Gli antidoti per gestire il conflitto in coppia.
Nel precedente articolo abbiamo approfondito i 4 cavalieri dell’Apocalisse, così definiti da Gottman, in quanto permettono di prevedere la rottura di una relazione.
In questo ci soffermeremo su quelli che sono gli antidoti che aiutano a gestire il conflitto in coppia.
Ci tengo comunque a sottolineare come a mio avviso, prima ancora di soffermarsi sulla coppia, è fondamentale operare una buona scelta del partner.
Per questo ho creato un sondaggio su “Cosa influenza maggiormente la tua scelta del partner?” che potrà aiutarti ad avere maggiore consapevolezza sugli aspetti che operano quando scegli qualcuno che ti piace.
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Come anticipato, i quattro cavalieri seguono un preciso ordine e quindi si ripetono in modo ciclico.
In questo modo senza accorgercene potremmo effettivamente arrivare alla distruzione del nostro rapporto di coppia col rischio che tutto ciò possa ripetersi anche nel successivo.
A questo punto, nella pratica, cosa si può fare per riparare a queste dinamiche disfunzionali che si sviluppano in automatico nella coppia.
Un buon modo di agire presuppone sicuramente il cercare di prevenire e quindi di disinnescare il ciclo che si viene a creare, facendo in modo di allentare la tensione che si crea durante un litigio.
In generale ricorda che se vuoi gestire il conflitto in coppia, mentre uno parla, l’altro ha il compito di ascoltare.
Rimanere in silenzio, infatti, oltre ad essere una forma di rispetto, è anche un modo per attivare il canale della comprensione. Come infatti pensi si possa comprendere quello che l’altro dice mentre si sta pensando a formulare la risposta da dire?
Comprensione e formulazione devono infatti avvenire in due momenti differenti.
Quando qualcosa che fa l’altro ti disturba, concentrati su quel comportamento, piuttosto che sulla persona. Potresti ad esempio dire, “questo modo di essere aggressivo/a mi crea disagio”, invece che dire “Sei aggressivo/a”.
In questo modo si sentirà meno attaccato e sarà disposto ad ascoltare quello che abbiamo da dire.
Quando vivi o sperimenti un litigio prova a prendere una pausa per elaborare le emozioni che stai vivendo.
Ad esempio puoi provare a dire al partner di “parlarne dopo che ti sarai calmato/a”: in questo modo non evitai il litigio o la discussione, ma ti darai del tempo così che la rabbia e tutti i comportamenti istintivi evitino di prendere il sopravvento.
Con la giusta lucidità e razionalità, infatti, riuscirai ad affrontare meglio una discussione e soprattutto in modo costruttivo.
Una funzione vincente nella coppia, oltre all’intelligenza emotiva, all’empatia e alla comprensione reciproca, è sicuramente l’assertività. Di cosa parliamo?
“L’assertività è la capacità di esprimere i propri sentimenti, di scegliere come comportarsi in un determinato momento/contesto, di difendere i propri diritti, di esprimere serenamente un’opinione di disaccordo quando lo si ritiene opportuno, di portare avanti le proprie idee e convinzioni, rispettando, contemporaneamente, quelle degli altri.”
(State of Mind)
È ovviamente una capacità fondamentale in qualsiasi rapporto e soprattutto in quello amoroso: ci permette di avere una nostra identità e una nostra opinione, ma senza aggredire o attaccare l’Altro.
In questo modo ci sarà, dunque, rispetto tra i due partner e il confronto sarà sicuramente più sereno.
Ad esempio, anche di fronte ad un comportamento che non apprezzate dell’Altro, potrete mostrate il vostro punto di vista, ma senza criticarlo o giudicarlo negativamente.
Andiamo ora più nello specifico e capiamo quali sono gli antidoti descritti da Gottman contro i 4 Cavalieri dell’Apocalisse.
Il primo degli antidoti descritto da Gottman è quello che lui definisce un AVVIO GENTILE, che consiste nell’introdurre una situazione problematica senza attaccare.
Ad es. “mi sento turbato quando fai questa cosa, quando ci sono problemi finanziari.”
Come regola generale è sempre preferibile, quindi, partire con l’IO MI SENTO piuttosto che con il TU MI FAI SENTIRE.
Questo aiuta ad evitare che l’Altro si ponga in posizione di difesa, da cui poi parte l’esacerbazione della critica.
Di fronte alla critica, come abbiamo visto, l’inevitabile reazione è la difesa che crea già un primo allontanamento emotivo. Il partner che si difende si trasforma quindi in vittima innocente, senza di fatto assumersi la responsabilità dell’accaduto.
All’opposto, l’antidoto qui consiste nell’assumersi la responsabilità di quello che è il contributo che abbiamo dato nel generare il conflitto.
Cercare quindi qualcosa di valido in quello che il partner sta dicendo (senza giustificarsi a prescindere o dire è anche colpa tua).
Il disprezzo è una critica che arriva da una posizione di superiorità. E’ corrosivo. Spesso chi lo adotta alza gli occhi al cielo o l’angolo della bocca (muscolo buccinatore). Ha un impatto sulla salute fisica in quanto lede il sistema immunitario.
L’antidoto consiste nel creare un clima, un’atmosfera di apprezzamento, ovvero nel riconoscere all’altro aspetti che apprezziamo.
L’ostruzionismo è l’escalation della difesa. Il partner si ritira e nell’85% dei casi è più maschile. Si producono ormoni dello stress (adrenalina, cortisolo) e si interrompe l’interazione. Il battito aumenta, arriva a 100 battiti al minuto, non si elaborano più le emozioni e si usa solo il sistema limbico, no empatia, ma sarcasmo.
L’antidoto corrisponde nell’utilizzo del rilassamento fisiologico e dell’autoconsolazione. Ci si autoconsola dicendosi ad esempio: devo aspettare 5 minuti e tutto finirà. Per tornare a parlare con empatia e compassione ci vogliono circa 30 minuti.
Sicuramente, come abbiamo visto, possiamo individuare alcuni fattori predittivi di una rottura amorosa, ma allo stesso modo possiamo far affidamento agli “antidoti” attingendo alle risorse e capacità che abbiamo per far fronte ad eventuali litigi o crisi.
Pratichiamo dunque l’assertività, l’empatia e sicuramente saremo persone migliori che si relazionano meglio.
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