Sono interventi di tipo comportamentale sorti in America intorno agli anni 50. La pet therapy, ovvero la terapia diretta a soggetti con disabilità, il cui scopo è di eliminare uno stato di malattia o ridurne gli effetti negativi sulla salute e più in generale di migliorare la qualità della vita e lo stato generale di benessere, ha mostrato effetti benefici anche sui malati di Alzheimer. In particolare la presenza di animali domestici si riflette positivamente su alcuni parametri comportamentali e cognitivi dei pazienti affetti da Alzheimer ricoverati presso strutture ospedaliere. Il rapporto animale-uomo, di tipo affettivo ed emozionale, si è mostrato efficace da un punto di vista fisiologico dal momento che è stato riscontrato, che attività come l’invito ad accarezzare e spazzolare l’animale, porgergli piccoli bocconi, camminare tenendolo al guinzaglio, favoriscono l’abbassamento della pressione sanguigna ed il rallentamento della frequenza cardiaca (Carbone G., Tonali A., 2007).
Una delle principali difficoltà riscontrate nell’interazione con soggetti colpiti da Alzheimer, inoltre, è la sensazione che in essi sia presente una cecità mentale, allo stesso modo delle persone autistiche, rispetto agli stimoli sociali ed un’incapacità a mentalizzare gli stati propri e altrui (Frith U., 2009). Da un punto di vista psicodinamico ciò può essere ritenuto un effetto dei meccanismi di difesa primariamante utilizzati dal soggetto colpito da AD: alienazione e isolamento, meccanismi, in particolar modo l’isolamento, che consentono alla persona di scindere gli elementi affettivi di un’esperienza dai suoi elementi cognitivi e che permettono alla persona di relegare verso zone inaccessibili alla propria coscienza, i vissuti dolorosi connessi alla malattia ed ai disturbi sperimentati (Mc Williams, 1994). Attraverso la stimolazione primariamente di tipo sensoriale è possibile assistere ad un miglioramento dell’attenzione e delle capacità relazionali, una riduzione dei disturbi comportamentali, un miglioramento del tono dell’umore ed un’interazione verbale coerente rispetto al contesto.
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