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L’ADHD (Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività) è una delle condizioni dell’età evolutiva maggiormente studiate e che sembra avere un maggiore impatto nella qualità di vita delle persone che ne sono più o meno direttamente coinvolte (banbini, genitori, educatori).
Molte delle conseguenze negative che la condizione mostra avere nella vita quotidiana riguardano proprio la vita scolastica, e gli insegnanti sono importanti fonti di informazione e prevenzione, in quanto sono fra i primi ad osservare quei comportamenti disfunzionali che la caratterizzano.
Il ruolo degli insegnanti è ampiamente riconosciuto dalla letteratura scientifica, la quale utilizza le informazioni da loro riportate proprio per definire con maggior precisione il profilo funzionale e le caratteristiche della persona valutata.
Diverse ricerche internazionali si sono occupate soprattutto negli ultimi anni di analizzare le conoscenze e la percezione degli insegnanti rispetto a questa condizione, allo scopo di migliorare la collaborazione fra scuola e Servizi di diagnosi, così da rendere il processo di valutazione sempre più attendibile e quello di trattamento sempre più aderente alle necessità del/la bambino/a.
Una recente ricerca, che ha riguardato più di 500 insegnanti appartenenti a 5 regioni italiane, ha indagato percezioni e conoscenze relative all’ADHD.
La valutazione delle percezioni dell’ADHD ha indagato 7 aree:
La valutazione delle conoscenze sull’ADHD ha invece approfondito il ruolo dei fattori biologici, delle influenze familiari, il tipo di intervento necessario e alcune delle idee erronee più frequenti.
Gli insegnanti hanno un livello di conoscenza medio-alto dell’ADHD tuttavia percepiscono la necessità di avere una conoscenza frammentaria e non completa. Riconoscono inoltre il ruolo centrale degli aspetti biologici e il fatto che le conseguenze di questa condizione si protraggono anche nella vita adulta. Appaiono molto forti le resistenze e le critiche rispetto all’uso dei farmaci, e rispetto alla fiducia nei Servizi per la valutazione.
E’ importante comprendere che ipoteticamente le conoscenze dovrebbero influenzare la percezione, ma non è sempre così: la percezione infatti sembra essere influenzata dalle informazioni tecniche solo in parte, ma alcune aree sembrano invece non essere dipendenti dalle conoscenze scientifiche.
In particolare le percezioni del Trattamento Farmacologico, dell’Epidemiologia, del Temperamento, delle Abilità Mentali e dei Servizi sembrano influenzate da valori di appartenenza culturale e da rappresentazioni sociali.
La ricerca ha evidenziato che nonostante la formazione, il ruolo delle credenze e delle rappresentazioni sociali è molto forte. Questo significa che spesso convivono contraddizioni che possono avere ripercussioni sull’idea che un insegnante ha di un/a bambino/a con ADHD e di cosa sarebbe utile fare per migliorare la situazione.
Per gli insegnanti: essere consapevoli che molte delle proprie idee derivano dal nostro sistema di riferimento culturale e non da dati scientifici significa dover imparare a progettare le attività e a valutare quelle già proposte “depurandole” da questi bias.
Per i formatori: è importante non solo fornire informazioni precise e scientificamente valide, ma creare spazi di confronto per far emergere dubbi e credenze socialmente determinate, e discuterne evitando che siano attivati in modo inconsapevole.
BIBLIOGRAFIA
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