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Giovani e denaro: istruzioni per l’uso

Scritto da Dr.ssa Simona Lauri il 24 Maggio 2011
Categorie
  • Infanzia
Tags

Di tutto conosciamo il prezzo, di niente il valore.
Friedrich Nietzsche

Indice dei contenuti

  • Giovani e denaro
    • Educare all’utilizzo responsabile
  • Educazione alla gestione economica
    • Da 4 anni. Introdurre il tema denaro
    • Da 7 anni. Educare al senso di responsabilità
    • 11 anni: gestire il denaro, si può!
    • Da 16 anni. Piccoli passi verso l’indipendenza

figli-e-soldi-aiutarli-a-capire-il-valore-del-denaroGiovani e denaro

Educare all’utilizzo responsabile

Il denaro, al giorno d’oggi, occupa un posto importante nella vita di ciascuno di noi. Il tema denaro, pertanto,  all’interno dell’educazione dei bambini e dei giovani, deve essere considerato dal genitore parte integrante e fondamentale per la crescita e la formazione della personalità dei propri figli.

Per educare ad un uso consapevole e responsabile dei soldi, occorre prima di tutto superare la credenza di molti adulti, secondo la quale è importante tenere il più possibile fuori i bambini ed i ragazzi, da questioni considerate troppo “complicate e gravose” come quelle relative ai soldi e alla loro gestione.  Dar vita ad argomenti “taboo” di questo tipo, infatti, non solo rende eventi di vita quali licenziamenti, crisi economiche (peraltro oggi molto diffuse), carichi di tensioni familiari e stress ma, può anche condurre ad un utilizzo del denaro incontrollato e irresponsabile. Non dobbiamo, infatti, dimenticare la profonda influenza esercitata dai mass media, che nel bambino e nell’adolescente suscitano spesso l’impulso ad un consumo sconsiderato. Proprio attraverso un’educazione all’uso responsabile dei soldi tali stili di consumo possono essere “arginati.

Non solo, parlare di denaro e rendere gradualmente i giovani partecipi dell’economia domestica, offre loro l’occasione di capire quale posto occupano i soldi nella vita e di attribuirgli il giusto valore e significato, ovvero quello di essere visti come mezzi e non fini. In questa direzione, i “no” a fronte di continue richieste di acquisti, si mostrano molto educativi. Spesso, infatti, i genitori  non sono  in grado di contenere e tollerare la sofferenza dei propri figli derivante dal non ottenere una soddisfazione immediata del desiderio espresso, per cui tendono a cedere anche di fronte ai classici capricci o, ancora, alcuni genitori comprano tutto ciò che il ragazzo desidera per rimediare a delle mancanze o per alleviare sensi di colpa nei confronti dei figli stessi. Il messaggio che in questi casi viene trasmesso è che i valori, gli affetti, la felicità hanno un prezzo e il denaro finisce col diventare il “termometro” dei propri stati d’animo (sono triste e arrabbiato se ho pochi soldi e non compro, sono felice e soddisfatto se ho tanto denaro e posso acquistare tutto quello che voglio). Per un’educazione dei soldi che sia efficace e ben compresa dal bambino è necessario adattarla ad ogni fascia di età.

Lettura di approfondimento:  Sviluppare il talento nei bambini

Educazione alla gestione economica

Da 4 anni. Introdurre il tema denaro

E’ importante sin dall’inizio spiegare che tutto ha un costo. I bambini generalmente a questa età non posseggono l’idea di cosa sia il denaro nè tantomeno possiedeno conoscenze circa la sua provenienza. Posseggono spesso credenze magiche circa la loro provenienza e pensano pertanto che sia una risorsa illimitata a sua completa disposizione (“i soldi vengono fuori dal cappello di papà”,  “i soldi li prendi dal cassetto”…). Di fronte a continue richieste di acquisti, anche nel corso della giornata da parte del bambino, è preferibile in primo luogo chiedergli da dove, secondo lui, provengano i soldi e successivamente, spiegare con parole molto semplici da dove proviene realmente il denaro (“papà e mamma lavorano e in questo modo guadagnano dei soldi,che non sono infiniti) e a cosa serve principalmente (“Ogni cosa ha un prezzo. I soldi, servono, però,  per comprare prima di tutto cose necessarie come il cibo, i vestiti e poi quando è possibile si comprano anche le cose che fanno divertire come giochi, figurine, dolciumi..) Accanto alle parole, dal momento che i bambini apprendono anche attraverso l’imitazione del comportamento degli adulti, un significato importante assumono i gesti tenuti dai genitori nei confronti del denaro. Spegnere le luci quando non servono, non consumare acqua, coinvolgerli nella spesa per fargli comprendere il reale costo delle cose, sono tutti piccoli gesti, ad esempio, che aiutano a trasmettere il rispetto nei confronti delle cose.

Da 7 anni. Educare al senso di responsabilità

A partire dai 7 anni, il bambino è in grado di effettuare addizioni e sottrazioni e pertanto può essere utile introdurlo verso un uso responsabile di piccole somme di denaro, attraverso la paghetta. E’ consigliabile, inizialmente, affiancare il bambino nella gestione del denaro al fine di fargli comprendere, in maniera piuttosto semplificata, che, se amministrato in modo equilibrato, è possibile utilizzare il denaro per potere acquistare più di una cosa: una parte del denaro, infatti, può essere utilizzata per far comprare all bambino ciò che più desidera e una parte invece conservarla. E’ preferibile, dunque, regalare al piccolo un salvadanaio tramite il quale il bambino potrà conservare i suoi risparmi e potere in seguito fare un acquisto “importante” (un gioco di società, un videogioco).
Altro comportamento da tenere è quello di evitare di monetizzare ogni cosa. Le piccole faccende domestiche, ad esempio, non vanno ricompensate col denaro, dal momento che piccoli gesti come mettere in ordine la propria stanza devono essere interiorizzati dal bambino senza associarvi una ricompensa esterna ma devono essere visti come azioni volte al rispetto dell’ambiente e allì’incentivazione del senso di responsabilità e di autonomia.
Sulla scia di quanto affermato in precedenza, è sconsigliato, ritirare la paghetta nel caso in cui il bambino sia stato maleducato o non si sia comportato come ci si aspettava. Una tale “minaccia”, infatti, rischia di far passare il messaggio, anche in questo caso, sia che le buone azioni hanno un fine ben preciso, ovvero il denaro (“mi comporto bene altrimenti non mi danno la paghetta”), sia che è possibile mettere sentimenti e soldi sullo stesso piano. A partire dai sette anni è inoltre possibile, comunicare ai bambini la presenza di eventuali difficoltà economiche. Un linguaggio molto semplice ed un tono molto rassicurante sono in grado di trasmettere al proprio figlio un senso di tranquillità rispetto ad un silenzio malcelato che può sfociare in un clima familiare teso. Ciò che conta è che si riesca a far passare il messaggio che il bambino sarà comunque tutelato, protetto e che “povertà” è una condizione non un valore che connota la propria personalità.

Lettura di approfondimento:  Esistono giochi per bambini e giochi per bambine?

11 anni: gestire il denaro, si può!

A questa età, per chi lo desidera, si può anche decidere di aprire un conto in banca che consente al ragazzino di imparare e toccare con mano, supportato sempre dal genitore, cosa vuol dire letteralmente risparmiare ma soprattutto, autogestire il denaro stesso. Risparmiare, inoltre, permette al giovane di apprendere una modalità equilibrata di controllo del denaro e lo aiuta a frapporre un momento di riflessione tra il desiderio impellente di comprare tutto e subito e il momento dell’acquisto vero e proprio, in questo, caso frutto di una scelta ponderata. Come suggerito sopra, anche in questo periodo è consigliato di evitare di monetizzare qualsiasi cosa, in particolare i risultati scolastici: si a qualche incentivo “economico” in caso di buoni voti, ma solo se non si trasforma in abitudine ripetuta nel tempo ed alternata ad altre modalità di riconoscimento, come per esempio organizzare viaggi, momenti di condivisione ricreativi col proprio figlio.
Tipici in questa fascia di età, sono anche i primi confronti fra i pari e le condizioni economiche delle famiglie dei loro amici (“perchè Silvia può comprarsi sempre tante magliette mentre io devo aspettare gli sconti?”). E’ importante spiegare che esistono tanti tipi di lavori ognuno dei quali ha una retribuzione diversa, ma che in ogni caso il valore di una persona non è connesso alla ricchezza materiale.

Da 16 anni. Piccoli passi verso l’indipendenza

Con l’adolescente è sempre importante mettere dei paletti. Di fronte a continue richieste di soldi, è importante mostrarsi fermi e mettere dei limiti, invitando il ragazzo ad un’attenta gestione e ad un cauto utilizzo del denaro. In questo senso potrebbe essere utile fare insieme al ragazzo un piccolo bilancio sulle sue spese abituali e trovare pertanto una somma, non esagerata, ma che possa potenzialmente andare a soddisfare le sue reali esigenze, rimarcando sempre che se la paga si esaurisce prima del previsto è sua responsabilità e in quanto tale dovrà pagarne le conseguenze, ovvero attendere il giorno della paga che pertanto è consigliabile che sia in genere sempre lo stesso. Utili e molto educativi sono anche i piccoli lavoretti part-time, incentivano il senso di autonomia del giovane e lo aiutano, seppur in maniera ridotta, ad acquisire maggiore dimestichezza con un ambiente con il quale in futuro si interfaccerà costantemente: il mondo del lavoro. Ancora, molto importante è creare momenti nel corso dei quali condividere e parlare ai ragazzi delle proprie esperienze personali, dei propri successi e dei fallimenti, dell’entusiasmo e della passione che hanno portato il genitore a raggiungere i propri obiettivi anche per ottenere dei guadagni. Ciò che più conta è che passi un solo messaggio: quanto si possiede materialmente non è la condizione necessaria e sufficiente per sentirsi realizzati a livello personale.


Lettura di approfondimento:  Come sviluppare la fiducia nel mondo nei bambini?

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