vediamole qui di seguito.

  1. Fase Vincente: questa è la prima fase e la persona gioca per puro divertimento. In questo momento il giocatore vince e ha la fortuna di vincere. 
  2. Fase Perdente: in questa fase il gioco smette di essere un passatempo, poiché diventa un vero e proprio bisogno compulsivo.
    Il giocatore perde e gioca per recuperare il denaro perduto. Ovviamente questo non succede e anzi continua a perdere e ancora a perdere, per questo inizia anche a mentire ai familiari o a fare dei furti o a richiedere dei prestiti. Possiamo dire che in questa fase si parla già di dipendenza dal gioco.
  3. Fase Della Disperazione. In questa fase il giocatore non ha più il controllo del gioco: dunque gioca, pur sapendo che perde e continuerà a farlo.
  4. Fase Cruciale. Questa è la fase in cui la famiglia cerca di metterlo alle strette poiché non ha più intenzione di sopportare bugie e la continua perdita dei soldi. Il giocatore, dunque, può ritrovarsi ad essere lasciato solo o messo di fronte ad una scelta, dal momento che i familiari si rendono conto che si è in una situazione patologica e cercano di capire come uscirne.
  5. Fase Critica. In questa fase il giocatore stesso arriva ad accettare di avere un vero problema e proprio per questo cerca aiuto, grazie anche al supporto dei propri familiari.
  6. Fase di Ricostruzione. In questa fase si ha un miglioramento sia a livello personale che interpersonale.
  7. Fase di Crescita. E’ la fase  in cui si guarda la patologia in faccia e si recuperano i rapporti familiari.

Dopo aver visto le varie fasi della dipendenza, chiediamoci: perché si diventa dipendenti dal gioco?

Cause della dipendenza dal gioco

ludopatiaSicuramente ancora oggi i ricercatori non sanno bene cosa possa esserci alla base di questa dipendenza, ma sono concordi nell’affermare che più fattori giochino un ruolo importante in questo senso.

Fattori biologici, per esempio: alcuni studi hanno rilevato che nei giocatori d’azzardo patologici il livello di noradrenalina è inferiore rispetto a chi gioca in modo occasionale.
La noradrenalina è un neurotrasmettitore che produciamo quando viviamo una situazione di stress o di pericolo.

Anche l’ambiente ha il suo ruolo in questo senso: per ambiente s’intende la cultura di un paese, il ceto, i messaggi che veicolano i mass media.

A tal proposito possiamo fare riferimento a quanto successo un po’ di anni fa nel Regno Unito: dopo che è stato reso legale pubblicizzare per tv o per radio i siti di scommesse, il numero di chi gioca è aumentato notevolmente.

Sicuramente bisogna prendere in considerazione anche altri fattori: chi, per esempio, soffre di altri disturbi ha più probabilità di soffrire di questo genere di dipendenza.

Prendiamo per esempio chi soffre di un disturbo dell’umore.
Tra gli altri fattori di rischio abbiamo sicuramente la giovane età, il sesso di appartenenza, ovvero maschile (circa il 70% delle persone con comportamenti a rischio di dipendenza o già dipendenti sono uomini), l’assunzione di alcuni farmaci e la voglia di evadere.

Lettura di approfondimento:  Effetto coronavirus: come cambiano i disturbi psicologici ai tempi della pandemia

Sì, perché vi sono proprio delle cause psicologiche: spesso chi gioca lo fa per fuggire dalle incombenze della vita e ritrovare, anche se in modo illusorio, un certo senso di libertà.

O per gestire le proprie emozioni o ancora per uscire da una routine che non dà brividi.

Si può essere più predisposti a giocare in periodi di grande stress o difficoltà a livello lavorativo o anche familiare.

Quindi in caso di divorzio o lutto.

In queste specifiche situazioni il gioco acquista un valore simbolico ovvero è considerato come quella forma di compensazione all’insoddisfazione che si sperimenta o alle varie preoccupazioni che si nutrono.

Una via di fuga che però, in realtà, diventa una vera prigione.

Ora veniamo alla domanda successiva: come si manifesta questa dipendenza?

Sintomi e conseguenze della dipendenza da gioco

Tra i sintomi manifestati da questi individui abbiamo:

  • Eccitazione quando si gioca;
  • Tendenza a prendersi dei rischi sempre più grandi;
  • Bisogno sempre maggiore di giocare;
  • Perdita del controllo: non si riesce a smettere.

Il DSM-5 (2013) ha identificato i seguenti sintomi e almeno 4 sono necessari per poter parlare di dipendenza da gioco e quindi per fare la sua diagnosi.

Ricordiamo che devono persistere per più di 12 mesi.

Tra questi abbiamo:

  • Bisogno di una quantità crescente di denaro per raggiungere l’eccitazione che si desidera (tolleranza);
  • Irrequietezza a seguito di tentativi di riduzione o interruzione gioco (astinenza);
  • Tentativi infruttuosi per controllare, ridurre o smettere di giocare;
  • Preoccupazione per il gioco;
  • Emozioni negative, ansia e depressione, prima di giocare
  • Tentativi ripetuti di gioco, dopo la perdita;
  • Tentativi di nascondere l’entità del coinvolgimento con il gioco;
  • Rischio di perdere una relazione significativa;
  • Avere gli altri come punto di riferimento per procurarsi il denaro ( DSM-5, 2013).

Se parliamo di sintomi non possiamo non suddividerli in delle categorie: sintomi psichici, fisici e sociali.

Tra quelli psichici abbiamo:

  • ossessione del gioco;
  • senso di onnipotenza;
  • irritabilità;
  • ansia;
  • alterazioni del tono dell’umore;
  • tendenza alla superstizione.

Tra quelli fisici abbiamo:

  • disturbi dell’alimentazione;
  • cefalea;
  • insonnia,
  • tremori;
  • sudorazione;
  • palpitazioni.

Tra quelli sociali: 

  • danni economici;
  • danni sociali;
  • danni familiari;
  • danni lavorativi;
  • isolamento sociale.

Ed infatti la dipendenza dal gioco può portare la persona a:

  • abbandonare il proprio lavoro;
  • spendere tantissimi soldi e quindi ad avere gravi problemi economici;
  • trascurare casa e famiglia (problemi interpersonali);
  • mentire e a sentirsi in colpa dopo aver giocato;
  • chiedere prestiti o addirittura a rubare pur di giocare (problemi legali);
  • suicidio, Nei casi più gravi,

Chiedere aiuto: l’importanza di farlo

chiedere aiuto nella dipendenza da giocoCome avete avuto modo di constatare, si possono avere diverse conseguenze se si parla di dipendenza dal gioco ed è proprio per questo che è necessario chiedere aiuto ad un esperto, soprattutto quando ci si rende conto che tale dipendenza sta interferendo nella nostra vita interpersonale, lavorativa e che assorbe la maggior parte delle nostre energie.

Guarire da questa è davvero possibile: rivolgersi ad uno psicologo psicoterapeuta infatti significa darsi la possibilità di comprendere che siamo affetti da un vero e proprio disturbo, al fine di recuperare e riprendere in mano la nostra vita.

Lettura di approfondimento:  Profilo psicologico del dipendente: affettivo, da internet e da lavoro

Nei casi più gravi il trattamento per la dipendenza da gioco prevede un’integrazione tra un percorso psicologico e uno farmacologico.

Per quanto riguarda i percorsi psicologici, due approcci specialistici risultano essere davvero efficaci: quella breve-strategico e la cognitivo-comportamentale. 

Grazie a questi si cerca di insegnare al soggetto dipendente le caratteristiche della dipendenza e cosa occorre fare per gestire il desiderio del gioco.

Consigli da seguire durante o dopo la terapia

Tra i suggerimenti che possiamo seguire durante la terapia vi sono:

  • l’evitamento di relazioni con persone che giocano d’azzardo;
  • l’evitamento degli ambienti in cui si gioca. E’ importante restare lontani dal gioco e da tutto ciò che può riportarci ad esso? Perché è vero che si può smettere di giocare ma è altrettanto vero che l’impulso al gioco può ritornare ad avere la meglio, in un momento di debolezza. Per questo è fondamentale evitare qualsiasi genere di tentazione. Per gestire l’impulso al gioco ricordando a noi stessi tutto quello che potremmo ottenere se solo continuiamo a non giocare: possiamo fare una vacanza con i soldi a disposizione, possiamo continuare ad avere la stima delle persone che ci amano, etc.
  • contattare il proprio medico o psicologo se si ha la tentazione di giocare. 

Riflessioni conclusive: cosa abbiamo detto sinora

Come abbiamo detto, la dipendenza dal gioco è una situazione patologica che si manifesta, come le altre dipendenze, attraverso specifici comportamenti e sintomi.

Le ragioni che spingono una persona a giocare, come abbiamo visto, possono essere diverse.

In tal senso abbiamo messo in rilievo come giocare in alcune situazioni, significhi evadere, fuggire e rischiare.

Ma alla fine il risultato è solo uno: si resta imprigionati nel proprio desiderio che diventa incontrollabile e che può portare a delle spiacevoli conseguenze.

Per questo è importante capire che in questi casi è fondamentale farsi seguire da un esperto, prima che il gioco diventi l’unico pensiero fisso.


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