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Adolescenza difficile: 7 cose da non dire ad un figlio

Scritto da Dr.ssa Luisa Gatto il 3 Febbraio 2015
Categorie
  • Adolescenza
Tags
  • adolescenza
Adolescenza difficile

Indice dei contenuti

  • Adolescenza difficile
    • Cose da non dire se tuo figlio attraversa un’adolescenza difficile
    • #1 Quello che tu dici: “Ce la puoi fare!”
    • #2 Quello che tu dici: “No, non puoi.”
    • #3 Quello che tu dici: “Non ti credo.”
    • #4 Quello che tu dici: “Perché’ ho detto così.”
    • #5 Quello che tu dici: “Ecco cosa farei io…”
    • #6 Quello che tu dici: “Se irrispettoso!”
    • #7 Quello che tu dici: “Non avresti dovuto farlo.”

Adolescenza difficileAdolescenza difficile

Se ti senti frustrato/a perché ritieni che tuo figlio sta attraversando un’adolescenza difficile, forse è perché gli stai dicendo le cose sbagliate. Frasi che hanno funzionato bene quando lui era un bambino di pochi anni, ora non funzionano più.

Cose da non dire se tuo figlio attraversa un’adolescenza difficile

Qui di seguito una lista delle sette cose che è meglio smettere immediatamente di dire a tuo figlio adolescente.

#1 Quello che tu dici: “Ce la puoi fare!”

Perché non va bene: Tuo figlio ha appena detto “Non ci riesco”. Ovviamente tu vuoi essere incoraggiante, quindi dici subito “Ce la puoi fare!”. Il problema è che il loro desiderio di avere ragione è più forte di quello di essere incoraggiati. Ecco perché’ la frase “Ce la puoi fare!” non funziona. Davvero ti aspetti che risponda: “Hai ragione. Che stupido a credere che non ce la posso fare. Comincerò subito?”. La dissonanza cognitiva (questo accade quando la propria visione di se stessi si scontra con la performance in una qualunque area che sia la scuola, il lavoro, i rapporti interpersonali, ecc.) semplicemente non lo permetterebbe. Quindi invece di incoraggiarli, si ha la situazione in cui i figli si mettono a discutere.

Invece usa questa frase: “So che ora senti di non farcela. Ma cosa accadrebbe se tu ce la facessi?”
E’ una frase brillante in molti sensi: “So che” fa iniziare con un senso di accordo. “Ora” presuppone che è limitato nel tempo. “Senti di non farcela” si dissocia dall’assoluto. “Ma cosa accadrebbe se” crea una situazione ipotetica non minacciosa. “Se tu ce la facessi” chiude la frase dando risalto all’esito positivo.

#2 Quello che tu dici: “No, non puoi.”

Perché non va bene: Come genitori di un figlio che sta passando un’adolescenza difficile, la reazione istintiva è spesso “no”. Questo poteva funzionare con un bambino piccolo, ma un teenager ti metterà alla prova. Loro chiedono il perché e si aspettano una ragione forte, e dibattono all’infinito se non ne fornisci una. A volte, proprio grazie alla loro estrema persistenza, sono capaci di far passarti passare dall’iniziale “No, non puoi” a “Solo per questa volta”. E questo è pericoloso in quanto hai appena dato a tuo figlio la prova che quello che dici non è quello che vuoi dire davvero. Hanno quindi la prova che se continuano a chiedere otterranno ciò che vogliono. E così, cosa accadrà la prossima volta che tu genitore risponderai: “No, non puoi”?

Lettura di approfondimento:  La pubblicizzazione dell’intimimità nell’adolescente

Invece usa questa frase: “Ci penserò.”
Prenditi del tempo, pensa sinceramente alla tua risposta e ascolta davvero tuo figlio e solo dopo dai la tua replica con fiducia. Gli adolescente rispetteranno un no pensato molto di più di un no detto istintivamente. Inoltre questo tempo ti permette di sottolineare che quando dici sì vuol dire sì, e che quando dici no vuol davvero dire no.

#3 Quello che tu dici: “Non ti credo.”

Perché non va bene: Per prima cosa, non sai mai davvero se qualcuno mente a meno che tu non abbia delle prove concrete in merito. E anche se tu hai queste prove, sarebbe meglio usare parole che riportano queste prove e non la tua mancanza di fiducia. Quando la famiglia ha a che fare con un adolescente disonesto, l’obiettivo è promuovere la fiducia, l’onestà e infine far emergere la verità. La frase “Non ti credo” farà solamente aumentare le bugie e la verità non verrà fuori. Ma visto che come genitore vuoi che tuo figlio parli con te, vuoi che tuo figlio si sente a suo agio a dirti la verità.

Invece usa questa frase: “Interessante. Che cosa te lo fa dire?”
Le domande aperte come questa li fanno dimenare e ti danno la possibilità di vedere segni di inganno nel tono della loro voce o nel linguaggio del corpo. Anzi, ancora meglio è se dopo la loro frase rimani in silenzio per un attimo: la natura e i bugiardi hanno paura del vuoto.

#4 Quello che tu dici: “Perché’ ho detto così.”

Perché non va bene: Non è sufficiente creare un cambiamento nel comportamento di un figlio che sta attraversando un’adolescenza difficile. Anche se ha le migliori intenzioni, la sua forza di volontà è debole. Questo è perché, quando il momento della verità arriva, tende a ricadere nei vecchi comportamenti. Se vuoi che il tuo bambino acquisti un nuovo comportamento, devi lavorare sull’impegno e non sull’obbedienza.

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Invece usa questa frase: “Che cosa farai se questa tua idea non funziona?”
Chi sa anticipare un fallimento e sa progettare in anticipo piani alternativi tende a rimanere più fedele al piano rispetto a chi lo segue solo “Perché’ l’ho detto io”. Quindi è importante allenarli a pensare a vari scenari possibili, facendogli molte domande. Cercate di resistere all’urgenza genitoriale di dire “metti giù il martello”, “segui le regole”, o di costringerli a seguire le idee del genitore.

#5 Quello che tu dici: “Ecco cosa farei io…”

Perché non va bene: Anche il consiglio dato con le migliori intenzioni, finisce nel vuoto se l’ascoltatore non è pronto ad ascoltare. Nella loro testa, la tua esperienza non ha nulla a che vedere con la loro situazione e sono risentiti dal tuo presentarti come un’autorità riguardo a qualcosa che “tu non puoi capire”. In questo caso è meglio mostrare un po’ di vulnerabilità.

Invece usa questa frase: Usa la formula “allora, ora, come”.
“Una volta ho avuto questo problema in cui…” Descrivi una situazione che hai incontrato che è simile a quella che l’adolescente sta vivendo ora. Connettiti con la sua sfida. Mostra empatia e interesse. Tu sai che ci sei passato anche tu. Fallo sapere anche a lui adesso. Questa e’ la parte ALLORA. “ORA, non lo farei.” Il più delle volte i risultati parleranno da soli. “E così è COME l’ho aggiustato”. Ora saranno pronti per il consiglio. Fagli dare solo un’occhiata a cosa vuol dire davvero superare un problema. Ma ricorda che a loro non interessa il COME fin quando non hanno anche sentito ALLORA e ORA. Se non hai nel tuo passato una situazione che si avvicini a quella che sta vivendo tuo figlio, puoi usare quella di qualche persona famosa che lui ammira. Mentre è ovvio che per un adolescente i genitori sono “non di tendenza” e quindi partono svantaggiati in questo confronto, questo aspetto non vale per i personaggi famosi che ammirano.

#6 Quello che tu dici: “Se irrispettoso!”

Perché non va bene: Attacchi personali come questo non servono mai. Sicuramente al momento fanno sentire meglio il genitore, ma i figli non “vedono la luce” quando sono insultati.

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Invece usa questa frase: “Quando non scendi per cena, mi sento non rispettato”.
E’ meglio parlare in termini di comportamento e non di tratti di personalità (regola generale che non vale solamente con i figli). I comportamenti possono essere modificati, i tratti di personalità danno l’idea di essere permanenti. E sarebbe anche meglio aggiungere una ragione sul perché’ il comportamento andrebbe modificato. Se non c’è una motivazione, allora la conversazione non è necessaria.

#7 Quello che tu dici: “Non avresti dovuto farlo.”

Perché non va bene: A chi importa il passato? Questo fa solamente star male i figli che non è certamente l’obiettivo dell’educazione.

Invece usa questa frase: “Grazie per averci provato. Questo è ciò che mi è piaciuto…e questo è ciò che farei diversamente la prossima volta.”
Ci si focalizza su cosa è andato male e non su chi è ha sbagliato. E inoltre ci si focalizza anche sul futuro.

Le nostre parole sono potenti e, nel bene e nel male, dovremmo sapere (e preoccuparci) di come le persone vengo toccate da quello che diciamo. I genitori che si trovano davanti un figlio in un periodo di  adolescenza difficile tendono a tirarsi indietro. Solo siate sicuri di non essere quelli che li spingono lontano attivamente.


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