Gestire la rabbia repressa
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14 Ottobre 2022L’interazione con un passivo aggressivo spesso può essere vissuto come il rapporto tra un bullo e una vittima e per questo risultare complicato.
Il passivo aggressivo fa riferimento ai tratti di una persona che non sono patologici, ma che possono diventarlo, se reiterati a lungo termine, trasformandosi in un vero e proprio disturbo.
Inizialmente il disturbo era presente nel Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM), ma in seguito a critiche e aggiornamenti è stato eliminato.
Ma poniamoci una prima domanda: quando si parla di personalità passivo-aggressiva?
Quando siamo in presenza di chi presenta un atteggiamento passivo aggressivo ha difficoltà ad esprimere e a gestire le proprie emozioni quali rabbia e delusione e fa prevalere atteggiamenti di chiusura e vittimismo.
Indice contenuti
Comportamenti passivo aggressivi più comuni
In generale i comportamenti che si possono rintracciare nella persona che adotta una comunicazione passivo aggressiva sono:
- La repressione della rabbia. I passivi aggressivi evitano di mostrare la loro rabbia, piuttosto la tengono dentro. Si mostrano felici e disponibili, ma poi la scaricano al momento opportuno in modo nascosto e subdolo. I passivi aggressivi possono arrivare a mettere il muso, a smettere di parlare o ad insultare in maniera velata. Il passivo aggressivo è, quindi, caratterizzato da un’incapacità di esprimere e comunicare i sentimenti negativi in forma razionale: tende ad essere ostile, cinico, imbronciato se le cose vanno diversamente da come le aveva previste, incolpa gli altri dei propri problemi e si lamenta quando gli manca l’apprezzamento.
- Difficoltà ad esprimere in modo aperto i propri bisogni o le proprie opinioni se discordanti, piuttosto aspetta che sia l’altro ad arrivarci e se ciò non accade, lo attacca. In questo modo mantengono una posizione di vantaggio nella relazione. Mancano, quindi, di assertività e nutrono una profonda insicurezza che li spinge a provare spesso invidia o gelosia nei confronti degli altri per difendere il proprio ego da questo “non avere”, “non saper essere” o “non saper fare”, necessari per aver successo nella vita.
- La negazione della verità: spesso la persona nega di essere ferita, arrabbiata od offesa. Raramente esprime ciò che pensa e ciò può confondere le persone che subiscono i loro comportamenti, in particolare quando si scatenano in modi sottile e subdolo. In alcuni casi, il passivo aggressivo potrebbe non rendersi conto di essere arrabbiato o di provare risentimento a causa dei suoi sentimenti repressi o della scarsa consapevolezza di sé. Questo potrebbe portarli a lamentarsi di essere stati fraintesi o vittimizzati.
- Lo spostamento della responsabilità. Difficilmente la personalità si assume la responsabilità delle proprie azioni, viceversa avrà la tendenza ad incolpare gli altri o anche il caso o il destino. Minimizza le conseguenze delle proprie azioni ed amplifica quelle degli altri. In questo modo controlla il senso di colpa che di base gli risulta intollerante.
- L’utilizzo di messaggi contraddittori che in generale nascondo un’incapacità della persona di dire espressamente di no. Quindi la persona inizialmente potrebbe accettare di compiere un’azione, ma successivamente potrebbe adottare un atteggiamento sabotante, non portando a termine quanto richiesto, o aggressivo basato sul silenzio, come se in qualche modo l’altro l’avesse obbligata a fare qualcosa che non voleva. Dunque un aggressivo passivo può anche accettare di fare un compito contro la propria volontà (comportamento passivo), per poi successivamente esprimere rabbia e aggressività (comportamento aggressivo), se non riesce a rispettare l’impegno preso.
- Il vittimismo. La persona passivo-aggressiva spesso si sente come se fosse stata trattata ingiustamente o come se gli altri si sono approfittati di lei. Difficilmente riconosce che è avvenuto il contrario. Nella loro mente è l’altro che sta maltrattando.
Atteggiamento passivo aggressivo: possibili cause
Ma come può una persona arrivare a sviluppare un atteggiamento e un comportamento passivo aggressivo?
A tal proposito diversi studi hanno avanzato alcune ipotesi che sembrano ricollegare tutto ai modelli genitoriali avuti durante l’infanzia.
Se ad esempio nell’ambiente familiare è passato il messaggio che esprimere la rabbia era considerato come qualcosa di “sbagliato”, perché si provava irritazione per le grida, per ciò che si diceva o per l’aggressività che poteva emergere, è più probabile che da adulti si abbiano difficoltà a gestire questa emozione. La persona passiva aggressiva potrebbe pensare che chi esprime o addirittura prova rabbia è cattivo.
Ancora aver assistito in prima persona a conflitti molto forti può portare a negare la rabbia perché percepita come qualcosa di estremamente distruttivo e in gradi di creare un forte dolore. Da qui nasce la necessità di avere tutto sotto controllo e la conseguente difficoltà a esprimere le proprie emozioni, anche solo per evitare una critica o un conflitto.
Anche esperienze traumatiche o di abuso possono portare a reprimere la propria rabbia e ad adottare un comportamento passivo aggressivo per paura di essere abbandonati.
Il comportamento passivo-aggressivo, quindi, sebbene espresso in molti modi diversi (sarcasmo, trattamento del silenzio, ritardo, solo per citarne alcuni) nasconde la paura sottostante dell’evitamento del conflitto diretto.
7 modi per smettere di essere passivi aggressivi
Se vi accorgete che qualcosa dentro di voi non va come volete, specialmente rispetto all’espressione dei vostri bisogni o delle vostre emozioni, potete già da oggi cominciare a fare dei piccoli passi verso un cambiamento positivo. La cosa importante è darsi tempo per imparare, per modificare i vostri schemi e le vostre reazioni.
Di seguito alcuni suggerimenti su come fare:
- Riconoscete l’atteggiamento. Il primo passo consiste proprio nel diventare consapevoli in modo che possiate imparare a bloccare sul nascere il comportamento disfunzionale. Prestate attenzione alle vostre emozioni, ai comportamenti e alle conseguenze che questi generano. Cercate di capire in quali situazioni tendete a reagire in quel modo: al lavoro, nella relazione con il partner, con i genitori, etc.
- Interrogatevi sulle cause che vi spingono a reagire in quel modo: temete di essere puniti o rimproverati se manifestate apertamente il vostro punto di vista? È comprensibile, ma è anche un vostro diritto e dovete imparare a farlo se volete maturare come persone. Studiate dei modi per imparare a comunicare più efficacemente e utilizzando l’assertività. La pratica dell’assertività vi aiuterà a superare l’aggressività passiva. Fatevi supportare da chi vi può dare una mano in tal senso. Lo psicologo ha competenze anche su questo. 😉
- Scaricate in modo sano la vostra rabbia. L’aggressività passiva nasce quando siamo incapaci di esprimere la nostra rabbia per qualcosa. Pensate che è proprio l’atteggiamento passivo del trattenere che vi prepara a quello aggressivo. Per evitare questo, la soluzione è trovare dei modi funzionali per farlo. Tra questi funziona bene l’esercizio fisico, basta anche una semplice passeggiata, o la scrittura di un diario dove esprimete quello che provate, può aiutarvi a riconoscere le situazioni o i temi comuni che vi portano a reagire in quel modo.
- Imparate a chiedere scusa alle persone nei confronti delle quali vi siete mostrati passivi aggressivi. Apprezzeranno molto, perché gli darete l’idea che non si sono inventate tutto.
- Accettate che può andar bene essere arrabbiati. Le persone non sono buone o cattive (visione bianco/nera), ma portano dentro parti diverse del Sé, a volta contrastanti. Si può comunque continuare ad essere delle brave persone, pur arrabbiandosi o esprimendo pareri contrastanti. L’importante è farlo in modo rispettoso.
- Esprimente i vostri sentimenti in maniera onesta. Quando parlate con gli altri siate aperti e dite come vi sentite. Inoltre. È molto importante comunicare ciò che si prova, non ciò che si pensa. Le persone possono discutere con voi fino allo sfinimento, ma nessuno può legittimamente dirvi che quello che provate è sbagliato. Comunicare ciò che si prova riduce le probabilità di litigare con l’altra persona”.
- Chiedete aiuto. Se presentate i tratti che ho descritto precedentemente e non riuscite a fare a meno di reiterarli nel tempo, il consiglio è quello di rivolgersi ad uno psicoterapeuta che possa seguirvi nel cercare di adottare il comportamento che desiderate.
7 modi per comunicare efficacemente con le persone passivo-aggressive
Se vogliamo migliorare la comunicazione con una persona passivo-aggressiva, dobbiamo lavorare prima di tutto su di noi, al fine di ottenere delle risposte diverse dall’altro. Cercare di di cambiare l’altro direttamente, servirà infatti solo a farlo chiudere di più nel suo guscio e a scaricare appena possibile la rabbia trattenuta. Come al solito, quindi, possiamo lavorare solo su ciò che possiamo controllare, ovvero su noi stessi.
Ecco 7 suggerimenti da mettere subito in pratica, per cominciare a far andare le cose diversamente:
- Siate empatici. Fate attenzione a ciò che dite e al modo in cui lo esprimete. Può essere difficile essere compassionevoli ed empatici nei confronti di una persona difficile da frequentare. Ma alla fine può essere molto efficace. Chiedete all’altro come si sente rispetto ad una specifica situazione e ricordategli che può condividere con voi ciò che prova, anche se è in disaccordo. Potreste dire frasi come: “Mi sembri frustrato per quello che è successo ieri. Deve essere difficile”. Ricordate che le persone passivo-aggressive spesso si sentono incomprese. Quindi, se cercate di capire il loro punto di vista, potete aiutarvi a gestire il loro comportamento.
- Accettate l’altro così com’è. Non è vostra responsabilità se è così. Se scegliete di voler stare così dovrete accettarla con pregi e difetti, altrimenti meglio cercare altro. Più vi darete da fare per cambiarla, più l’altra si opprrà al cambiamento e ne uscirete esausti, senza energie e frustrati. Al massimo sarà lei a dover scegliere di fare qualcosa per migliorare la qualità della sua vita. Voler bene ad una persona non vuol dire prendersi in carico il peso della sua esistenza o dei suoi mali.
- Definite dei limiti. Concentrate le vostre energie sul definire i limiti o la comunicazione onesta di come le loro azioni vi influenzano. Stabilite dei limiti quando vi sentite violati praticando l’assertività. Siate chiari sui vostri sentimenti, su come la pensate e sulle vostre aspettative. Non sapete come fare? Studiate per imparare ad esserlo.
- Affrontate le situazioni. I passivi aggressivi tendono ad evitare di discutere di questioni che potrebbero infastidire. Far uscire allo scoperto in modo onesto questi comportamenti è anche un modo per restituire all’altro la responsabilità e aiuta ad interrompere il ciclo passivo-aggressivo. Se sceglierete di farlo, la persona passivo aggressiva potrebbe fare commenti inappropriati o borbottare. Non preoccupatevi, piuttosto mantenete la posizione. È importante smascherare il comportamento quando questo si presenta senza scuse.
- Evitate di prendervi tutte le colpe. Anche se l’altro vi accusa di aver sbagliato, questo non vuol dire che siete persone cattive o meritevoli di un cattivo trattamento. E’ proprio questa totale accettazione, infatti, che mantiene il circolo vizioso che vi fa restare nel ruolo di vittima. Vogliatevi bene, empatizzate con voi stessi e su come vi sentite e se il comportamento dell’altro non vi fa bene, esprimetelo. Al contrario, se eviterete di farlo, potrebbe risentirne la vostra autostima, oltre che la vostra relazione.
- Imparate ad essere imperturbabili. Mantenete la calma. Tenere sotto controllo le proprie emozioni (che non vuol dire reprimere) e reazioni può aiutare, almeno voi a non intossicarvi. Se l’altro vuole arrabbiarsi, lamentarsi, sbattere la porta, è un problema suo.
- Chiedete aiuto. Sembra scontato, ma quando non sapete più che pesci prendere, chiedere aiuto ad uno psicologo psicoterapeuta della vostra zona può aiutarvi a vedere le cose in modo più distaccato e a capire come migliorare la situazione.
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