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Esiste veramente un modo per scoprire chi mente? Si. Ma smascherare un bugiardo o un impostore non è una cosa per niente facile. E’ difficile trovare indizi, perché i bugiardi di professione o i criminali sono dei “buoni” mentitori. I ricercatori Aldert Vrij, Par Anders Granhag e Stephen Porter (2010) hanno descritto il profilo psicologico del bravo mentitore in sei punti:
E’ facile cercare indizi di menzogna, come per esempio il linguaggio del corpo, che però non hanno nessun rapporto con false dichiarazioni, anche se tutti noi siamo propensi a concentrarci sul fatto che quella persona “non ci guarda negli occhi”. Purtroppo questo tipo di indizio ha le sue radici in un pregiudizio di natura etica sulla falsità, quindi a livello culturale, soprattutto in Occidente, esso spinge le persone a cercarne conferma in ciò che vivono tutti i giorni.
Anche i rilevatori neurologici di menzogne come la TAC o la Macchina della Verità (usata nei tribunali) si dimostrano inefficaci (George Monteleone, 2009).
Le strategie attive. Come descritto dai tre psicologi Aldert Vrij, Par Anders Granhag e Stephen Porter, l’approccio “attivo” consiste nell’interrogare il soggetto in modo da farlo cadere in errore. Tale approccio si basa sull’ipotesi che mentire richiede un carico cognitivo più pesante del dire la verità, perché bisogna portare avanti una realtà parallela e far credere agli altri che esista davvero, in maniera convincente e allo stesso tempo naturale. Quindi chi mente fa più fatica a resistere a determinati “trabocchetti” psicologici e di logica, costruiti tramite un certo uso delle parole e della costruzione della frase. Lo scopo è aumentare il carico cognitivo del sospettato. Nel prossimo articolo elencherò tutti i tipi di strategie attive! E nel frattempo…….buona pratica!
Ci sono diversi esempi di strategie attive:
Come dimostrato dai tre studiosi, queste strategie attive hanno successo e hanno secondo loro un grande merito: mettere in evidenza con esiti positivi le differenze a livello di processi mentali, comunicazione e logica, tra chi mente e chi dice la verità.
Un noto personaggio dei telefilm che fa uso di tutte queste strategie è Patrick Jane, il protagonista di “The Mentalist”: un ex mentalista e sensitivo che collabora col CBI e smaschera gli assassini al primo colpo, basandosi su un’attenta osservazione e facendo uso di strategie attive. Il mentalismo è una forma di illusionismo nella quale i suoi praticanti attraverso determinate tecniche danno l’illusione di potere leggere nella mente altrui e sembrano così dimostrare abilità mentali ed intuitive altamente sviluppate, come telepatia, controllo mentale e memoria prodigiosa. Questa pratica si basa in gran parte sull’abilità di manipolare subliminalmente il soggetto tramite suggestione psicologica.
Se guardate Patrick Jane in azione e fate tesoro dei suoi trucchi volta per volta, comprenderete perfettamente che cosa sia l’approccio attivo e acquisirete man mano la sorprendente abilità di mentalista!
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