alienazione genitoriale
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Oggi parleremo dell’alienazione genitoriale, un fenomeno spesso sottovalutato, ma di particolare importanza per ciò che comporta e che tende a manifestarsi nei casi di divorzio o separazioni conflittuali.
Di cosa stiamo parlando? Di una forma di abuso nei confronti di bambini che si ritrovano ad essere dunque coinvolti nella separazione dei genitori.
In cosa consiste questa forma di abuso?
Vediamolo qui di seguito, cercando di capire anche come si manifesta.
L’alienazione genitoriale è una sorta di lavaggio del cervello che il genitore fa al figlio, il quale si ritrova a non avere più un contatto affettivo con il genitore alienato.
In questo scenario i figli arrivano ad assecondare una concezione di realtà costruita dal genitore alienante il quale, attraverso accuse e denigrazioni, riesce a mettere in discussione il rapporto tra il figlio e il genitore alienato.
Cosa comporta questo?
Alla violazione di un diritto, poiché entrambi i genitori, anche nel caso in cui si separano, devono poter mantenere un rapporto degno di essere chiamato tale, con il proprio figlio, a meno che non ci siano motivazioni che non lo consentano.
Il bambino, in conseguenza a tale alienazione, si ritrova a mettere in atto comportamenti caratterizzati da violenza.
A tal proposito sembrano esistere tre livelli di alienazione genitoriale:
Attraverso espressioni volte a denigrare l’altro genitore, accusandolo anche di cose non vere: il tutto arriva così a generare nei figli sentimenti di rifiuto.
A proposito di tale forma di abuso si è espresso per la prima volta lo psichiatra americano R.A. Gardner, il quale ha chiarito come questo fosse:
«Un disturbo che insorge quasi esclusivamente nel contesto delle controversie per la custodia dei figli. In questo disturbo, un genitore (alienatore) attiva un programma di denigrazione contro l’altro genitore (alienato). Tuttavia, questa non è una semplice questione di “lavaggio del cervello” o “programmazione”, poiché il bambino fornisce il suo personale contributo alla campagna di denigrazione. È proprio questa combinazione di fattori che legittima una diagnosi di PAS. In presenza di reali abusi o trascuratezza, la diagnosi di PAS non è applicabile» (da alienazione genitoriale.com).
Dunque, questo fenomeno sembra essere associato a termini come denigrazione, controversie.
Sicuramente occorre fare molta attenzione ad alcuni sintomi.
Un bambino vittima di alienazione presenta infatti determinate caratteristiche:
Come abbiamo visto, questa forma di abuso prende vita quando vi sono delle controversie per la custodia dei figli.
A tal proposito, bisogna far attenzione ai tempi di visita: in questi casi di solito non coincidono con quanto previsto dal Tribunale, proprio perché è il genitore alienante a volerlo, il quale fa di tutto al fine di tenere lontano il proprio figlio dal genitore alienato.
Anche il genitore alienante presenta delle specifiche caratteristiche:
Gardner a tal proposito ha affermato che questa forma di violenza emotiva può arrivare a produrre vissuti di perdita nel bambino, che a loro volta possono portare a sperimentare malessere e angoscia, fino a manifestazioni depressive.
Dal punto di vista giuridico, le cose non sembrano andare meglio: il genitore alienante può subire delle condanne, qualora non rispetti i provvedimenti stabiliti dal Tribunale.
Il genitore alienato per esempio può richiedere che gli venga risarcito il danno e soprattutto l’affidamento del figlio.
Quando ci ritroviamo in presenza di un bambino vittima di un genitore alienante, occorre allontanarlo da quest’ultimo, poiché questo può poter avere delle conseguenze sullo sviluppo psicologico.
Occorre dunque aiutare il bambino, grazie anche ad un aiuto professionale, a recuperare la fiducia nell’altro genitore, eliminando quelle convinzioni inculcate dal genitore alienante.
Attraverso una psicoterapia adeguata si può coinvolgere anche il genitore alienato, al fine di instaurare un nuovo rapporto di fiducia.
Una volta raggiunto questo, si cerca di riunificare il figlio al genitore alienante, cercando di monitorare il tutto, finché non si è certi che non si sperimentino nuovamente i “vecchi” sintomi nei confronti del genitore alienato.
Cercate di preservare un rapporto civile con il vostro ormai ex compagno/a, poiché non diventerà mai ex madre/padre di vostro figlio: quale miglior ragione per cercare di avere un rapporto equilibrato?
La separazione è un momento doloroso, si sa, sia per un figlio che per la coppia che sta per separarsi: se gestito con maturità, però può non arrivare a compromettere la vita relazionale e familiare del proprio figlio.
Riferimenti
http://www.alienazione.genitoriale.com/
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